Nel numero 15, luglio 2023, della rivista bimestrale Su la testa diretta da Paolo Ferrero,

Franco FERRARI, Indagine su Picelli. Fatti, documenti, testimonianze, Youcantprint, Lecce, 2023;

Giovanna Capelli, Passare con il semaforo rosso, quasi un romanzo. 1968-1976 Il Centro Mao di San Giuliano. Comuniste e comunisti alla ricerca del partito, Mimesis, Milano, 2022.

Indagine su Picelli. Fatti, documenti, testimonianze

Indagine su Picelli, Guido Picelli è l’eroe delle barricate di Oltretorrente, a Parma, dove nell’agosto del 1922, le squadre fasciste, capitanate da Italo Balbo, subiscono una delle poche sconfitte sul campo.

Amazon, libro di Franco Ferrari, Indagine su PicelliNato nel 1899, orologiaio, attore, interventista, partecipa alla guerra mondiale nella Croce Rossa.
È allievo dell’Accademia militare.

Nel 1921 è eletto parlamentare per il PSI. Nel 1922 passa al PCd’I, con la corrente dei Terzinternazionalisti.

Nell’agosto 1922, è l’anima delle barricate parmensi, nella convinzione che l’unità (socialisti, comunisti, anarchici…) negli Arditi del popolo sia l’unico strumento per opporsi alla marea fascista.

Rieletto parlamentare nel 1924, per il PCd’I: l’esposizione, il 1 maggio, della bandiera rossa dalle finestre della Camera.

Più volte condannato, sfugge all’arresto, in quanto eletto alla Camera, ma nel 1926 è condannato a cinque anni di confino a Lipari.

Da Lipari fugge nel 1932 ed è esule, con la moglie Paolina, in Francia, in Belgio, in URSS.

Lavora come operaio in fabbrica, isolato nel clima drammatico di sospetto proprio dell’URSS dell’epoca.

Nel 1936 ottiene la possibilità di andare a combattere in Spagna.

Nel passaggio a Parigi, incontra un esponente del POUM spagnolo che gli offre di partecipare all’organizzazione delle milizie della formazione di sinistra eterodossa.

Sceglie, invece, le brigate Garibaldi, legate al partito.

Continua …

Amazon, Libro di Giovanna Capelli, Passare con il semaforo rosso

Sergio Dalmasso

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In “Il presente e la storia ”, n. 98, 2020, Mariamargherita SCOTTI, Vita di Giovanni Pirelli. Tra cultura e impegno militante, Roma, Donzelli ed., 2018, pp. 291.

Sergio Dalmasso

Vita di Giovanni Pirelli

Mariamargherita Scotti archivista e ricercatrice in Storia contemporanea è autrice di Da sinistra. Intellettuali, Partito socialista italiano e organizzazione della cultura, 1953-1960 (Roma, Ediesse, 2011), originale studio sulla politica culturale socialista negli anni ‘50, nel difficile tentativo di evitare l’appiattimento sul PCI.

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Vita di Giovanni Pirelli, copertina libro di Mariamagherita ScottiNe emergono le grandi figure di Gianni Bosio e di Raniero Panzieri.

Negli ultimi anni, si è occupata con grande attenzione di Giovanni Pirelli, singolare figura di intellettuale (romanziere, storico) e di militante politico, figlio di Alberto Pirelli, e quindi “erede” di una delle più grandi famiglie della borghesia italiana.

Pirelli è stato oggetto di studio da parte di Diane Weill Ménard, Vita e tempi di Giovanni Pirelli (Milano, Linea d’ombra, 1994), del grande Cesare Bermani, Giovanni Pirelli, un autentico rivoluzionario (Pistoia, CDP, 2011), oltre che dalla stessa Scotti, Giovanni Pirelli, intellettuale del ‘900 (Milano, Mimesis, 2016).

Pirelli nasce a Milano nel 1918. È destinato, primogenito, a succedere al padre nella direzione dell’industria: Sono cresciuto all’ombra di una grande fabbrica, nel fischio delle sue sirene, al suo odore: l’odore della gomma quando viene vulcanizzata. Mi si diceva: “Un giorno ne diventerai capo, se ne sarai degno”.

Giovanni Pirelli durante la guerra

In guerra è sul fronte francese (1940), quindi nei Balcani, inizialmente convinto delle ragioni della guerra fascista e della persecuzione contro i partigiani e la popolazione slava.

Nel 1942 è in Germania, nella commissione per la tutela degli italiani che vi lavorano, quindi nell’ARMIR, nella campagna di Russia: La mia scala? L’ho bruciata.

È successo in Russia, se ben ricordo; c’era la ritirata, faceva freddo. Se ben ricordo, non ho più avuto scale di valori.

Rientrato in Italia, evita l’arruolamento nelle milizie della Repubblica sociale per l’importanza strategica della Pirelli, ma, nel febbraio 1945, raggiunge i partigiani della val Chiavenna, commissario politico G.L. (Giustizia e Libertà) Continua…

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Per la figura di Raniero Panzieri si legga il libro a cura di Paolo Ferrero:

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Il primo capitolo del libro di Sergio Dalmasso: Lelio Basso. La ragione militante

 

Lelio Basso, eminente figura del panorama politico e intellettuale italiano del XX secolo, si distinse come socialista laico, influenzato profondamente dalle idee marxiste.

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Primo capitolo del libro Lelio Basso, copertina del libroLa sua importanza è evidente nella redazione della Costituzione italiana, dove contribuì in modo significativo al secondo comma dell’articolo 3 e all’articolo 49.

Nonostante la sua affinità con il marxismo, Basso scelse di mantenere una certa distanza dall’allora Partito Comunista Italiano (PCI) a causa dei legami del partito con l’Unione Sovietica di Stalin.

Il suo atteggiamento critico nei confronti del PCI, pur rappresentando una scelta personale, rifletteva la sua inclinazione a evitare allineamenti ideologici rigidi e a perseguire un approccio più aperto e laico al socialismo.

L’eredità di Lelio Basso include anche il ruolo di grande divulgatore delle idee di Rosa Luxemburg in Italia.

Il libro di Sergio Dalmasso, “Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico“, offre uno sguardo approfondito su Basso attraverso le sue 182 pagine, esplorando la sua vita, dalle lotte operaie agli aspetti più intimi del suo impegno, con un’attenzione particolare alla diffusione del pensiero marxista di Rosa Luxemburg, la grande rivoluzionaria polacca trasferitesi in Germania.

In conclusione, Lelio Basso incarnava un socialismo laico, marxista e critico, che si distingueva per la sua autonomia di pensiero.

Il primo capitolo di questo libro è reso disponibile gratuitamente, offrendo a tutti l’opportunità di iniziare ad esplorare la vita e le idee di questa figura straordinaria.

Gli articoli 3 e 49 della Costituzione Italiana

 A. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

A. 49. Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale [cfr. artt. 18, 98 c. 3, XII c. 1].

Rocco Scotellaro, il meridionalismo eretico di un grande irregolare

IL SUD, IL SOCIALISMO DEGLI ULTIMI E LA SFIDA DELLA MODERNITÀ

Rocco Scotellaro, 11 dicembre 2023 ore 18 Casa del Volontariato Via F. Patella (traversa del corso V. Emanuele tra il civico 88 e 90) – Salerno.

Ne hanno discusso:

Massimiliano Amato Condirettore di Critica Sociale;

Sergio Dalmasso, Storico del Movimento Operaio;

Vittorio Dini, Storico del pensiero politico;

Sebastiano Martelli, docente universitario, membro comitato ufficiale per le celebrazioni del centenario della nascita di Scotellaro;

Il dibattito è stato moderato da Maria Di Serio, vice presidente dell’associazione Memoria in Movimento.

Rocco Scotellaro Tavola rotonda Salerno

Video dell’associazione Memoria in Movimento con presidente Angelo Orientale:
https://www.memoriainmovimento.org/

Canale Youtube Memoria in Movimento:
https://www.youtube.com/@associazionememoriainmovim1714

Segui il sito:
https://www.sergiodalmasso.com

Contribuisci – e iscriviti al canale youtube Sergio Dalmasso – donando i tuoi video:
https://www.youtube.com/channel/UC-Sx1rufD0M3SZpOBkT0mlQ

Segui e contribuisci con tuoi scritti la sezione Notizie del sito:
https://www.sergiodalmasso.com/notizie-blog/

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Download dell’intervento di Sergio Dalmasso su Rocco Scotellaro:

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Cerimonia al Liceo Prati di Trento dedicata a Rocco Scotellaro

Cerimonia al Liceo Prati di Trento dedicata a Rocco Scotellaro, Gerosa: “Importante far riflettere i ragazzi su modelli diversi di futuro”.

Comunicato stampa PAT n. 3480 Venerdì, 15 Dicembre 2023
Pubblicato il 15/12/2023.

Nell’anno del centenario della nascita e nel giorno della ricorrenza della morte, avvenuta il 15 dicembre 1953, il Liceo Classico Giovani Prati di Trento ha commemorato l’intellettuale, politico e scrittore Rocco Scotellaro con l’inaugurazione di una scultura in terracotta che lo raffigura, realizzato e donato dall’artista Rocco Grassi.

Alla cerimonia era presente la vicepresidente e assessore all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità della Provincia autonoma di Trento Francesca Gerosa.

https://www.vivoscuola.it/Rassegna-Stampa/Cerimonia-al-Liceo-Prati-dedicata-a-Rocco-Scotellaro-Gerosa-Importante-far-riflettere-i-ragazzi-su-modelli-diversi-di-futuro

 

Lucio Libertini e… Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita

Presentazione del libro contenente gli Atti del convegno di Pistoia del 2 dicembre 2022 intitolato:
Lucio Libertini e… Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita, Barbara Nikolova (a cura).

Meeting di venerdì 1 dicembre alle ore 17, contemporaneamente a Pistoia, Torino, Genova, Roma.
Diretta Facebook organizzata dall’Archivio Roberto Marini di Pistoia.
https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it/

Il Ministero della Cultura, attraverso la Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali, riconosce e sostiene progetti a favore della istituzione di Comitati Nazionali per le celebrazioni previste dalla Legge n. 420 del 1° dicembre 1997,

volti a realizzare iniziative che ricordino i grandi protagonisti della storia e della cultura italiana in occasione delle loro ricorrenze “secolari”.

La Fondazione Roberto Marini “Oltre il secolo breve” ETS di Pistoia ha promosso nell’autunno 2020 la costituzione del Comitato Nazionale dedicato alla celebrazione nel 2022 del centesimo anniversario della nascita di Lucio Libertini,

dirigente politico punto di riferimento anche del “creatore” della Fondazione stessa,

e protagonista politico e culturale della travagliata storia della Sinistra italiana dal secondo dopoguerra fino alla scomparsa avvenuta nel 1993.

Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Lucio Libertini

Il Comitato è stato riconosciuto ed istituito dal Ministero con Decreto n. 197 del 9 maggio 2022,

ed in questo volume (che fa seguito a quello dedicato all’impegno profuso da Libertini specificatamente per la natia Sicilia) presenta gli Atti del convegno svoltosi a Pistoia venerdì 2 dicembre 2022, a conclusione del primo anno di attività.

Articolato su relazioni sia cronologiche che tematiche, integrate da testimonianze di chi ha condiviso il suo impegno nei vari partiti in cui ha militato, il convegno si è soffermato in particolare sugli elementi dell’opera di Libertini che possono essere considerati ancora attuali.

Interventi:  Torino: Daniele Pipitone e Aldo Agosti;  Genova: Sergio Dalmasso ; Pistoia: Roberto Niccolai e Barbara Nikolova; Roma: Saluti di Maurizio Acerbo (Segretario del Prc), Roberto Musacchio, Fausto Bertinotti, Gabriella Pistone, Giovanni Russo Spena, Giorgio Benvenuto.

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Riferimenti per approfondire

Video del Comitato Nazionale Centenario della Nascita di Lucio Libertini:
https://www.facebook.com/Comitatocentenarioluciolibertini
Visita https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it/
Libro su Lucio Libertini di Sergio Dalmasso su Amazon:
https://www.amazon.it/Lucio-Libertini-viaggio-sinistra-italiana/dp/8883512413
Libro gratis sui discorsi di Lucio Libertini al Consiglio regionale del Piemonte nel quaderno CIPEC n. 67:

Download “Quaderno CIPEC N. 67 (Lucio Libertini. Interventi al consiglio regionale del Piemonte 1975-1976)” Quaderno-CIPEC-Numero-67.pdf – Scaricato 19737 volte – 1,72 MB

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La nave dei folli

Scheda del n. 98, 2020, “Il presente e la storia“, Alessio LEGA, La nave dei folli. Vita e canti di Ivan Della Mea, Agenzia X, Milano, 2019. pp. 374.

 

La nave dei folli di Alessio Lega Download articolo

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Alessio Lega è musicista, autore di molti album e di numerosi spettacoli che gli hanno meritato la Targa Tenco 2004 e nel 2019. Studia ed interpreta musica d’autore e repertori storici, frequentando soprattutto centri sociali e circoli culturali.

Al suo attivo ha molti dischi, fra cui Sotto il pave’ la spiaggia, rivisitazione di grandi cantautori francesi, Dove si andrà, le canzoni di Franco Fortini, la riedizione dello storico spettacolo Bella ciao, con il Nuovo canzoniere, Nella corte di Arbat, le canzoni di Bulat Okudzava, a testimonianza del suo interesse per la letteratura slava.

Militante anarchico ha scritto la biografia Bakunin, il demone della rivolta (Milano, Eleuthera, 2015).

La biografia su Ivan Della Mea è la prima, a dieci anni dalla morte e ripercorre non solo la vita e l’opera di una delle maggiori figure della canzone popolare e politica italiana dagli anni ’60, ma le vicende, il lavoro, anche le divergenze di una generazione di cantanti, ricercatori, studiosi che si sono impegnati nella riproposizione della musica popolare, intrecciata con le lotte politiche e sociali che hanno caratterizzato una intera stagione.

Ivan (Luigi) Della Mea nasce a Lucca nel 1940, quando l’Italia è entrata in guerra da pochi mesi ed è fratello minore (16 anni) di Luciano che sarà dirigente politico e intellettuale della sinistra socialista.

La fanciullezza è difficile e dolorosa: “maledico quel ventre ubriaco che nel quaranta mi diede la vita”.

Figlio di genitori separati, di un padre violento e fascista, è affidato a una nutrice e – sino ai cinque anni di età- a un brefotrofio, come emerge dalla biografia di Ivan, Se la vita ti dà uno schiaffo.

A sei anni è a Bergamo, dove il fratello maggiore lo ospita ed è il primo ad occuparsi di lui.

Quindi Milano, dove Luciano porta madre e fratello, il collegio religioso, poi il Convitto Rinascita, da cui viene espulso nel 1958, l’iscrizione, dal 1956, al PCI.

Sono gli anni del tentativo di produrre una musica diversa da quella commerciale (cuore e amore), della ricerca di una produzione popolare nata dalla cultura delle classi subalterne, del lungo lavoro di indagine e di scavo che riporta alla luce un patrimonio dimenticato e impedisce che vada disperso.

Nel 1958, a Torino, nasce il Cantacronache; poco dopo si forma il Nuovo canzoniere italiano. Ivan, sbandato, senza casa, povero, in una vita tra osterie di periferia, alcool, notti sulle panchine, entra in questo gruppo, soprattutto per il rapporto con il grande Gianni Bosio, eccezionale ricercatore e divulgatore culturale che diventa per lui quel padre che non ha mai avuto.

Dischi

Incide Canti e inni socialisti (1962), ha il primo successo con O cara moglie, nel 1966 esplode con Io so che un giorno che contiene brani autobiografici che Lega inquadra nella sua vita (l’amico ricoverato in manicomio, il rapporto con Elio Vittorini, Le ballate del Gioan, quasi una sorta di storia italiana del dopoguerra).

Il testo segue cronologicamente gli spettacoli e le collaborazioni con altre grandi figure della canzone popolare: Giovanna Daffini, Giovanna Marini, Sandra Mantovani, Rudi Assuntino, Paolo Ciarchi.

Gli spettacoli corali rispondono allo spirito degli anni ’60: riscoperta della Resistenza, attenzione ai problemi internazionali, anticonformismo e proposta di nuovi modelli di vita.

L’altra Italia, Pietà l’è morta (la Resistenza nelle canzoni), Bella ciao che produce scandalo al festival di Spoleto, Ci ragiono e canto, Chitarre contro la guerra, una sorta di teatro di strada, Karlmarxstrasse, titolo di una canzone di Paolo Pietrangeli.

Testi.

I testi esprimono una sinistra eterodossa, tra le posizioni dei partiti, le critiche al centrosinistra, le irrequietezze verso l’eccessiva moderazione del PCI, come dimostrano le preoccupazioni per La rossa provvidenza di Rudi Assuntino.

Collabora anche alla sceneggiatura del film Tepepa, con Tomas Milian, rompe con Bosio, ma poi rientra nel Nuovo Canzoniere italiano, è per anni presidente del circolo ARCI Corvetto di Milano, direttore, dopo l’improvvisa morte di Franco Coggiola, dell’Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino, produce CD per “il manifesto”, cerca inediti impasti linguistici, in cui il milanese è sempre al centro.

È intensa anche la produzione letteraria (molti testi per la Jaca Book), come la collaborazione a quotidiani (“l’Unità”, “Liberazione”), sempre in posizione molto critica, ma unitaria, verso la sinistra politica.

Alessio Lega, con grande partecipazione ed empatia segue tutto il percorso, personale, politico, artistico, di della Mea.

Descrive i contrasti nel Nuovo Canzoniere, gli anni della “linea rossa” (politica) contrapposta alla “frichettona” “”inea verde”, l’amore per Cuba, le iniziative del Teatro d’ottobre, la rottura con il PCI, la morte di Bosio e di Giovanni Pirelli, i rapporti con la nuova generazione (Manfredi, Finardi, Alloisio…), dischi significativi, da Il rosso è diventato giallo (1969) a Ringhera (1974), Fiaba grande (1975) sino a Sudadio giudabestia (1979).

Il merito della biografia è duplice.

Da un lato ricostruisce una vita con grande attenzione, seguendone tutti i passaggi, le contraddizioni, chiarendo il significato di una importante opera artistica.

Dall’altro, in un percorso che va dagli anni ’50, alla stagione dei movimenti, dal riflusso al primo decennio del nuovo secolo (Ivan muore il 14 luglio del 2009) ripercorre, attraverso la canzone popolare, di protesta, politica, le vicende dell’intero paese e di più generazioni.

Ancora, le capacità di scrittore di Alessio Lega emergono, in particolare nella prima parte del testo.

Le pagine che descrivono un giovane sbandato, senza casa, senza prospettive, in una Milano di periferia, proletaria e sottoproletaria sono intense, creano partecipazione ed aiutano a comprendere il retroterra da cui nascono le canzoni che molt* di noi hanno conosciuto e amato.

Sergio Dalmasso

Recensione in Su la testa

Recensione pubblicata anche in Su la testa, argomenti per la Rifondazione comunista

Attuale numero di Su la testa:

Copertina del numero 16 settembre 2023 di Su la testa

Libertini atti convegno Pistoia

Lucio Libertini e … Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita.

Libertini Presentazione degli Atti del convegno svoltosi a Pistoia il 2 dicembre 2022 (libro curato da Barbara Nikolava) in data 1 dicembre 2023 ore 17:00.

L’Evento Lucio Libertini atti convegno Pistoia è gratuito. Per maggiori informazioni rivolgersi ad Archivio Roberto Marini Pistoia, direttore Roberto Niccolai.

Libertini atti convegno Pistoia, venerdì 1 dicembre 2023 atti del convegno Su Lucio Libtini

Scarica la Locandina dell’evento LIBERTINI’S ELECTRONICS TOWN MEETING in formato pdf

Interventi


Roberto Niccolai

Direttore

Riferimenti organizzatori dell’evento:

Archivio Roberto Marini “Oltre il Secolo Breve”
Galleria Nazionale 9 Pistoia
Tel. 0573 766349
Sito: https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it
Facebook: Archivio Roberto Marini
Instagram: Archivio Marini

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Quarta di copertina del libro su Libertini di Dalmasso

Lucio Libertini (Catania 1922 – Roma 1993) ha militato, dall’immediato dopoguerra alla morte, nella sinistra italiana, da una corrente socialista minoritaria alla sinistra socialdemocratica, dall’eresia dell’USI di Magnani e Cucchi alla sinistra socialista, dall’eretica collaborazione con Panzieri al PSIUP, dal PCI a Rifondazione comunista.

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(Recensione Libertini su Le Monde diplomatique di Alessandro Barile:)

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Al di là delle banali accuse di essere uno “scissionista”, un “globe trotter della politica”, Libertini rivendicava una coerenza, una continuità davanti ai tanti che avevano modificato non sigle di partito, ma posizioni e scelte ideali, sostenendo una fedeltà ai propri riferimenti sociali e una linearità, nel doppio rifiuto dello stalinismo e della compromissione socialdemocratica.

Attivismo di Libertini

Il suo grande attivismo, le capacità giornalistiche espresse da “Iniziativa socialista” a “Risorgimento socialista”, da “Mondo operaio” all’“Avanti!”, da “Mondo nuovo” a “Liberazione”, la intensa produzione di testi, sempre legati alla contingenza politica, ma molto spesso di prospettiva (per tutti le “Tesi sul controllo” e “Due strategie”) hanno fatto di lui, per anni, un riferimento importante.

Se molte delle formazioni in cui ha militato sono oggi sconosciute ai più, sommerse nelle infinite scissioni, divisioni e rimozioni della sinistra, alcune tematiche mantengono una specifica attualità: la ricerca di una via autonoma e non subordinata; il legame costante con la classe; la necessità di un protagonismo della stessa espressa dai suoi strumenti di controllo e di auto organizzazione; una lettura dei temi internazionali che esca dai limiti del campo e dello stato-guida.

Il libro Libertini

Il testo passa in rassegna “eresie” dimenticate, dibattiti, scelte generose anche se minoritarie, figure della sinistra maggioritaria e di un’altra sinistra (Magnani, Codignola, Maitan, Panzieri, Ferraris) sconfitta ed emarginata, con opzioni differenti, ma capace di analizzare la realtà nazionale e internazionale, le sue trasformazioni, le prospettive.

Attraverso il percorso di Lucio Libertini, il testo ripercorre mezzo secolo di storia, di successi, errori, scacchi, potenzialità, speranze, occasioni mancate dell’intera sinistra italiana.

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(Quaderno CIPEC numero 67 contenente gli interventi di Lucio Libertini al consiglio regionale del Piemonte 1975-1976:

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Claudio Costantini, professore ed amico, in Claudio Costantini, storia, politica, insegnamento (1933-2009), Genova, Archivio dei movimenti, 2022.

Claudio Costantini, professore ed amico

Arrivo a Genova, dalla provincia, all’inizio del novembre 1967.

L’avventura universitaria è una incognita totale. Non ho idea di struttura, organizzazione, modalità degli esami.

Saggio su Costantini, nel libro dedicato al Professore universitarioAllora, Lettere è a Balbi 5, gli istituti sono un po’ sparsi, tra palazzo Raggio (italiano e storia) e Santa Sabina (filosofia).

Le aule sono tutte a Balbi 5, sopra al rettorato. La più grande (“da Prati”, il bidello) è per le lezioni di italiano (Croce), latino (Della Corte), storia romana (Forni).

È però l’anno dell’esplosione dell’università, dell’enorme aumento di iscritt*. Non riesce a contenerci tutt*. Della Corte promette che presto verrà aperto, per l’università, il teatro Falcone.

Noi “filosof*” siamo facilmente riconoscibili dalla maggioranza di chi è iscritto a legge e frequenta lo stesso palazzo.

Altri abiti, altri capelli, altro linguaggio, altre scelte di vita, altre prospettive professionali.

Il mondo ribolle. Nel 1967, la guerra in Vietnam si aggrava, vi è il colpo di stato in Grecia, la guerra dei sei giorni ci ha fatto scoprire che esiste la Palestina, si sono moltiplicate le rivolte dei ghetti neri negli USA.

A gennaio si è ucciso Luigi Tenco, facendoci riflettere su tematiche esistenziali e mettendoci davanti al rapporto arte/industria dello spettacolo (nessuno di noi ha cognizione della scuola di Francoforte), ma, soprattutto, allo sdegno per i massacri in Vietnam, si somma, moltiplicata, la frustata che ci produce, ai primi di ottobre, la morte del Che. Il suo sacrificio estremo richiama immagini cristiane, riporta l’attenzione sulle vene aperte di un continente intero, sul rapporto sviluppo/sottosviluppo.

La prima assemblea studentesca

Partecipo alla mia prima assemblea. Non conosco il numero dell’aula. Seguo una studentessa che ha sottobraccio (siamo la generazione delle riviste) “La Sinistra”, il mensile di Savelli e Colletti (non commento le loro scelte successive).

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Grande subbuglio. Ai problemi di facoltà si sommano quelli complessivi, lo scacco del centro- sinistra, i temi internazionali, questioni generazionali (l’autoritarismo), sociali (la Bibbia per noi è la Lettera a una professoressa che svela il carattere classista, anche nei contenuti, della scuola).

Assemblee e assemblee, nell’aula grande (“da Prati”) o a palazzo Raggio (ora vi è una biblioteca).

Conosco immediatamente Giacomo Casarino, Manlio Calegari, Roberto Speciale, Rodolfo Savelli, Renato Midoro, Punny Semeraro, Carlo Penco, Franco Surdich, negli incontri “interfacoltà”, Franco Carlini, Bruno Piotti, Franco Cifatte, Pietro Marcenaro. … Continua.

Scarica il SAGGIO COMPLETO ESTRATTO DAL LIBRO:

Download “Saggio sul mio professore Costantini” ClaudioCostantini-professore-ed-amico.pdf – Scaricato 21791 volte – 566,48 KB

Estratto di Sergio Dalmasso pubblicato anche nel Quaderno del Cipec numero 72

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QUADERNO CIPEC 72

E’ online il quaderno del CIPEC numero 72, 30-esimo anno.

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Quaderno cipec 72, copertina con Dalmasso e Zannoni

Introduzione

Quaderno CIPEC 72, Non so se questo sarà l’ultimo quaderno, dopo un percorso di trent’anni, o se continueremo per il prossimo quinquennio (2025- 2029) o almeno per qualche anno.

Attendiamo le decisioni dell’Amministrazione provinciale di Cuneo che, in ogni caso, ringraziamo, come quelle precedenti, insieme ai dipendenti della stamperia, per i tanti numeri usciti che speriamo siano stati utili.

Vedo che le ricostruzioni di parti della storia della provincia, le interviste a militanti politici e sindacali, le statistiche elettorali, per quanto ferme a parecchi anni fa, vengono ancor oggi, utilizzate per studi, ricerche, tesi di laurea.

In attesa di una eventuale (e sperata) continuazione, procediamo con il ricordo dell’amico Danilo Zannoni, scomparso nell’aprile 2023.

A lui abbiamo dedicato già il quaderno 65 (primo semestre 2021) che conteneva numerosi racconti e l’ultimo numero (primo semestre 2024) con un lungo racconto (il termine è, forse, riduttivo), Demoni e due brevi ricordi, il mio e quello di Antonella Marras.

In questo quaderno compaiono altri suoi scritti, mai pubblicati, che sempre dimostrano la fantasia (gli ho chiesto più volte come facesse a scrivere continuamente, senza interruzione e su soggetti così diversi) e soprattutto l’interesse per temi sociali, ambientali, legati a una impostazione morale che sembra richiamarsi ad esempi letterari illustri.

L’amico prete: Gianni Russotto

Vi era l’idea di un ricordo di Gianni Russotto, anch’egli mancato lo scorso anno.

Gianni è stato sacerdote, prima a Genova, poi in Cile, da lui scelto per avere una esperienza di vita e di fede in un paese del “terzo mondo”.

Qui ha conosciuto e sposato una donna, scelta che lo ha collocato tra i tanti preti sposati di una stagione in cui molti credenti si sono interrogati sulle scelte di fede, sul rapporto religione/politica e sul modo migliore di interpretare la fede stessa nella propria vita personale.

Il ritorno in Italia, l’impegno politico- sociale.

Ci manca lo spazio.

Gianni Russotto con Roberta Piazzi

Mi limito ad un ricordo personale, rinviando ai prossimi, eventuali, quaderni, testimonianze, ricordi, memorie collettive e personali che hanno riempito una commovente serata al circolo ARCI Barabini, a Trasta, in val Polcevera, il giorno successivo alla sua scomparsa.

Sergio Dalmasso

Nel secondo semestre del 2024 il quaderno 72 sarà a stampa in un numero di copie limitate grazie al lavoro del Centro Stampa della PROVINCIA DI CUNEO

Buona lettura.

Sergio

Il sindaco leghista con dio, patria e famiglia

Dio, patria, famiglia. Non ho alcuna forma di anticlericalismo ottocentesco.

Mi sento laico al 101%: nessun privilegio e nessun danno per qualunque scelta (o non scelta) religiosa (e non solo).

Ritengo positivo l’intervento di papa Bergoglio a Marsiglia sul tema della migrazione, leggo con interesse aspetti ecologisti nell’ultima enciclica, ritengo interessante il dialogo, alla festa di Liberazione, tra il segretario Acerbo e il presidente della CEI sui temi sociali e della pace.

Sono, da sempre, contrario al Concordato, all’insegnamento di una sola religione nella scuola di stato, al finanziamento -anticostituzionale- alla scuola privata.

Giace, al Consiglio regionale piemontese, una mia proposta (2009) per l’istituzione della giornata per la libertà religiosa e di pensiero, proposta mai discussa perché scomoda per tutti, destra e “sinistra”.

Chiarito ciò, considero grave la scelta del comune di VENTIMIGLIA che reintroduce i crocifissi negli uffici comunali.

La presenza, in ambito pubblico (scuole, tribunali, ospedali, uffici…) del simbolo di una religione è discriminante, lesiva della libertà religiosa e di pensiero e dell’eguaglianza fra tutte le fedi.

Naturalmente, questo si inserisce nel clima del governo di “Dio, patria e famiglia” e dell’odio e dell’intolleranza crescenti.

La rivendicazione di una identità aumenta il pericolo di integrismo e di discriminazione verso “gli altri”, su cui specula chi fa politica nella logica amico/nemico.

Sergio Dalmasso,

Fonte, facebook 17 ottobre 2023

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Articolo dell’Ansa: “Ventimiglia, in Comune torna il crocifisso, sindaco ne compra 35