Beppe Dutto, un uomo onesto

Ho conosciuto Beppe Dutto a metà anni ’60. Io studentino, tra i pochissimi liceali di Boves, lui di dieci anni più vecchio di me, giovane iscritto al minuscolo PCI locale, in una delle realtà più difficili, quella di un paese cattolico, in gran parte contadino, privo di tradizioni operaie, dove anche il movimento resistenziale era passato senza lasciare radici politiche.

Beppe Dutto uomo onesto

Debole e coraggiosa presenza: Manduca, i due Giuliano, Vivenza, Foncio e Rita, Oreste…

Non so se fosse già piccolo imprenditore edile, ma l’esperienza per lui fondamentale era stata quella della FIAT, da cui operaio, era uscito comunista, iscritto al PCI.

Ne parlava spesso, dicendo di avere in quegli anni di fabbrica, modificato modo di pensare “visione del mondo” (si diceva così), amicizie, giudizio sui compagni (erano tutto il contrario delle calunnie dette su di loro).

Matrimonio civile

In paese aveva suscitato scandalo (ma non so datarlo) il suo matrimonio civile, in Municipio.

La “gente” ne aveva parlato con toni drammatici.

Come potevano questi comunisti non celebrare un matrimonio benedetto? E i figli?

Il PCI locale (comune e provincia) era gracile, ma “l’immaginario” era ben diverso:

L’URSS e metà dell’Europa erano socialiste, così la Cina, il paese più popoloso del mondo.

Anche nel continente americano un piccolo paese, Cuba, si era liberato e in Asia, Africa, America latina grandi masse stavano dando vita a enormi processi storici, contro il colonialismo, il neocolonialismo, l’oppressione politica ed economica.

Beppe era affascinato dalle “imprese spaziali” (si diceva così) sovietiche.

Un paese che 40 anni prima aveva enormi livelli di analfabetismo, che era stato distrutto dalla guerra mondiale, produceva il più alto numero di tecnici, la più grande ricerca scientifica:

il primo satellite, le prime foto dell’altra faccia della Luna, il primo uomo, poi la prima donna, nello spazio:

Erano i segni, con altri (pace, scuola, sanità…) della superiorità di un sistema sociale.

Vi era, in questa formazione, una forte visione scientista.

L’azione dell’uomo poteva forzare la natura, piegarla, utilizzarla a giusto fine.

Quante dighe erano state costruite?

Non si era modificato il corso di qualche fiume?

E non si tentava di rendere fertili le aree più gelide?

Il nucleare non si usava a fini di pace?

E l’URSS non aveva aiutato l’Egitto, costruendo la diga di Assuan?

Le imprese spaziali aprivano un nuova tappa nella storia dell’umanità.

Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio, era il simbolo dell’uomo sovietico, dell’uomo nuovo, teso al benessere del mondo intero.

Non è un caso che il suo primo figlio abbia avuto il nome dell’eroe sovietico.

CONTINUA.

Articolo completo di Sergio Dalmasso:

Download “Morte di Beppe Dutto, il ricordo di Sergio Dalmasso” Beppe-Dutto-morto-un-uomo-onesto.pdf – Scaricato 56 volte – 136,60 KB

PERSONAGGI DI UN’ALTRA SINISTRA LIBERTINI

PERSONAGGI DI UNA ALTRA SINISTRA LIBERTARIA, ERETICA, RIVOLUZIONARIA:
LUCIO LIBERTINI
di Sergio Dalmasso

Nel 2020 ho pubblicato, presso Punto Rosso, Milano, la biografia di Lucio Libertini in cui ho tentato, “in sedicesimo”, di riprendere quel Lungo viaggio nella sinistra italiana che lui stesso intendeva scrivere e di cui restano pochissime pagine, interrotte dalla morte improvvisa.

La domanda più comune è stata: Chi era?

Lucio Libertini Personaggi di una altra sinistra

Altr* ricordavano la sua attività nel PCI e, quindi quella, purtroppo breve, in Rifondazione (fondatore e presidente del gruppo al Senato).

Nessun* ricordava, invece, un percorso, di circa trent’anni (1944-1972) in cui era passato per esperienze eterodosse, che possono parere anche contraddittorie, ma che erano legate alla volontà di costruire una forza di classe e di uscire dalla stretta stalinismo/ socialdemocrazia.

Libertini rispondeva alle accuse, vergognose, di essere stato un globetrotter della politica, di essere passato per numerosi partiti e sigle, di avere prodotto scissioni continue, rivendicando una continuità e una coerenza ben superiori a quelle di tant* che hanno sempre militato in un solo partito.

CONTINUA …

Scheda pubblicata nel mensile “Il Lavoratore ” di Trieste n. Anno XXIV n. 8 – 12.11.2024.

Scheda completa di Sergio Dalmasso:

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Download de “IL LAVORATORE” di Trieste n. 8, anno XXIV, 12 novembre 2024, Dir. Resp. Romina Pellecchia Velchi:

Download “Il LAVORATORE n. Anno XXIV n. 8 - 12.11.2024” IL-LAVORATORE-NOVEMBRE-2024.pdf – Scaricato 31 volte – 1,96 MB

Quando il cielo era con noi. Un outsider del Sessantotto

Angelo GUALTIERI, Quando il cielo era con noi. Un outsider del Sessantotto, Formigine, Infinito edizioni, 2024, pp. 171, 18 euro.

La lettura di Quando il cielo era con noi di Angelo Gualtieri mi ha interessato per vari motivi.

Innanzi tutto, siamo esattamente coetanei il che significa che siamo passati per le stesse sollecitazioni, abbiamo vissuto gli stessi fatti, conserviamo ricordi comuni.

Copertina di Quando il cielo era con noi

Poi, abbiamo vissuto i mitici anni ’60, venendo ambedue da piccoli centri e trovandoci in una grande città (non cito Giorgio Gaber), Genova per me, Bologna per lui, con l’inevitabile confronto tra la realtà di paese e il dibattito vivo, non solo nel movimento studentesco, che esplodeva in quel particolare momento storico.

Ancora, tutto il racconto di Gualtieri è costellato da continui riferimenti alla grande musica di quegli anni, a cominciare dal titolo che si riferisce a Canzone per te di Sergio Endrigo (festival di Sanremo 1968). Ogni capitolo inizia con la citazione di una canzone:

Compagno di scuola di Venditti,

Contessa di Paolo Pietrangeli,

Eve of destruction di Barry Mc Guire, A whiter shade of pale.

Mi ha rovinato il sessantotto degli Squallor, Quelli eran gorni; continui sono i riferimenti alle canzoni che ci hanno accompagnati nel corso del racconto, quasi una colonna sonora di un film biografico: Furono le canzoni a costituire la colonna sonora di quel periodo (p. 92).

CONTINUA …

Download della Scheda completa di Sergio Dalmasso, Quando il cielo era con noi:

Download “Quando il cielo era con noi scheda di Sergio Dalmasso” Angelo-GUALTIERI-Quando-il-cielo-era-con-noi.pdf – Scaricato 92 volte – 366,61 KB

Quaderno CIPEC 73

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Copertina del Quaderno CIPEC N. 73

Indice generale

Luca Robaldo presidente della Provincia di Cuneo p. 5

Saluto del Presidente della Provincia di Cuneo Robaldo p. 6

Un saluto a Piero Basso, Sergio Dalmasso p. 7

Rocco Scotellaro, il meridionalismo eretico di un irregolare, Sergio Dalmasso p. 8

Giacomo Matteotti, cento anni dopo, Sergio Dalmasso p. 21

Perché il socialismo deve essere internazionalista …, Michael Löwy p. 32

Rosa Luxemburg e il comunismo, Michael Löwy p. 40

Per ricordare Rocco Cerrato, S.D. p. 51

C.I.P.E.C. Attività p. 55

Quaderni C.I.P.E.C. p. 62

BOVES: 6 anni di vita del CIRCOLO BARALE, S.D. p. 71

BOVES: il Circolo BARALE. Attività del circolo p. 73

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Quaderni a cura di Sergio Dalmasso

Quaderni a stampa, Stamperia della Provincia di Cuneo

La ragazza occitana.

Vita movimentata di Dominique Boschero

La ragazza occitana, Mainardi e Dalmasso

La ragazza occitana presentazione domenica 15 settembre 2024, con l’autore del libro Nando Mainardi converserà Sergio Dalmasso a Genova alle ore 21.00 in Piazza Romagnosi.

Interventi musicali di Rosario “Roy” Russo.

Sinossi del libro di Mainardi

“La ragazza occitana” racconta la parabola rocambolesca e appassionante di Dominique Boschero, attrice molto nota negli anni Sessanta e Settanta:

dall’infanzia a Parigi, figlia di emigrati piemontesi, alla scoperta delle valli dell’Occitania italiana; dall’esordio nel teatro di rivista francese all’arrivo a Cinecittà negli anni della “dolce vita”;

dal successo grazie a film commerciali e di cassetta all’adesione alla stagione del Sessantotto e della contestazione, fino al ritiro definitivo dalle scene e alla scelta di fare la contadina.

La storia di Dominique Boschero è anche una sorprendente foto di gruppo, in cui compaiono Alain Delon, le donne e gli uomini che liberarono Parigi dal nazismo, Gian Maria Volonté, Frank Sinatra, gli attivisti occitani, Luigi Tenco, Gino Paoli, i marxisti-leninisti, Charles Aznavour e altri ancora.

Viene fuori il ritratto di una donna anticonformista e ribelle, sempre spiazzante e mai allineata.

Il Ciclostile n 15 settembre 2024, libro di Diego Giachetti

Odio i lunedì. Con Vasco Rossi negli anni Ottanta

Il Ciclostile n 15 settembre 2024 contiene, tra l’altro, le recensioni  del libro di Diego Giachetti Odio i lunedì. Con Vasco Rossi negli anni Ottanta.

Recensioni di Sergio Dalmasso (pubblicata anche nella sezione del sito Archivio, Scritti storici, Schede e recensioni)

Download “Recensione Dalmasso libro di Giachetti Odio i lunedì. Con Vasco Rossi negli anni '80” Odio-i-lunedi-Vasco-Rossi-il-Ciclostile-15-settembre-2024.pdf – Scaricato 3410 volte – 252,69 KB

e Mary Abbondanza.

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Ciclostile n. 15 settembre 2024, Copertina Partecipazione

Sommario de Il Ciclostile n. 15 settembre 2024

 

Sommario Ciclostile n. 15 settembre 2024

EDITORIALE pag. 3

La CES e le elezioni europee del 2024. pag. 6 Andrea Malpassi

La crisi francese post elezioni vista da un sindacalista della CGT. Pag.10 intervista di Mariella Palmieri

Labirinto politico nello stato spagnolo pag. 14 Fabrizio Burattini

La esperanza está en la calle (La speranza è nella strada) pag. 18 Gianmarco Pisa

Contro l’autonomia differenziata, per un altro modello di sviluppo. Pag. 24 Rosario Marra

Il Fascismo eterno. Pag. 28 Luca Pastore

Diego Giachetti. Odio i lunedì. Con Vasco Rossi negli anni Ottanta. Pag. 31 recensione di Sergio Dalmasso

Diego Giachetti. Odio i lunedì. Con Vasco Rossi negli anni Ottanta. Pag. 33 recensione di Mary Abbondanza

Per Attilio Bonadies. Pag. 36 Maria Teresa Schiavino per associazione Off/cine

L’eredita’ politica di Margaret Cittadino. Pag. 40 Salvatore Raimondi

Antonio Caiella: operaio, rivoluzionario, dirigente sindacale. Un compagno. Pag. 44 Carlo Barone

CONTROVENTO. Pag. 46 Ciro Romaniello

Questo Magistero non s’ha da fare. Pag. 54 Vittorio Salemme

Bourget di Adriano Agostino

Bourget, TUPOLEV 144

Volevo ricordare con voi un fatto capitato proprio 50 anni fa, purtroppo è una disgrazia, costata la vita a parecchie persone, io sono rimasto sconvolto dato che ero un testimone diretto.

Quell’anno avevamo deciso di passare le ferie a Parigi, per spendere poco e visitare una bellissima città.

Tra i tanti luoghi comuni diventati di dominio pubblico, spesso usati a sproposito o comunque molto opinabili,

ne esiste uno che rimarrà intramontabile, quello che dice, varie volte probabilmente modificato: “Parigi è sempre Parigi”.

Sempre uguale, la Tour Eiffel, e sempre diversa, Les Halles, in continua evoluzione, comunque, una delle più belle capitali del mondo, peccato, come dicono i baresi, che non abbia il mare …

Come ho già detto, c’ero già stato da solo molto tempo prima, questa volta ero a Parigi in compagnia di mia moglie, non proprio in viaggio di nozze, ma quasi.

Avevamo trovato alloggio in un alberghetto nel quartiere Latino, vicino alla piazza della Madeleine.

Dopo avere visitato tutti i musei e luoghi più importanti della città, sia di giorno che di notte, trovammo su una locandina esposta nel nostro albergo una notizia che ci parve molto interessante:

si trattava di un giro organizzato all’aeroporto di Bourget per l’esposizione annuale dei nuovi aerei e l’esibizione dei vecchi velivoli a doppie ali.

Veniva, inoltre, reclamizzata con belle parole la presenza con possibilità di visita del nuovissimo

“Concorde” di produzione anglo-francese e la sua versione sovietica, il misterioso e mai visto “Tupolev 144”.

CONTINUA …

Download completo del saggio, di Adriano Agostino, Bourget:

Download “Bourget di Adriano Agostino” Bourget-Adriano-Agostino.pdf – Scaricato 7818 volte – 119,82 KB

Ultimo esame di Adriano Agostino

Erano già da alcuni giorni, che mi faceva molto male lo stomaco, avevo tanti appuntamenti, ma non sono andato da nessuna parte, oggi è il 20 di gennaio, volevo andare al Circolo Lenci per l’aperitivo, non mi sentivo bene.

Ultimo esame, foto di Adriano Agostino

Verso sera ho vomitato quel poco che avevo, sto pensando all’incontro di domani, 99 anni dalla Fondazione del Partito Comunista,

avevo scritto un intervento, lo tengo per il centenario …

Aumentano i dolori, è mezzanotte passata, Gabri chiama l’auto medica e dopo l’ambulanza.

Sono all’ospedale Galliera sotto un attacco di pancreatite, così è stato sentenziato dai dottori, in seguito aggiungeranno “virale”,

(io l’ho saputo a casa di cosa soffrivo e che i medici avevano parlato “se passa la notte”) subite alcune iniezioni il fortissimo dolore allo stomaco sta cessando,

Gabri (mia moglie) è con Enri (mio figlio), parlano coi medici, mi pare di avere sentito “Ultimo esame” non sapevo proprio a cosa si riferissero e,

forse per associazione d’idee, perché ero mezzo intontito se non del tutto, al momento non mi sovviene,

ma mi è tornato in mente l’ultimo esame che ho sostenuto e mentre gli addetti notturni ai lavori eseguivano “tac” con pericolosi liquidi di contrasto e la testa andava arrosto, mi sono rivisto oltre cinquant’anni prima all’Università di Mosca.

Sono in classe con tutti i compagni.

Siamo arrivati agli sgoccioli, domani ci sarà l’orale di letteratura, con difesa della tesi, posso dire che è il mio forte, ho scelto, non a caso,

un autore degli anni trenta, un eroe comunista, morto giovanissimo, tra la classe dirigente scolastica continua ad essere un discorso aperto,

molti dei miei colleghi hanno preferito autori classici e conosciuti, tra la metà e la fine dell’ottocento, cose più pensate che realistiche,

mettere in piazza l’animo umano con poesie e incontri amorosi invece di un colpo di pistola, vedremo come andrà a finire.

Oggi, tra poco, l’ultimo scritto. Qualunque cosa sia, io sono pronto.

CONTINUA …

Download del saggio Ultimo esame completo di Adriano Agostino:

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Giacomo Matteotti, 100 anni dopo

In transform! Italia, 19 giugno 2024, Sergio Dalmasso, Giacomo Matteotti, cento anni dopo, e in sergiodalmasso.com, sezione Archivio, Scritti storici, Articoli e saggi.

Saggio di Sergio Dalmasso pubblicato anche nel n. 5 anno XXIV – 7 luglio 2024 de “Il lavoratore di Trieste”:

Download “Il Lavoratore di Trieste n. 5 Anno XXIV del 7 luglio 2024” IL-LAVORATORE-LUGLIO-2024.pdf – Scaricato 7777 volte – 1,97 MB

Giacomo Matteotti cento anni dopo l'assassinio da parte dei fascisti

Un socialista riformista

Matteotti 100 anni dopo. Se il cinquantenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti era passato in sordina, anche a causa della complessa situazione politica italiana,

se per decenni la sua figura è stata ricordata limitandola agli ultimi, drammatici, giorni (discorso alla Camera, rapimento, uccisione),

il centenario permette una riflessione più ampia sulla sua figura e sulle vicende del socialismo italiano negli anni che vanno dal primo dopoguerra all’avvento del regime fascista.

Matteotti nasce nel 1885 a Fratta Polesine, da una famiglia benestante, di possidenti.

La ricchezza della famiglia e i sospetti sulle sue origini, legati alla accusa di usura, gli costeranno attacchi e calunnie sino alla definizione di socialista milionario, legata anche al suo portamento aristocratico.

Il bisogno di giustizia e di solidarietà, in un’area geografica segnata da povertà del mondo contadino, malattie endemiche, disoccupazione, gli fanno considerare come privilegio la propria condizione e lo spingono, giovanissimo, ad iscriversi alla organizzazione giovanile del PSI e, nel 1904, al partito.

Laureato precocemente, nel 1907, è incerto tra la carriera accademica e l’impegno politico,

ma scioglie l’incertezza con molti incarichi amministrativi, con l’assidua collaborazione al periodico polesano “La lotta”, nel 1914 con la partecipazione al congresso nazionale del partito, sino all’elezione al parlamento, nel 1919 (rinnovata, quindi, nel 1921 e nel 1924).

Nel PSI, Matteotti si colloca nella componente riformista.

Questa perde la maggioranza nel 1912, al congresso di Reggio Emilia, quando viene espulsa la corrente di destra (Bissolati) accusata di appoggiare il governo Giolitti anche dopo l’inizio della guerra di Libia.

L’accusatore più netto e reciso è il romagnolo Benito Mussolini, nominato direttore dell’“Avanti!” che modificherà nettamente nell’impostazione e nello stile giornalistico.

Segretario politico è Costantino Lazzari.

Questo riformismo si caratterizza per il rifiuto del massimalismo, dell’estremismo verbale, per l’attenzione alle questioni amministrative, ai temi tecnici, economici,

finanziari, per l’opposizione alla proposta dello sciopero generale che l’“Avanti” reitera con insistenza (prova generale della grande rivoluzione che sostituirà la classe dominata alla dominante).

È netta la sua opposizione all’intervento nella grande guerra.

È durissimo contro il trasformismo di Mussolini, passato nel giro di breve tempo Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante (fondo sull’“Avanti” del 18 ottobre 1914) … CONTINUA.

Download completo saggio di SERGIO DALMASSO di Giacomo Matteotti, cento anni dopo:

Download “Giacomo Matteotti, cento anni dopo (Transform! italia di Sergio Dalmasso)” In-Transform-italia-19-giugno-2024-GiacomoMatteotti.100-anni-dopo.pdf – Scaricato 9059 volte – 245,81 KB

Presentazione di Rosa Luxemburg oggi

Sergio Dalmasso presso il Chiosco San Matteo a Genova.

Le foto sono di Domenico Calbi

Riportiamo l’estratto di Dalmasso presente in:

In Rosa Luxemburg oggi, Lezioni teoriche vive, Pontassieve, ed. Prospettiva Edizioni Services & Publishing, 2023.

Sergio Dalmasso

Una Rosa che vive

Mi limito ad alcune considerazioni, brevi e sintetiche, sui motivi che rendono Rosa Luxemburg figura imprescindibile nella ricostruzione, anche se sempre più complessa, di un pensiero ed una pratica alternativi, in questo ventunesimo secolo.

Viene immediatamente alla luce come la più grande figura femminile nella storia del marxismo,

– quella che Lenin, pur nel dissenso, definì aquila e delle opere della quale ha consigliato lo studio alle giovani generazioni,

– Trotskij chiese di preservare (Giù le mani) dall’uso strumentale di socialdemocratici e stalinisti,

– Lukacs (e con lui Lelio Basso) lesse come la maggior continuatrice della concezione dialettica di Marx,

sia stata, per decenni, colpita da critiche e luoghi comuni, additata come portatrice di concezioni e teorie da emarginare (il luxemburghismo, la sifilide luxemburghiana…).

Deformazioni su Rosa Luxemburg

Tutto in lei contrasta con le deformazioni che il pensiero marxista – la concezione per cui la liberazione del proletariato è opera del proletariato stesso – ha subito ad opera del gradualismo meccanicistico della Seconda internazionale e della distorsione staliniana a partire dagli anni ’20,

sino alle tragedie dei decenni successivi (si pensi, ma non solamente, alle ondate di processi e alla distruzione di tutto il gruppo dirigente bolscevico).

Rosa è atipica, già in gioventù, nel movimento socialista polacco, quando rifiuta la priorità dell’impegno sulla questione nazionale.

La sua stessa tesi di laurea inquadra la questione polacca, al centro di tanti documenti dell’internazionale e di scritti di Marx, Engels e Lenin, in termini strutturali:

la Polonia è divisa fra tre grandi imperi (Germania, Austria, Russia) e ognuna delle tre parti è legata, economicamente, allo stato di cui fa parte.

L’indipendenza nazionale cozzerebbe contro le strutture economiche ed è, comunque, da collocarsi in secondo piano, rispetto alla centralità della lotta di classe.

CONTINUA … Download completo:

Download “Una Rosa che vive (Estratto di Sergio Dalmasso dal libro Rosa Luxemburg oggi)” 2023-in-Rosa-Luxemburg-oggi-Lezioni-teoriche-vive.pdf – Scaricato 24172 volte – 285,03 KB

Presentazione Rosa Luxemburg oggi copertina libro

Presentazione Rosa Luxemburg oggi relatore Sergio Dalmasso
Presentazione Rosa Luxemburg oggi Chiosco San Matteo