Unità ovunque

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Unità ovunque

 

Non so, ovviamente, come andranno le elezioni in EMILIA R. La altissima partecipazione e lo spirito da “ultima spiaggia” che si è creato potrebbe favorire il PD e paradossalmente favorire il risultato delle scorse regionali vinte da Bonaccini (allora votò il 37%, oggi si arriverà almeno all’80%).
1) La lista “L’ALTRA EMILIA ROMAGNA”, cinque anni fa, ottenne un buon 4%, con un eletto, nonostante l’ennesimo salto della quaglia di SEL, che, con noi alle europee (l’altra Europa, al 4,03%), fu con PD e centro-sinistra(?) alle regionali, dal Piemonte all’Emilia a molte altre realtà, impedendo che una presenza di sinistra- da estendere e qualificare- potesse radicarsi e divenire realtà nazionale.
2) OGGI, nonostante il coraggio, l’impegno, la coerenza dei/delle candidat*,- la paura di una vittoria della destra – il richiamo della foresta fanno dimenticare regionalismi differenziati, cementificazioni, appoggio al renzismo che ha steso tappeti rossi a Salvini, Giorgia …
3) La assenza di una prospettiva di SINISTRA UNITARIA e ALTERNATIVA fa il resto. Assente in Calabria, frammentata in Umbria, in Emilia ha tre liste. Il gioco di alcuni è di avere lo 0,.. in più del vicino, per presentarsi come il migliore e maggiore di un’area, ormai inesistente e di cui nessun* conosce neppure l’esistenza. Almeno liste diverse con unica candidatura!
4) Anche gli appelli al VOTO DISGIUNTO, per quanto nati da motivazioni oneste e comprensibili, mi paiono un segno di debolezza che accresce ancora lo stato di difficoltà.
In questo quadro:
a) da domani mattina occorre moltiplicare l’impegno per una UNITA’ DI AZIONE della sinistra alternativa su punti specifici.
b) questa non può essere somma di sigle, ma deve tentare di chiedere ad ASSOCIAZIONI, GRUPPI… un lavoro unitario, che parta dalla sconfitta consumata contro: – distruzione dell’ambiente – distruzione del lavoro e della storia che rappresenta – distruzione di quanto è pubblico (sanità, scuola, trasporti) – guerre, spese militari, basi militari sul nostro territorio. L’idea di “condizionare” chi porta avanti queste politiche (grandi opere, guerre democratiche, politiche confindustriali, finanziamento alle scuole private…) dall’interno si riproporrà, ma è puerile ed è già stata sconfitta mille volte
c) abbiamo bisogno di interlocuzione con settori pacifisti, ecologisti, di radicalismo religioso. E’ folle tentare, ad ogni campagna elettorale, APPELLI AL VOTO (penso al lavoro encomiabile di Francesco Maselli) e poi non dare seguito a questo lavoro. I settori interessati (intellettualità, ecologismo politico, sindacalismo, internazionalismo, pensiero di genere, radicalismo cristiano…) debbono essere coinvolti (non è questione di tessere o di professione di fede) in un lavoro collettivo che vada ben oltre le scadenze.
O ci proveremo davvero o la sconfitta, neppure troppo a lungo termine, sarà inevitabile e definitiva.

Sergio Dalmasso

Genova, 26 gennaio 2020, ore 16.00
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