In “Il Ciclostile”, n. 13, novembre 2023, diretto da Angelo Orientale, Un partito del lavoro?
Un partito del lavoro è ancora possibile?
Senza cercare ogni volta, la soluzione miracolistica, il salvatore della patria e senza avere una visione di breve periodo, da tempo la sinistra avrebbe dovuto assumere alcune scelte chiare e lineari, senza rimetterle in discussione ad ogni scadenza:
– totale e irreversibile autonomia rispetto al centrosinistra;
– priorità delle tematiche sociali ed ambientali che debbono essere coniugate;
– politica di piano: transizione ecologica, banca pubblica di investimento, assunzioni per lavori di utilità sociale;
– socializzazione delle utilities pubbliche (energia, gas, acqua), loro pubblicizzazione con gestione democratica e controllo (vecchia proposta) dei lavoratori;
– rilancio del welfare. No alle privatizzazioni e alla mercatizzazione di trasporti, sanità, istruzione…; – controllo democratico sulla gestione delle imprese;
– tassazione progressiva sui grandi patrimoni e sulle ricchezze finanziarie;
– riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Ricordo la vecchia promessa di Prodi (1997), allegramente dimenticata e mai mantenuta;
– attacco alla precarietà;
– rimessa in discussione immediata della architettura della UE, basata sull’austerità e sul servilismo atlantista.
Occorre cambiare le regole e gli attuali trattati:
– politica di pace, nel ripudio di tutte le guerre, nella messa in discussione dell’atlantismo servile, delle basi militari nucleari presenti sul nostro territorio.
Circa la guerra russo- ucraina, rifiuto di ogni posizione di campo, richiesta di una soluzione di pace che preveda l’autonomia delle due regioni russofone e il non ingresso dell’Ucraina nella NATO (così chiedevano i sempre disattesi accordi di Minsk).
– politica europea sulla migrazione, fenomeno epocale nato da guerre, catastrofe climatica, divario crescente fra aree del mondo.
Questa ipotesi dovrebbe implicare non scioglimenti, nuove sigle, soluzioni miracolistiche…, ma la capacità delle formazioni politiche e sociali esistenti di avere progetti comuni, discussioni (non da intergruppi), un progetto di lungo periodo che eviti rotture, traumi e polemiche ad ogni scadenza.
Pesano i vizi che conosciamo e ci perseguitano da decenni.
La necessità è, però, evidente e dovrebbe permettere di superare estremismi ed opportunismi, pena il ritorno della già sperimentata “politica del pendolo”:
opposizione (doverosa) alle destre, ma nel caso di governi diversi, l’incapacità di produrre politiche alternative, con conseguente distruzione di quello che un tempo era il blocco sociale cui la sinistra faceva riferimento.
https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Sergio Dalmassohttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngSergio Dalmasso2024-02-17 11:31:402024-02-17 11:49:53Un partito del lavoro?
Capitolo primo Rivista La Sinistra, Sergio Dalmasso
LA RIVISTA
LA SINISTRA
La Samonà-Savelli
La casa editrice Samonà-Savelli nasce a Roma nel 1963.
Giuseppe Paolo Samonà è redattore all’“Unità”, ma ne viene allontanato per dissenso politico.
Studioso di letteratura, sarà insegnante nelle università di Chieti-Pescara, Mogadiscio, Montreal.
Pubblicherà testi su Gioacchino Belli (1969), Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1974), Letteratura e stalinismo (1971). Tradurrà il poeta russo Sergej Aleksandrovic Esenin.
Nel 1968 abbandona la casa editrice che, dal 1970 alla chiusura (1982), si denominerà: Savelli- La nuova sinistra.
Giulio Savelli (Roma 1941) proviene da una famiglia dell’alta nobiltà romana, legata al Vaticano.
Nell’autunno 1966, viene radiato dalla federazione romana del PCI, a causa della nascita del mensile “La Sinistra”.
Dagli anni ’80, cosa comune a tante figure dell’area, modifica le proprie posizioni, sino all’approdo, nel 1996, alle liste della destra berlusconiana.
È eletto deputato nella circoscrizione di Legnano, con il 36,8%, superando la candidata della Lega (29.5%) e quello dell’Ulivo (33,7%).2
Fa parte, successivamente, dei gruppi di Forza Italia, Misto-patto Segni-liberali, UDR, CCD.
La casa editrice si caratterizza come voce della sinistra critica verso l’accordo DC-PSI, ma anche verso il PCI e le sue scelte politico-culturali.
Delle due correnti di pensiero, allora dissenzienti rispetto alla direzione togliattiana, l’operaismo e il trotskismo, la Samonà Savelli “sposa” la seconda, appoggiando le posizioni della Quarta internazionale in una sua fase, in Italia, di relativa crescita.
L’”entrismo” nel PCI fa sì che in più federazioni siano attivi esponenti trotskisti, come anche nella redazione dell’”Unità”.
La messa in discussione dello stalinismo, dopo il 1956, ha prodotto discussioni, anche scontri, soprattutto nella FGCI e nel suo organo “La città futura”.
La realtà internazionale, in movimento, ha forti ricadute anche nella realtà italiana.
I primi titoli prodotti sono tutti “politici”. Suscita polemiche Scrittori e popolo (1965) di Alberto Asor Rosa, attacco frontale allo storicismo e al “populismo” della cultura del PCI.
Il testo sottolinea la differenza fra l’ideologia degli intellettuali di sinistra e le esigenze della classe operaia (Asor Rosa è tra gli artefici della rottura del gruppo dei “Quaderni rossi” e della nascita di “Classe operaia”), mette in discussione la politica culturale togliattiana nel suo rapporto con la tradizione democratica nazionale (Vico-Croce) e conseguentemente lo stesso Gramsci (poco amato negli “anni ’68”).
https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Sergio Dalmassohttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngSergio Dalmasso2024-02-16 19:31:222024-08-28 12:30:36Capitolo primo La Sinistra
Giovanna Capelli, Passare con il semaforo rosso,quasi un romanzo. 1968-1976 Il Centro Mao di San Giuliano. Comuniste e comunisti alla ricerca del partito, Mimesis, Milano, 2022.
Indagine su Picelli. Fatti, documenti, testimonianze
Indagine su Picelli, Guido Picelli è l’eroe delle barricate di Oltretorrente, a Parma, dove nell’agosto del 1922, le squadre fasciste, capitanate da Italo Balbo, subiscono una delle poche sconfitte sul campo.
Nato nel 1899, orologiaio, attore, interventista, partecipa alla guerra mondiale nella Croce Rossa. È allievo dell’Accademia militare.
Nel 1921 è eletto parlamentare per il PSI. Nel 1922 passa al PCd’I, con la corrente dei Terzinternazionalisti.
Nell’agosto 1922, è l’anima delle barricate parmensi, nella convinzione che l’unità (socialisti, comunisti, anarchici…) negli Arditi del popolo sia l’unico strumento per opporsi alla marea fascista.
Rieletto parlamentare nel 1924, per il PCd’I: l’esposizione, il 1 maggio, della bandiera rossa dalle finestre della Camera.
Più volte condannato, sfugge all’arresto, in quanto eletto alla Camera, ma nel 1926 è condannato a cinque anni di confino a Lipari.
Da Lipari fugge nel 1932 ed è esule, con la moglie Paolina, in Francia, in Belgio, in URSS.
Lavora come operaio in fabbrica, isolato nel clima drammatico di sospetto proprio dell’URSS dell’epoca.
Nel 1936 ottiene la possibilità di andare a combattere in Spagna.
Nel passaggio a Parigi, incontra un esponente del POUM spagnolo che gli offre di partecipare all’organizzazione delle milizie della formazione di sinistra eterodossa.
Sceglie, invece, le brigate Garibaldi, legate al partito.
In “Il presente e la storia ”, n. 98, 2020, Mariamargherita SCOTTI, Vita di Giovanni Pirelli. Tra cultura e impegno militante, Roma, Donzelli ed., 2018, pp. 291.
Mariamargherita Scotti archivista e ricercatrice in Storia contemporanea è autrice di Da sinistra. Intellettuali, Partito socialista italianoe organizzazione della cultura, 1953-1960 (Roma, Ediesse, 2011), originale studio sulla politica culturale socialista negli anni ‘50, nel difficile tentativo di evitare l’appiattimento sul PCI.
Ne emergono le grandi figure di Gianni Bosio e di Raniero Panzieri.
Negli ultimi anni, si è occupata con grande attenzione di Giovanni Pirelli, singolare figura di intellettuale (romanziere, storico) e di militante politico, figlio di Alberto Pirelli, e quindi “erede” di una delle più grandi famiglie della borghesia italiana.
Pirelli è stato oggetto di studio da parte di Diane Weill Ménard,Vita e tempi di Giovanni Pirelli (Milano, Linea d’ombra, 1994), del grande Cesare Bermani, Giovanni Pirelli, un autentico rivoluzionario (Pistoia, CDP, 2011), oltre che dalla stessa Scotti, Giovanni Pirelli, intellettuale del ‘900 (Milano, Mimesis, 2016).
Pirelli nasce a Milano nel 1918. È destinato, primogenito, a succedere al padre nella direzione dell’industria: Sono cresciuto all’ombra di una grande fabbrica, nel fischio delle sue sirene, al suo odore: l’odore della gomma quando viene vulcanizzata. Mi si diceva: “Un giorno ne diventerai capo, se ne sarai degno”.
Giovanni Pirelli durante la guerra
In guerra è sul fronte francese (1940), quindi nei Balcani, inizialmente convinto delle ragioni della guerra fascista e della persecuzione contro i partigiani e la popolazione slava.
Nel 1942 è in Germania, nella commissione per la tutela degli italiani che vi lavorano, quindi nell’ARMIR, nella campagna di Russia: La mia scala? L’ho bruciata.
È successo in Russia, se ben ricordo; c’era la ritirata, faceva freddo. Se ben ricordo, non ho più avuto scale di valori.
Rientrato in Italia, evita l’arruolamento nelle milizie della Repubblica sociale per l’importanza strategica della Pirelli, ma, nel febbraio 1945, raggiunge i partigiani della val Chiavenna, commissario politico G.L. (Giustizia e Libertà) Continua…
https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Sergio Dalmassohttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngSergio Dalmasso2024-02-03 20:15:152024-02-04 10:14:09Mariamargherita SCOTTI, Vita di Giovanni Pirelli
Si rende disponibile – in data 26 gennaio 2024 – gratis il “Capitolo 1 Rifondazione Comunista” del libro sulla storia di Rifondazione Comunista dal 2001 al 2011 di Sergio Dalmasso.
Brevissimo stralcio del video sulla presentazione dell’11 aprile 2022 del libro sulla storia di Rifondazione Comunista. Dal movimento dei movimenti alla chiusura di «Liberazione», storia di un partito nella crisi della sinistra italiana, di Sergio Dalmasso (Red Star Press, 2021). Presentazione organizzata dalla rivista Su la testa. Con l’autore Dalmasso, Daniela Chironi (ricercatrice della Scuola Normale di Pisa) e Paolo Ferrero (direttore della rivista Su la testa: https://www.sulatesta.net/) Il video completo è reperibile al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=KzbNz9niEYo
Parte dell’introduzione
Nel lontano 2002 ho pubblicato Rifondare è difficile. Rifondazione comunista dallo scioglimento del pci al “movimento dei movimenti” (Centro documentazione di Pistoia, Pistoia, 2002).
Il testo, poi ristampato integralmente nel n. 31 dei «Quaderni del cipec» di Cuneo, tentava di offrire una lettura il più possibile oggettiva, di non “fare il tifo” per questa o quest’altra posizione, ma di raccontare la nascita del partito, iniziando dagli scontri interni al pci nei suoi ultimi anni, la sua strutturazione, le divergenze indotte e dalle tante matrici che lo avevano costituito e – soprattutto – dalla legge elettorale maggioritaria che spinge inevitabilmente ad alleanze, anche spurie.
Giudizio sull’URSS
Non mancano differenze di riferimenti teorico-culturali, dalla storia del movimento di classe (il giudizio sull’URSS), alla concezione del partito e i suoi rapporti con i movimenti sociali, dalle relazioni con le altre formazioni di sinistra e progressiste (alla base, nel 1993, della defenestrazione di Garavini) alla percezione delle “emergenze” (questione di genere, ecologia, radicalismo cristiano, rapporto nord/sud del mondo…).
Da subito è stato presente – e in alcuni casi lacerante – il nodo continuità/rottura, tradizione/ innovazione, esistente nella stessa endiadi del nome Rifondazione comunista, in cui spesso le singole componenti hanno messo l’accento soprattutto su uno dei due termini.
Egemonia di Rifondazione nel movimento dei movimenti a Genova
Questo secondo testo intende coprire il decennio, dal 2001 al 2011, dalla oggettiva egemonia manifestata a Genova, alla crescita/trasformazione registrata negli anni successivi.
Sull’onda del “movimento dei movimenti”, alla svolta verso un nuovo accordo con il centro-sinistra, agli anni (2006-2008) di collaborazione governativa, sino alla scomparsa della presenza istituzionale (Camera, Senato, Parlamento, europeo), dai media e la simbolica chiusura di «Liberazione».
Inizia, per dare continuità, dalle ultime pagine del primo libro, seguendo il dibattito sul rapporto fra partito e movimento, su Genova 2001, guerra, quinto congresso del partito, quello in cui emergono tematiche altermondialiste. Si chiude con una nuova egemonia, sociale e politica, della destra e con la frantumazione e l’uscita dal radar politico di quanto resta a sinistra.
Cerimonia al Liceo Prati di Trento dedicata a Rocco Scotellaro
Cerimonia al Liceo Prati di Trento dedicata a Rocco Scotellaro, Gerosa: “Importante far riflettere i ragazzi su modelli diversi di futuro”.
Comunicato stampa PAT n. 3480 Venerdì, 15 Dicembre 2023 Pubblicato il 15/12/2023.
Nell’anno del centenario della nascita e nel giorno della ricorrenza della morte, avvenuta il 15 dicembre 1953, il Liceo Classico Giovani Prati di Trento ha commemorato l’intellettuale, politico e scrittore Rocco Scotellaro con l’inaugurazione di una scultura in terracotta che lo raffigura, realizzato e donato dall’artista Rocco Grassi.
Alla cerimonia era presente la vicepresidente e assessore all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità della Provincia autonoma di Trento Francesca Gerosa.
Lucio Libertini e… Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita
Presentazione del libro contenente gli Atti del convegno di Pistoia del 2 dicembre 2022 intitolato: Lucio Libertini e… Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita, Barbara Nikolova (a cura).
Meeting di venerdì 1 dicembre alle ore 17, contemporaneamente a Pistoia, Torino, Genova, Roma. Diretta Facebook organizzata dall’Archivio Roberto Marini di Pistoia. https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it/
Il Ministero della Cultura, attraverso la Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali, riconosce e sostiene progetti a favore della istituzione di Comitati Nazionali per le celebrazioni previste dalla Legge n. 420 del 1° dicembre 1997,
volti a realizzare iniziative che ricordino i grandi protagonisti della storia e della cultura italiana in occasione delle loro ricorrenze “secolari”.
La Fondazione Roberto Marini “Oltre il secolo breve” ETS di Pistoia ha promosso nell’autunno 2020 la costituzione del Comitato Nazionale dedicato alla celebrazione nel 2022 del centesimo anniversario della nascita di Lucio Libertini,
dirigente politico punto di riferimento anche del “creatore” della Fondazione stessa,
e protagonista politico e culturale della travagliata storia della Sinistra italiana dal secondo dopoguerra fino alla scomparsa avvenuta nel 1993.
Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Lucio Libertini
ed in questo volume (che fa seguito a quello dedicato all’impegno profuso da Libertini specificatamente per la natia Sicilia) presenta gli Atti del convegno svoltosi a Pistoia venerdì 2 dicembre 2022, a conclusione del primo anno di attività.
Articolato su relazioni sia cronologiche che tematiche, integrate da testimonianze di chi ha condiviso il suo impegno nei vari partiti in cui ha militato, il convegno si è soffermato in particolare sugli elementi dell’opera di Libertini che possono essere considerati ancora attuali.
Saggio di Sergio Dalmasso, Gianfranco Donadei, Coerenza e linearità, pubblicato nel n.103, novembre 2023, della rivista Il Presente e la Storiadell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo.
Numero 103 della rivista interamente dedicato a Gianfranco Donadei.
Gianfranco Donadei: coerenza e linearità
Un medico contro corrente
Incontro Gianfranco Donadei, la prima volta, nel settembre-ottobre 1967. Si preparavano a Cuneo iniziative (dibattito – sarebbe arrivato il Lucio Libertini di quegli anni – mostra, tenda in piazza Galimberti…) sul tema che allora sentivamo maggiormente: la guerra in Vietnam.
Riunione nella sede dell’ANPI di Cuneo, per anni percorsa dalla futura nuova sinistra. Mi presentano Donadei come medico competentissimo, sindaco, atipico nella provincia, a Roccavione, sempre attento alle questioni amministrative, radicale.
Il suo linguaggio, la sua formazione sono diversi rispetto a quelli dei tanti giovani ventenni; la critica alla guerra americana non passa per categorie marxiste, per analisi, più o meno raffazzonate, su strutture economiche e rapporti geopolitici, ma dal rifiuto del conflitto militare, dal richiamo alla legalità internazionale e al tema della indipendenza nazionale.
La critica alla democrazia statunitense si accompagna a quella della involuzione democratica che il comunismo porta in sé, quindi all’URSS.
Lo rivedo tre anni dopo. Nel 1970, il Partito radicale appoggia il PSI ed è lui a tenere il comizio finale, a Boves, dove il socialista Viglione ha grande seguito elettorale.
La piazza è piena, come accadeva in quei tempi, ma anche perché «Donadei è bravo, Parla proprio bene, Dice le cose come stanno».
Comizio lungo e applaudito. Stanno nascendo le regioni a statuto ordinario che saranno strumento di decentramento e di partecipazione. Gravi le responsabilità della DC per il fatto che nascano solamente nel 1970.
Le politiche governative debbono avere un cambio di passo. Difesa della scuola pubblica e del concetto di pubblico. Molti riferimenti alla provocazione antidemocratica, da piazza Fontana ai fatti successivi. Attacco al ruolo dei fascisti, ma anche della DC.
Ci rincontriamo tre anni dopo. Tornato a Boves/Cuneo dall’università, mi incisto nell’idea di costruire, in provincia, circoli del manifesto.
Nella provincia bianca e moderata, il PCI è sempre stato minoritario, ma sta crescendo, in tutte le città nascono gruppi di nuova/estrema sinistra, soprattutto di Lotta Continua e per la vicinanza con Torino e perché è la formazione che meglio incarna la spontaneità del Sessantotto: ruolo centrale del proletariato di fabbrica, rivoluzione imminente, rifiuto di strutture partitiche in nome di un coordinamento “orizzontale”, richiamo mitizzato alla lotta partigiana, continuo riferimento alla situazione internazionale.
Il Partito radicale ha una sede, bella, lineare, ordinata, ben diversa dal caos di quelle dei “gruppi”. Spicca una grande fotografia-ritratto di Ernesto Rossi, riferimento ideale, laico e critico, soprattutto per Donadei. È piccolo, ma attivo, teso all’impegno per il divorzio, per la tematica antimilitarista, in prospettiva per la questione dell’aborto. …
Continua …
Saggio Completo di Sergio Dalmasso presente di seguito e archiviato nella sezione del sito sergiodalmasso.com: Archivio – Scritti storici – Articoli e saggi: Gianfranco Donadei: coerenza e linearità:
Alessio Lega è musicista, autore di molti album e di numerosi spettacoli che gli hanno meritato la Targa Tenco 2004 e nel 2019. Studia ed interpreta musica d’autore e repertori storici, frequentando soprattutto centri sociali e circoli culturali.
Al suo attivo ha molti dischi, fra cui Sotto il pave’ la spiaggia, rivisitazione di grandi cantautori francesi, Dove si andrà, le canzoni di Franco Fortini, la riedizione dello storico spettacolo Bella ciao, con il Nuovo canzoniere, Nella corte di Arbat, le canzoni di Bulat Okudzava, a testimonianza del suo interesse per la letteratura slava.
Militante anarchico ha scritto la biografia Bakunin, il demone della rivolta (Milano, Eleuthera, 2015).
La biografia su Ivan Della Mea è la prima, a dieci anni dalla morte e ripercorre non solo la vita e l’opera di una delle maggiori figure della canzone popolare e politica italiana dagli anni ’60, ma le vicende, il lavoro, anche le divergenze di una generazione di cantanti, ricercatori, studiosi che si sono impegnati nella riproposizione della musica popolare, intrecciata con le lotte politiche e sociali che hanno caratterizzato una intera stagione.
Ivan (Luigi) Della Mea nasce a Lucca nel 1940, quando l’Italia è entrata in guerra da pochi mesi ed è fratello minore (16 anni) di Luciano che sarà dirigente politico e intellettuale della sinistra socialista.
La fanciullezza è difficile e dolorosa: “maledico quel ventre ubriaco che nel quaranta mi diede la vita”.
Figlio di genitori separati, di un padre violento e fascista, è affidato a una nutrice e – sino ai cinque anni di età- a un brefotrofio, come emerge dalla biografia di Ivan, Se la vita ti dà uno schiaffo.
A sei anni è a Bergamo, dove il fratello maggiore lo ospita ed è il primo ad occuparsi di lui.
Quindi Milano, dove Luciano porta madre e fratello, il collegio religioso, poi il Convitto Rinascita, da cui viene espulso nel 1958, l’iscrizione, dal 1956, al PCI.
Sono gli anni del tentativo di produrre una musica diversa da quella commerciale (cuore e amore), della ricerca di una produzione popolare nata dalla cultura delle classi subalterne, del lungo lavoro di indagine e di scavo che riporta alla luce un patrimonio dimenticato e impedisce che vada disperso.
Nel 1958, a Torino, nasce il Cantacronache; poco dopo si forma il Nuovo canzoniere italiano. Ivan, sbandato, senza casa, povero, in una vita tra osterie di periferia, alcool, notti sulle panchine, entra in questo gruppo, soprattutto per il rapporto con il grande Gianni Bosio, eccezionale ricercatore e divulgatore culturale che diventa per lui quel padre che non ha mai avuto.
Dischi
Incide Canti e inni socialisti (1962), ha il primo successo con O cara moglie, nel 1966 esplode con Io so che un giorno che contiene brani autobiografici che Lega inquadra nella sua vita (l’amico ricoverato in manicomio, il rapporto con Elio Vittorini, Le ballate del Gioan, quasi una sorta di storia italiana del dopoguerra).
Il testo segue cronologicamente gli spettacoli e le collaborazioni con altre grandi figure della canzone popolare: Giovanna Daffini, Giovanna Marini, Sandra Mantovani, Rudi Assuntino, Paolo Ciarchi.
Gli spettacoli corali rispondono allo spirito degli anni ’60: riscoperta della Resistenza, attenzione ai problemi internazionali, anticonformismo e proposta di nuovi modelli di vita.
L’altra Italia, Pietà l’è morta (la Resistenza nelle canzoni), Bella ciao che produce scandalo al festival di Spoleto, Ci ragiono e canto,Chitarre contro la guerra, una sorta di teatro di strada, Karlmarxstrasse, titolo di una canzone di Paolo Pietrangeli.
Testi.
I testi esprimono una sinistra eterodossa, tra le posizioni dei partiti, le critiche al centrosinistra, le irrequietezze verso l’eccessiva moderazione del PCI, come dimostrano le preoccupazioni per La rossa provvidenza di Rudi Assuntino.
Collabora anche alla sceneggiatura del film Tepepa, con Tomas Milian, rompe con Bosio, ma poi rientra nel Nuovo Canzoniere italiano, è per anni presidente del circolo ARCI Corvetto di Milano, direttore, dopo l’improvvisa morte di Franco Coggiola, dell’Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino, produce CD per “il manifesto”, cerca inediti impasti linguistici, in cui il milanese è sempre al centro.
È intensa anche la produzione letteraria (molti testi per la Jaca Book), come la collaborazione a quotidiani (“l’Unità”, “Liberazione”), sempre in posizione molto critica, ma unitaria, verso la sinistra politica.
Alessio Lega, con grande partecipazione ed empatia segue tutto il percorso, personale, politico, artistico, di della Mea.
Descrive i contrasti nel Nuovo Canzoniere, gli anni della “linea rossa” (politica) contrapposta alla “frichettona” “”inea verde”, l’amore per Cuba, le iniziative del Teatro d’ottobre, la rottura con il PCI, la morte di Bosio e di Giovanni Pirelli, i rapporti con la nuova generazione (Manfredi, Finardi, Alloisio…), dischi significativi, da Il rosso è diventato giallo (1969) a Ringhera (1974), Fiaba grande (1975) sino a Sudadio giudabestia (1979).
Il merito della biografia è duplice.
Da un lato ricostruisce una vita con grande attenzione, seguendone tutti i passaggi, le contraddizioni, chiarendo il significato di una importante opera artistica.
Dall’altro, in un percorso che va dagli anni ’50, alla stagione dei movimenti, dal riflusso al primo decennio del nuovo secolo (Ivan muore il 14 luglio del 2009) ripercorre, attraverso la canzone popolare, di protesta, politica, le vicende dell’intero paese e di più generazioni.
Ancora, le capacità di scrittore di Alessio Lega emergono, in particolare nella prima parte del testo.
Le pagine che descrivono un giovane sbandato, senza casa, senza prospettive, in una Milano di periferia, proletaria e sottoproletaria sono intense, creano partecipazione ed aiutano a comprendere il retroterra da cui nascono le canzoni che molt* di noi hanno conosciuto e amato.
Lucio Libertini e … Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita.
Libertini Presentazione degli Atti del convegno svoltosi a Pistoia il 2 dicembre 2022 (libro curato da Barbara Nikolava) in data 1 dicembre 2023 ore 17:00.
L’Evento Lucio Libertini atti convegno Pistoia è gratuito. Per maggiori informazioni rivolgersi ad Archivio Roberto Marini Pistoia, direttore Roberto Niccolai.
Archivio Roberto Marini “Oltre il Secolo Breve” Galleria Nazionale 9 Pistoia Tel. 0573 766349 Sito: https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it Facebook: Archivio Roberto Marini Instagram: Archivio Marini
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Quarta di copertina del libro su Libertini di Dalmasso
Lucio Libertini (Catania 1922 – Roma 1993) ha militato, dall’immediato dopoguerra alla morte, nella sinistra italiana, da una corrente socialista minoritaria alla sinistra socialdemocratica, dall’eresia dell’USI di Magnani e Cucchi alla sinistra socialista, dall’eretica collaborazione con Panzieri al PSIUP, dal PCI a Rifondazione comunista.
Al di là delle banali accuse di essere uno “scissionista”, un “globe trotter della politica”, Libertini rivendicava una coerenza, una continuità davanti ai tanti che avevano modificato non sigle di partito, ma posizioni e scelte ideali, sostenendo una fedeltà ai propri riferimenti sociali e una linearità, nel doppio rifiuto dello stalinismo e della compromissione socialdemocratica.
Attivismo di Libertini
Il suo grande attivismo, le capacità giornalistiche espresse da “Iniziativa socialista” a “Risorgimento socialista”, da “Mondo operaio” all’“Avanti!”, da “Mondo nuovo” a “Liberazione”, la intensa produzione di testi, sempre legati alla contingenza politica, ma molto spesso di prospettiva (per tutti le “Tesi sul controllo” e “Due strategie”) hanno fatto di lui, per anni, un riferimento importante.
Se molte delle formazioni in cui ha militato sono oggi sconosciute ai più, sommerse nelle infinite scissioni, divisioni e rimozioni della sinistra, alcune tematiche mantengono una specifica attualità: la ricerca di una via autonoma e non subordinata; il legame costante con la classe; la necessità di un protagonismo della stessa espressa dai suoi strumenti di controllo e di auto organizzazione; una lettura dei temi internazionali che esca dai limiti del campo e dello stato-guida.
Il libro Libertini
Il testo passa in rassegna “eresie” dimenticate, dibattiti, scelte generose anche se minoritarie, figure della sinistra maggioritaria e di un’altra sinistra (Magnani, Codignola, Maitan, Panzieri, Ferraris) sconfitta ed emarginata, con opzioni differenti, ma capace di analizzare la realtà nazionale e internazionale, le sue trasformazioni, le prospettive.
Attraverso il percorso di Lucio Libertini, il testo ripercorre mezzo secolo di storia, di successi, errori, scacchi, potenzialità, speranze, occasioni mancate dell’intera sinistra italiana.
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(Quaderno CIPEC numero 67 contenente gli interventi di Lucio Libertini al consiglio regionale del Piemonte 1975-1976:
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