Quaderno CIPEC N. 68
Interventi al Consiglio regionale del Piemonte di Sergio Dalmasso parte seconda 2007-2010
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È l’Assemblea che rappresenta direttamente i cittadini del Piemonte. Eletto dal popolo, il Consiglio è l’organo che discute, elabora ed approva le leggi regionali. Compongono il Consiglio piemontese cinquanta consiglieri, riuniti in gruppi consiliari secondo le diverse appartenenze politiche.
Il Presidente rappresenta il Consiglio regionale, lo convoca, lo presiede, ne dirige i lavori;
l’Ufficio di Presidenza è composto dal Presidente, da due Vice Presidenti e da tre Consiglieri Segretari, in modo da assicurare la rappresentanza delle minoranze e resta in carica trenta mesi, i suoi componenti sono rieleggibili;
i Gruppi consiliari sono formati da consiglieri regionali, eleggono al proprio interno un Presidente che ne dirige l’attività, hanno strutture, personale e risorse dal Consiglio regionale per la loro attività;
le Giunte e le Commissioni consiliari:
Le Commissioni consiliari permanenti sono composte in modo da rispecchiare la composizione dei gruppi consiliari, esaminano in via preventiva i progetti di legge, svolgono la loro attività in sede referente, redigente e legislativa nonché indagini conoscitive.
All’interno del Consiglio sono istituite la Giunta per il regolamento e la Giunta delle elezioni.
Funzione legislativa
Secondo quanto stabilito dallo Statuto possono presentare iniziative di legge: la Giunta regionale, i consiglieri regionali, i Consigli provinciali e comunali e gli elettori.
Entro 15 giorni dall’approvazione del Consiglio regionale, la legge viene promulgata dal Presidente della Giunta regionale, entro 10 giorni dalla promulgazione viene pubblicata sul Bur (Bollettino ufficiale regionale) ed entra in vigore il quindicesimo giorno successivo alla sua pubblicazione.
Un intervento del Quaderno N. 68
Legislatura n. VIII – Seduta n. 322 del 09/05/08 – DALMASSO Sergio – Argomento: Commemorazioni
Commemorazione dell’on. Aldo Moro
Velocemente, come il Consigliere Leo.
C’è stata una trasmissione televisiva, qualche giorno fa, in cui a giovani di vent’anni è stato chiesto se sapevano chi fosse Aldo Moro.
Leggo due risposte testuali: “Mah, è quello che fotografava i vip, quello dello scandalo” – Lele Mora – “Non so, non sono mica comunista io e in classe dormivo quando si parlava di questo”.
È chiaro che fatti accaduti trent’anni fa siano lontani dai giovani come poteva essere la guerra di Spagna per me, cronologicamente.
Al tempo stesso, è molto più vero, rispetto ad anni fa, che se i giovani vivono appiattiti sull’oggi (come dice un grande storico marxista inglese) è estremamente difficile far presente loro i fatti passati.
Quindi chiederei anch’io – adesso non mi era neanche venuto in mente ma senza fare robe bipartisan, è tanto bravo il Consigliere Leo, ecc.
evitiamo questo – se in una prossima riunione del Comitato che è stato ricordato non si possa ragionare e pensare a qualche iniziativa, non tanto la processione nelle scuole, quanto qualche iniziativa significativa e collettiva, che cerchi di mettere in luce i fatti in modo chiaro, evitando per favore, spiegazioni unilaterali.
Gli anni ’70 non sono stati solamente violenza, ma sono stati anche altro: il diritto di famiglia, la legge Basaglia e mille altri aspetti di questo tipo.
Credo che sarebbe utile non solo per Torino, ma per la regione intera.