Quaderno CIPEC Numero 37
(1307-2007) 700 anni dopo. Fra Dolcino e Margherita
Download “Quaderno CIPEC 37 ((1307-2007) 700 anni dopo. Fra Dolcino e Margherita)” Quaderno-CIPEC-Numero-37.pdf – Scaricato 6766 volte – 6,32 MBIndice generale
INTRODUZIONE p. 5
Dolcino e gli Apostolici. LA STORIA IN BREVE p. 8
Dolcino, civiltà montanara e autonomia bioregionale p. 11
LONGINO CATTANEO e il Movimento Dolciniano 700 anni dopo p. 20
Note p. 30
Stralci di giornali biellesi p. 33
PER IL VI CENTENARIO del SUPPLIZIO DI FRA DOLCINO p. 33
Sul Monte dei Ribelli p. 34
La partenza da Biella p. 34
Lungo il percorso p. 35
A Vallemosso p. 35
A Mosso S. Maria p. 35
Verso la vetta p. 36
Sul monte Ribelle p. 36
Il comizio p. 37
APPENDICE. Articoli di Paolo Secco pubblicati su OUSITANIO VIVO sul tema delle Eresie nel Cuneese p. 39
DALMAZZO E LA LEGIONE TEBEA p. 39
LA COMPARSA DELL’ERESIA NELL’EUROPA CRISTIANA p. 42
Note p. 44
GLI ERETICI IN CASA NOSTRA: MONFORTE p. 45
Note p. 47
“Dicuntur Catari a cato” … sono detti Catari da gatto p. 48
Note p. 50
I casi di Pietro di Bruis e di Roccavione. Gli eretici e le montagne p. 51
Note p. 52
“Ad explorandum ibi hereticos”. Eretici a Cuneo e Bernezzo tra ’200 e ’400 p. 53
Note p. 55
Tholozan, Narbona, Catalenh, Pra’ de Boni… L’eresia nei toponimi delle Valli Occitane p. 56
Note p. 58
Quaderni C.I.P.E.C. p. 59
CIPEC ATTIVITÀ p. 64
Introduzione Fra Dolcino e Margherita, Quaderno N. 37
Quaderno CIPEC Numero 37, Fra Dolcino e Margherita, con questo numero, riprendiamo la regolare pubblicazione dei nostri quaderni.
La comunicazione, da parte dell’amministrazione provinciale, della decisione di interrompere la pubblicazione, iniziata nella lontana primavera 1995, ci ha portati a stampare, con le nostre forze, due quaderni che erano pronti e di particolare attualità:
quello per gli ottant’anni di Gianni Alasia, celebrati (febbraio) nella sala Viglione del palazzo del Consiglio regionale e quello sull’inchiesta circa la Lega nord nel cuneese, uno dei fenomeni certamente più complessi dello scenario politico provinciale.
La scelta dell’amministrazione provinciale è poi rientrata e ci è stato comunicato che potremo usare ancora la Stamperia della provincia per la durata di questo mandato amministrativo (sino al 2009) per due pubblicazioni all’anno.
Ringraziamo senza formalità la Giunta provinciale, in specifico l’assessore alla cultura Valsania e il presidente Costa, così come abbiamo fatto, per il periodo 1995-2004 con il presidente Quaglia.
Con loro, il personale della tipografia provinciale a cui abbiamo spesso portato (modesti) aumenti di carico di lavoro.
Ribadiamo la natura della nostra iniziativa: fornire documentazione, valutazioni, informazione su tanti aspetti della vita politico-sociale-culturale, concentrandoci in gran parte sul cuneese, senza mancare di toccare un quadro più ampio.
Chi volesse scorrere l’indice dei 36 numeri usciti ad oggi, potrebbe trovare la storia della locale sinistra politica nel dopoguerra, studi sui dati elettorali,
testimonianze di tanti/e militanti (quante si sarebbero perdute se non le avessimo raccolte?), a dimostrazione che la storia è fatta di tante vicende individuali, ognuna significativa, che, in alcune circostanze, si sommano e producono processi collettivi.
La figura di Michele Risso, oggetto di alcuni quaderni (due convegni a Boves e la pubblicazione di alcuni suoi scritti)
Download “Quaderno CIPEC N. 30 (Michele Risso, atti del convegno di Boves (CN) 1 marzo 1996)” Quaderno-CIPEC-Numero-30.pdf – Scaricato 13180 volte – 1,39 MB Download “Quaderno CIPEC N. 36 (Michele Risso: scritti e bibliografia)” Quaderno-CIPEC-Numero-36.pdf – Scaricato 19852 volte – 647,63 KBnon è politico-partitica, ma assume una valenza politica di non poco conto sia per la grande importanza, non solo nazionale, del movimento di cui ha fatto parte, sia per la attualità dei temi toccati (la malattia mentale, la sofferenza, l’emarginazione…).
Doveroso ricordarne vita ed opera, soprattutto in una realtà locale che lo ha sempre sottovalutato ed in un clima complessivo che sembra volutamente cancellare, o almeno ignorare, le esperienze più significative che abbiamo alle spalle (quanti/e studenti/esse di psicologia conoscono oggi l’impegno “epocale” di Franco Basaglia?).
Atipico il quaderno su Alberto Manna, consigliere provinciale di Forza Italia, prematuramente scomparso,
di cui è parso giusto riportare gli interventi nell’assemblea locale.
Oltre al locale, alcuni temi nazionali: il socialismo italiano, atipico e non omologabile per decenni a quelli europei, i nodi della storia comunista, dal Pci a Rifondazione, le speranze e le contraddizioni della nuova sinistra.
Accanto ai quaderni l’attività del CIPEC, sempre autofinanziata, basata sull’impegno volontario.
Importante e da rilanciare e per i grandi nomi che abbiamo avuto l’onore di ospitare
(per tutti/e: Masi, Geymonat, Bellofiore, Spinella, Girardi, Cortesi, Collotti Pischel, Revelli, Ferrero, Pirella, Santarelli, Moscato, Meandri, Barbero, La Valle, Carlevaris, Rieser, Dinucci, Perini, Novelli, Nesi, Agostinelli, Cremaschi) e per le tematiche toccate, quasi sempre “fuori dal coro”.
Affrontare “senza rete” e privi di dogmi il discorso della crisi del marxismo, il rapporto tra questo e nodi “emergenti” (ambiente, femminismo, pacifismo…),
iniziare prima che fosse “di moda” a parlare di globalizzazione o di emergenza ambientale, presentare libri spesso scomodi, ragionare sulla psicanalisi senza sposare questa o quella scuola sono per noi motivo di vanto e di soddisfazione,
così come i sei corsi sugli “anni della nostra storia” (dal 1945 al 1990) che occorrerà, un giorno o l’altro, continuare con il periodo più prossimo all’oggi.
I prossimi numeri di questa “modesta e spartana” pubblicazione intrecceranno le questioni sopra ricordate: introduzioni a molti convegni e iniziative pubbliche, memorie di militanti (quanti/e, purtroppo, non ci sono più?), temi più ampi, a cominciare da quello delle eresie, soprattutto quelle che hanno determinato ripercussioni più ampie rispetto alla sola questione “dottrinaria”.
Valuteremo e cercheremo di studiare come la storiografia marxista (Engels, Kautsky, Bloch) abbia interpretato le grandi sollevazioni popolari suscitate da personaggi come Müntzer, Jan Hus tanto per citare i più conosciuti.
Attraverso le sfumature di Loewenberg, Esch , Lohmann, Hinrichs e altri arriveremo ad analizzare il nesso tra teologia e rivoluzione;
nello specifico dove termina la componente teologica e inizia il “sovvertimento” dei rapporti sociali.
Certamente si dovrà tenere conto dei limiti teologici degli studi marxisti e separare l’esaltazione delle azioni rivoluzionarie degli “eretici” dalla glorificazione della rivoluzione proletaria.
Di pari passo getteremo uno sguardo nella poco conosciuta e poco letta “storiografia illuministica” di queste grandi vicende. Un tentativo di analisi scientifica della esperienza müntzeriana fu fatto dal pastore protestante G. T. Strobel,
un diretto testimone delle iniziali rivolte di stampo giacobino nella Norimberga della fine del ‘700 e successivamente il medico giacobino J. B. Erhard scrisse il suo “Sul diritto del popolo alla rivoluzione”.
Questo è il compito su cui sarebbe interessante potersi impegnare in futuro.
In questo numero, come detto, vogliamo dare il nostro modesto contributo al settimo centenario del martirio di fra Dolcino, Margherita da Trento, Longino Cattaneo e a tutti e tutte coloro che in questa vicenda videro un riscatto dal servaggio temporale del potere religioso allora dominante.
La figura di Fra Dolcino, giustamente rivendicata dal movimento socialista al suo sorgere, come ideale continuità fra la protesta religiosa-sociale del Medio Evo e le rivendicazioni sociali di un grande movimento emergente che si riprometteva di cambiare il mondo
(quanto paghiamo oggi il fatto che questo non sia avvenuto o che, in tanti casi, si sia trasformato nel suo contrario!) è ancor oggi ricordata per la coerenza sino al martirio, ma richiama la necessità di trasformazione morale e sociale propria di tanti movimenti ereticali e pauperistici, convinti, come il primo socialismo che un nuovo mondo fosse alle porte.
Accanto agli scritti, nati in occasione di convegni dolciniani ed iniziative, alcune pagine di vecchi giornali socialisti che ripropongono il sapore e le tematiche di un mondo lontano eppure ancora così appassionante.
Quindi scritti dell’amico Paolo Secco,
comparsi sul periodico “Ousitanio vivo” e tutti centrati sulla religiosità della nostra area geografica e su eresie locali.
Pagine poco conosciute che parlano di tensioni, di una fede religiosa che impronta ogni attimo della vita ed ogni scelta, di aree dove diverse letture di Dio e dei Vangeli si sono intrecciate e confrontate, anche drammaticamente.