Quaderno CIPEC Numero 22
Un movimento e un partito alla prova degli anni Settanta
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Introduzione Anni Settanta Diego Giachetti pagina 5
Un movimento e un partito alla prova degli anni Settanta p. 7
La carovana di Lotta Continua e l’«eterno» problema dell’organizzazione p. 7
Un “cazzullo di partito” p. 8
I problemi di Lotta Continua p. 12
Organizzazione territoriale e delegati a rotazione p. 13
Delegati sì, funzionari e dirigenti no p. 15
Lotta Continua si organizza a cominciare dal Centro-Nord p. 17
La direzione operaia dentro l’organizzazione p. 19
La breve storia del partito di Lotta Continua p. 20
Le sofferenze del PCI torinese negli anni dei governi di solidarietà nazionale p. 25
Introduzione p. 25
Elettori, iscritti, militanti p. 29
Consolidamento ed espansione di un ceto di “professionisti” della politica p. 33
Il rapporto con le fabbriche p. 37
Il borbottio critico p. 38
Un senso di liberazione p. 40
Le prime avvisaglie della crisi p. 42
Il ritorno all’opposizione e la sconfitta elettorale del 1979 p. 43
Confronto tra i risultati del 1976 del PCI e quelli del 1979 nei vari quartieri della città di Torino p. 47
L’analisi del voto p. 48
Iscritti alla FGCI nella Federazione di Torino p. 53
Conclusioni p. 55
Bibliografia p. 56
Quaderni C.I.P.E.C. p. 57
C.I.P.E.C. Attività p. 59
La carovana di Lotta Continua e l’«eterno» problema dell’organizzazione
Un approccio sociologico ai gruppi della nuova sinistra degli anni Settanta ci consente di “vedere” alcune caratteristiche che, al di là delle differenze ideologiche e politiche, sono loro comuni:
1) Sono il frutto di una forte radicalizzazione giovanile che si matura negli anni Sessanta e scopre la politica e l'”estremismo” nel corso del biennio 1968-1969.
2) È una radicalizzazione politica che si rivolta ai partiti tradizionali della sinistra e che vuole ricercare propri strumenti di azione e di lavoro politico: il movimento, il gruppo di base, il comitato, la pubblicazione di un giornale o di una rivista, l’assemblea.
3) La maggior parte dei “partiti” della nuova sinistra, nascono come gruppi e come movimenti e non come partiti.
Prendono il nome dal loro giornale: Lotta Continua, Avanguardia Operaia, Il Manifesto, Potere Operaio e non hanno alle origini un congresso costitutivo di fondazione.
4) Tutti questi gruppi partivano da una critica del modo di funzionamento dei partiti tradizionali del movimento operaio.
Volevano quindi proporsi come esempi alternativi di funzionamento e di organizzazione politica, oltreché, naturalmente, differenziarsi sul piano ideologico.
5) Gli esiti di questa ricerca furono differenti tra i gruppi anche se, tutti, dovettero fare i conti col problema della strutturazione organizzativa.
Lotta Continua, il gruppo più spontaneista, movimentista e meno “partitista” per antonomasia, rappresenta, ai fini del nostro ragionamento, un esempio storico significativo, che val la pena di riconsiderare anche per riproporre il problema, vecchio e nuovissimo, dell’organizzazione. Un problema che non può essere negato, ma solo affrontato per provare a trovarvi una soluzione mediana.
La “breve” storia di Lotta Continua (1969-1976) è “piena” di questo problema e quando, finalmente, la soluzione parve trovata morì il soggetto che l’aveva generata.