Stop the War!

An Appeal for a Europe of Peace

02/03/2022
transform! europe condanna l’attacco che la Russia, sotto il governo di Vladimir Putin, ha lanciato contro l’Ucraina. Rifiutiamo l’uso della forza militare contro uno stato sovrano, così come abbiamo precedentemente rifiutato il dispiegamento delle forze NATO nei paesi confinanti con la Russia e nei paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa. Chiediamo quindi un cessate il fuoco immediato, la fine dei bombardamenti, il ritiro delle truppe russe dal suolo ucraino e il ritorno al tavolo dei negoziati.

Allo stesso tempo, invitiamo l’UE a impegnarsi al massimo per riprendere i negoziati di pace. In questi tempi difficili, siamo al fianco del popolo ucraino che vive l’attacco russo in piena forza e le cui vite sono in pericolo. Siamo solidali con i popoli dell’Ucraina che sono costretti a lasciare le loro case e intessiamo reti di solidarietà per il loro sostegno, incluso fornendo loro riparo e sicurezza!

Siamo con i popoli in Russia che si oppongono alla guerra di Putin, nonostante l’oppressione, così come i milioni di altri europei che chiedono la pace. La soluzione a questa ingiustificata escalation di violenza militare non è più violenza, la soluzione è politica, basata sui principi di concetti comuni di sicurezza collettiva che danno priorità al benessere di tutti i popoli e al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. Uniamo le forze con i movimenti pacifisti e sociali in tutto il continente per fermare questa guerra irrazionale, invitiamo i cittadini europei a scendere in piazza in nome della pace e siamo con il popolo ucraino. Le armi e le guerre dovrebbero appartenere al passato, il futuro dell’Europa e dell’umanità deve essere la pace!

L’opinione pubblica europea, come dimostra Eurobarometro in ogni sondaggio, è di gran lunga favorevole a un’Europa della pace, dei diritti umani, della democrazia e contro le armi nucleari. Più dell’85% degli europei è a favore di questi, il che rivela la contraddizione tra i desideri delle persone per il futuro dell’Europa e le decisioni dei responsabili politici. L’attuale crisi è espressione delle profonde e irrisolte contraddizioni della situazione della sicurezza europea. Dalla fine della Guerra Fredda, l’Europa è composta solo da Stati capitalisti. Ci sono contraddizioni imperialiste tra gli stati, amplificate dalla loro ineguale potenza economica e militare.

Rifiutiamo qualsiasi politica che ci restituisca una politica di blocchi e una nuova Guerra Fredda. Ci opponiamo all’espansione della NATO sul suolo europeo e alla sua retorica militare. L’Europa ha bisogno e vuole un percorso pacifico per risolvere i conflitti.

NO ALLA GUERRA MONDIALE, SI ALLA DIPLOMAZIA

La lotta per la pace è una lunga tradizione in Europa. La sinistra radicale è stata una sinistra pacifista, antimilitarista e antimperialista sin dai suoi inizi. Si oppone a tutta la propaganda sciovinista, razzista, neocolonialista e giustificatrice della guerra di governi, dei capitali e dei media. Contrastare la creazione di immagini nemiche non significa approvare la politica di un governo. Chiediamo a tutte le forze progressiste e ai cittadini di alzare la voce per una riduzione dell’escalation. Chiediamo la fine immediata della retorica conflittuale, dell’azione militare e delle minacce: continuando con queste tattiche, la guerra e il conflitto militare minacciano il nostro intero continente ed estendono la sofferenza dei popoli dell’Ucraina! La priorità dovrebbe essere sempre quella di fermare la guerra!

I popoli d’Europa sanno fin troppo bene cosa significhi la guerra e le sue terribili conseguenze. L’UE sta attualmente soffrendo a causa della devastante pandemia di COVID-19 e della sua gestione catastrofica. Piangiamo più di 2 milioni di morti negli ultimi due anni. La pandemia colpisce la vita di milioni di persone e sta rimodellando le economie. In questa congiunzione, riteniamo inaccettabile l’aumento delle spese militari, alimentato e giustificato dall’aumento delle tensioni militari e dalla retorica guerrafondaia.

È un oltraggio che durante l’attuale pandemia letale, le spese militari aumentino dall’1,63% al 2,2% del PIL globale. Il conflitto militare non è l’unica sfida alla sicurezza dei cittadini europei. Le terribili conseguenze del cambiamento climatico si fanno già sentire nel nostro continente ed entrambe queste crisi stanno amplificando le disuguaglianze strutturali nell’UE, in Europa e nel mondo. Sebbene non sia incluso nella maggior parte degli accordi ambientali internazionali, come l’Accordo sul clima di Parigi, il complesso militare-industriale è uno dei maggiori inquinatori del nostro pianeta e la guerra è l’attacco più devastante all’integrità della natura. Risorse preziose che potrebbero aiutare a sradicare le disuguaglianze nei sistemi sanitari e sociali dei paesi dell’UE, nonché il rinnovamento e la resilienza delle infrastrutture, sono spese nella prospettiva di una guerra prolungata che sarebbe dannosa per i popoli dell’UE e dell’Europa. Questo deve finire!

LA FINE DI UNA NUOVA GUERRA FREDDA PER PREVENIRE QUALSIASI GUERRA

L’opportunità che esisteva dopo la fine della Guerra Fredda per creare un sistema di pace e sicurezza paneuropeo non è stata colta. Da un lato, la NATO continua ad esistere, legando agli Stati Uniti le politiche di sicurezza e militari di 22 dei 27 membri dell’UE; e d’altra parte, strutture paneuropee e inclusive come il Consiglio d’Europa e l’OSCE sono state emarginate ed espulse dalla percezione pubblica dalla NATO, dal G-7 e dalla stessa UE. La politica di sicurezza europea è in una crisi multipla. L’Ucraina è solo uno dei numerosi punti caldi in cui il potenziale di conflitto si sta condensando e la gestione diplomatica delle singole crisi nella fase acuta non è sufficiente per disinnescarle.

L’Europa ha bisogno di un’architettura di sicurezza che tenga equamente conto degli interessi di tutti gli Stati europei. L’imminente 50° anniversario della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) rappresenta un’opportunità di rinnovamento e un’opportunità per adottare un Atto finale aggiornato che definisca le pietre miliari della sicurezza europea. Nel senso di diplomazia aperta, i movimenti per la pace, le ONG e la società civile di tutta Europa (e non solo dell’UE) dovrebbero essere coinvolti nella preparazione e nell’attuazione della conferenza non solo come programma di accompagnamento, ma piuttosto come partner alla pari.

Affrontare in pace le sfide del futuro sarà possibile solo se l’Europa abbandoni la logica della Guerra Fredda del passato e affronti collettivamente il futuro. L’UE deve iniziare a elaborare una nuova strategia di sicurezza indipendente che includa i suoi vicini! I costi insopportabili della guerra sono sempre pagati dalle classi lavoratrici. L’industria delle armi non deve più godere dell’impunità, guadagnando milioni di dollari mentre distrugge il pianeta e priva i giovani del loro diritto a un futuro pacifico. I giovani di Ucraina e Russia sono ora strappati alle famiglie e inviati a combattere in una guerra che serve gli interessi oligarchici e minaccia le loro vite e il loro futuro. Stiamo con le loro famiglie e i loro cari, di tutti coloro che sono stati arruolati nell’esercito a causa di questa guerra irrazionale e ci opponiamo alla mentalità patriarcale che chiama alla violenza.

PER UNA STRATEGIA DI PACE E SICUREZZA INDIPENDENTE DELL’UE

È impossibile parlare di autonomia strategica dell’UE quando la maggioranza degli Stati membri dell’UE sono membri della NATO. Lo sviluppo di un’identità politica di sicurezza dell’UE deve andare di pari passo con lo scioglimento della NATO e il ritiro delle truppe americane e soprattutto delle armi nucleari. Per una strategia di pace e sicurezza dell’UE indipendente e quindi un’Europa pacifica, l’UE deve liberarsi dal paternalismo della politica di sicurezza degli USA. L’UE è un attore globale. Deve concentrarsi sul raggiungimento degli obiettivi climatici, condurre una transizione socialmente giusta dall’energia fossile a quella sostenibile, riallineare la sua politica commerciale verso il Sud del mondo, rispettare e attuare la Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati nella sua politica sui rifugiati. Lo status dei membri neutrali e non allineati dell’UE, come esplicitamente riconosciuto nel Trattato di Lisbona, dovrebbe essere rivisto, quindi amplia le possibilità diplomatiche dell’UE per svolgere un ruolo costruttivo nelle tensioni che ora stanno aumentando.

Ci appelliamo a tornare al diritto internazionale sotto l’ONU come base per risolvere questo conflitto. La NATO è l’unico sistema di sicurezza multinazionale che agisce sulla scena internazionale in violazione del mandato esplicito della Carta delle Nazioni Unite. Questo lo rende una minaccia alla pace, come dimostrano le sue “operazioni”, in Europa, Asia e Africa, che hanno generato destabilizzazione, distruzione e battute d’arresto del pieno esercizio dei diritti sociali e umani delle persone nelle aree intervenute.

EUROPA UNA ZONA SENZA ARMI NUCLEARI

Chiediamo che tutti gli stati europei aderiscano al Trattato per la proibizione delle armi nucleari, come i popoli europei chiedono a maggioranza assoluta secondo qualsiasi sondaggio che sia stato condotto sulla questione. Inoltre, sosteniamo una zona libera da armi nucleari e militarmente sparsa in tutta l’Europa, dal Mediterraneo al Baltico e al Mare del Nord, come primo passo verso un’Europa senza armi nucleari. Chiediamo che gli Stati Uniti rientrino nel Trattato sulle armi nucleari a raggio intermedio e che sia la Russia che gli Stati Uniti si astengano dal rientrare in gare antagoniste di armamento nucleare. Un mondo senza armi nucleari è un mondo più sicuro per tutti!
In breve, chiediamo:

• L’arresto immediato dell’attacco militare russo all’Ucraina. Rispettando la sovranità dei popoli, respingiamo l’azione militare e le minacce contro uno Stato sovrano, così come qualsiasi cambiamento di confine attraverso l’aggressione militare.

• Stop immediato alla retorica e alla tattica guerrafondaia e ritorno sui tavoli diplomatici.
• La mediazione dell’OSCE e delle Nazioni Unite per fermare qualsiasi azione militare e dispiegare tutti gli strumenti diplomatici nell’ambito del quadro giuridico delle Nazioni Unite e la stesura e l’attuazione di un nuovo accordo di pace.

• L’UE a prendere l’iniziativa e proporre un’ampia conferenza paneuropea, compresa la Russia, sulla pace e la sicurezza collettiva, al fine di raggiungere una risoluzione globale della crisi in tutte le sue dimensioni. Ciò che è stato possibile durante la Guerra Fredda alla Conferenza di Helsinki è ancora più necessario oggi.

• Chiediamo che la UE riprenda i negoziati sul disarmo globale e multilaterale, comprese le armi nucleari a medio raggio.

 Facciamo appello al popolo europeo affinché sostenga saldi valori di pace e diritti umani, sapendo che difendere la pace è l’unico modo per un mondo che condivide il fatto che la guerra non risolve mai i conflitti ma ne crea di nuovi.

transform! europe condemns the attack that Russia, under the governance of Vladimir Putin, has launched upon Ukraine. We reject the use of military force against a sovereign state, just as we have previously rejected NATO forces deployment in countries bordering Russia, and in countries of Asia and Africa and Europe. We therefore call for an immediate ceasefire, stop of the bombings, the withdrawal of Russian troops from Ukraine soil and the return to the negotiating table.

At the same time, we call upon the EU to put maximum effort into reengaging in peace negotiations. In these difficult times, we stand with the people of Ukraine who experience the Russian attack in full force and whose lives are in danger. We stand in solidarity with the peoples of Ukraine that are forced to leave their homes, and weave networks of solidarity for their support, including providing them with shelter and safety! We stand with the peoples in Russia who oppose Putin’s war, despite oppression, as well as the millions of other Europeans that demand peace.

The solution to this unjustifiable escalation of military violence is not more violence, the solution is political, based on the principles of common, collective security concepts which prioritise the well-being of all peoples and the respect of human rights and international law. We join forces with the peace and social movements across the continent to stop this irrational war, we call upon European citizens to take the streets in the name of peace and we stand with the people of Ukraine that are forced to leave their homes. Weapons and wars should belong to the past, the future of Europe and humanity must be peace!

European public opinion, as Eurobarometer demonstrates in each survey, is by far in favor of a Europe of peace, human rights, democracy and against nuclear weapons. More than 85% of Europeans are in favour of these, which reveals the contradiction between people’s desires for Europe’s future and policy makers’ decisions. The current crisis is an expression of the deep, unresolved contradictions of the European security situation. Since the end of the Cold War, Europe consists only of capitalist states. There are imperialist contradictions between the states, amplified by their unequal economic and military power.
We reject any policy that returns us to a policy of blocks and a new Cold War. We oppose NATO expansion in European soil and their military rhetoric. Europe needs and wants a peaceful path to resolve conflicts.

NO TO WARMONGERING, YES TO DIPLOMACY

Fighting for peace has been a long tradition in Europe. The radical left has been a pacifist, anti-militarist and anti-imperialist left since its beginnings. It opposes all chauvinist, racist, neo-colonialist, and war-justifying propaganda of governments, capital, and media. To oppose the creation of enemy images does not mean to approve the policy of a government. We call upon all progressive forces and citizens to raise their voices for de-escalation. We call for animmediate end of confrontational rhetoric and military action and threats: By continuing with these tactics, war and military conflict threaten our whole continent and extend the suffering of the peoples of Ukraine! The priority should always be to stop the war!

The peoples of Europe know too well what war and its terrible consequences mean. The EU is currently suffering due to the devastating COVID-19 pandemic and its catastrophic management. We mourn more than 2 million dead over the last two years. The pandemic affects the lives of millions and is reshaping the economies. In this conjunction, we consider the increase of military expenses, fueled, and justified by the increase of military tensions and the warmongering rhetoric, unacceptable. It is an outrage that during the current lethal pandemic, military expenses increase from 1.63% to 2.2% of the global GDP. Military conflict is not the only challenge to the security of Europe’s people. The dire consequences of climate change can already be felt in our continent and both these crises are amplifying structural inequalities in the EU, Europe, and the world. Although not included in most of the international environmental agreements, such as the Paris Climate Agreement, the military-industrial complex is one of the biggest polluters of our planet and war the most devastating strike on nature’s integrity.

Valuable resources that could help irradicate inequalities in the health and social systems of EU countries, as well as the renewal and resilience of infrastructure, are spent on the prospect of a prolonged war that would be detrimental to the peoples of the EU and Europe. This has to stop!

ENDING A NEW COLD WAR TO PREVENT ANY WAR

The opportunity that existed after the end of the Cold War to create a pan-European peace and security system was not seized. On one hand, NATO continues to exist, tying the security and military policies of 22 of the 27 EU members to the United States; and on the other hand, pan-European and inclusive structures such as the Council of Europe and the OSCE have been marginalised and pushed out of public perception by NATO, the G-7 and the EU itself. European security policy is in a multiple crisis.

Ukraine is only one of several hotspots where conflict potential is condensing and diplomatic management of individual crises in the acute stage is not sufficient to defuse them. Europe needs a security architecture that fairly considers the interests of all European states. The upcoming 50th anniversary of the Conference on Security and Co-operation in Europe (OSCE) is an opportunity for renewal and a chance to adopt an updated Final Act setting out the cornerstones of European security. In the sense of open diplomacy, peace movements, NGOs, and the civic society from all over Europe (and not only the EU) should be involved in the preparation and implementation of the conference not only as an accompanying programme, but rather as equal partners.

Mastering the challenges of the future in peace will only be possible if Europe leaves the Cold War logic in the past and collectively faces the future. The EU needs to start elaborating a new independent security strategy inclusive to its neighbours! The unbearable costs of war are always paid by the working classes. The arms industry must no longer enjoy impunity, making millions in revenue while destroying the planet and depriving the youth of their right to a peaceful future. The youth of Ukraine and Russia are now ripped from the families and send to fight in a war that serves oligarchic interests and threatens their lives and future. We stand with their families and loved ones, of all those drafted to the military because of this irrational war and oppose the patriarchal set of mind that calls to violence.

FOR AN INDEPENDENT EU PEACE AND SECURITY STRATEGY

It is impossible to talk about the strategic autonomy of the EU when the majority of the EU Member States are members of NATO. The development of an EU security policy identity must go hand in hand with the dissolution of NATO and the withdrawal of American troops and especially nuclear weapons. For an independent EU Peace and Security Strategy and hence a peaceful Europe, the EU must free itself from the security policy paternalism of the USA.

The EU is a global player. It must focus on achieving climate goals, leading a socially just transition from fossil to sustainable energy, realigning its trade policy towards the Global South, respecting, and implementing the UN Refugee Convention in its refugee policy. The status of neutral and nonaligned members of the EU, as explicitly recognized in the Lisbon Treaty, should be revisited, hence it expands the EU’s diplomatic possibilities to play a constructive role in the tensions that are now increasing.

We appeal to come back to international law under the UN as the basis to resolve this conflict. NATO is the only multinational security system that acts on the international stage in violation of the explicit mandate of the Charter of the United Nations. This makes it a threat to peace, as demonstrated by its “operations”, in Europe, Asia, and Africa, which have generated destabilization, destruction and setbacks in the full exercise of the social and human rights of people in the intervened areas.

EUROPE A NUCLEAR WEAPON FREE ZONE

We demand that all European states join the Treaty for the Prohibition of Nuclear Weapons, as European peoples demand by full majority according to any survey that has been conducted on the issue. In addition, we advocate for a nuclear-weapon-free and militarily diluted zone in the whole of Europe, from the Mediterranean to the Baltic and the Northern Sea as the first step towards a nuclear weapons-free Europe. We demand that the USA re-enters the Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty and that both Russia and the USA refrain from re-entering antagonist nuclear weaponization races. A world without nuclear weapons is a safer world for all!

In short, we call for:
• An immediate stop of Russian military attack on Ukraine. Respecting the sovereignty of peoples, we reject military action and threats against a sovereign state, as well as any border change by way of military aggression.

• An immediate stop of warmongering rhetoric and tactics and return to the diplomatic tables.
• The mediation of the OSCE and the UN to stop any military action and deploy all diplomatic tools under UN legal framework and the drafting and implementation of a new peace agreement.

• The EU to take the initiative and propose a broad pan-European conference, including Russia, on peace and collective security, in order to achieve a comprehensive resolution of the crisis in all its dimensions. What was possible during the Cold War at the Helsinki Conference is even more necessary today.

• The EU to resume negotiations on multilateral and comprehensive disarmament, including nuclear and intermediate-range weapons.
We appeal to the people of Europe to stand with strong peace and human rights values, knowing that defending peace is the only way to a world that shares that war never resolves conflicts but creates new ones.

Rivista Su la testa

La Rivista Su la testa, Argomenti per la Rifondazione Comunista, bimestrale diretta da Paolo Ferrero, presenta il suo ottavo numero intitolato Cambia il sistema, non il clima!

Di seguito il video di presentazione del numero 8 della rivista Su la testa.

Rivista Su la testa copertina numero 8

Nei numeri 1, 2, 3, 5, 6 e 7 della rivista sono state pubblicate alcune mie recensioni di libri.

Recensioni che si possono leggere ANCHE nella sezione Archivio, Scritti storici, Schede e recensioni di questo sito alla voce “Su la testa, nuova serie”.

Recensioni pubblicate anche dalla rivista Il presente e la storia Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo.

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Segui il canale YouTube Sergio Dalmasso

 

Il Canale YouTube di Sergio Dalmasso è una preziosa risorsa che offre un affascinante viaggio nel mondo della storia, della politica e della cultura attraverso gli occhi dello stimato storico.

Importanza dei video del canale

Gli spettatori avranno l’opportunità di immergersi nelle riflessioni di Dalmasso sulla storia politica italiana e internazionale, con particolare attenzione a eventi cruciali come i cento anni dalla Rivoluzione Russa.

Le presentazioni di nuovi volumi offrono uno sguardo privilegiato sulle idee fresche e gli approfondimenti dell’autore, contribuendo a rendere accessibile un sapere di grande valore.

La varietà di argomenti presenti nei video crea un ambiente educativo e informativo che copre una vasta gamma di temi, contribuendo così a una comprensione più profonda della storia e della società.

Il canale rappresenta una piattaforma imprescindibile per chiunque desideri approfondire la propria comprensione della storia e della politica attraverso la prospettiva di un esperto appassionato.

 

Un utile libro sulla storia di Rifondazione Comunista

di Rosario MARRA

Il 2021 è stato un anno attraversato da importanti anniversari per coloro che si richiamano al comunismo: i 150 anni della Comune di Parigi, i 100 anni dalla fondazione del PCI, ma anche i 30 anni dalla nascita del PRC, una delle varie (forse troppe) formazioni comuniste del nostro Paese.

Inoltre, l’anno che volge al termine ha visto anche alcune scadenze congressuali: in queste settimane s’è avviata la fase congressuale del PCI e si sono già tenuti i congressi nazionali di Sinistra Anticapitalista e del PRC.

Per quanto riguarda quest’ultimo Partito, la recente uscita del libro di Sergio Dalmasso (“Rifondazione comunista”, edizioni Red Star Press) è stata pressoché coincidente con entrambe le occasioni: da un lato, il trentennale del  Partito, nato nel dicembre 1991, dall’altro, la citata scadenza dell’ XI Congresso nazionale del PRC conclusosi lo scorso ottobre.

Download “Capitolo 1 storia di Rifondazione Comunista”

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Nell’approccio storico, uno degli scogli che tradizionalmente s’incontra è sicuramente la scelta del tipo di periodizzazione per individuare le caratteristiche di questa o quella fase nel suo collegamento con il contesto sociale, istituzionale, nazionale e internazionale.

L’autore ha scelto la suddivisione decennale della storia di Rifondazione.

L’attuale volume è così il secondo dell’opera e affronta il periodo 2001-2011 (il sottotitolo è “Dal Movimento dei Movimenti alla chiusura di Liberazione, storia di un Partito nella crisi della sinistra italiana”).

Il precedente volume, Rifondare è difficile, uscito nel 2002, si soffermava sul primo decennio: dal 1991 al 2001. (E si trova anche nel Quaderno CIPEC 31 di seguito, ndr)

Download “Quaderno CIPEC Numero 31 (Libro sul primo decennio di Rifondazione di S. Dalmasso)”

Quaderno-CIPEC-Numero-31.pdf – Scaricato 16285 volte – 1,03 MB

È ovvio che le periodizzazioni, per quanto utili, sono convenzionali,

e quelle riguardanti l’arco temporale decennale sono una delle più usate (non a caso, ad esempio, si parla di anni ’60, anni ’70, ecc.).

C’è chi nella storia dei Partiti lega le periodizzazioni soprattutto ai Congressi o ai cambi di segretario, o, ancora, ai risultati delle varie scadenze elettorali, alle scissioni o alle fusioni con altre forze.

L’approccio di Dalmasso cerca però di evitare un’eccessiva accentuazione di questo o quell’aspetto della storia del PRC, pur individuando con chiarezza i punti di snodo del dibattito e degli orientamenti politici assunti nell’arco del decennio.

In effetti, l’autore fornisce una sorta di guida per approfondire l’aspetto o gli aspetti della vita del Partito che maggiormente possono interessare i lettori.

Il libro ha tre introduzioni (Musacchio, Russo Spena, Dalmasso stesso ) ed è articolato in sei capitoli e delle conclusioni.

È corredato da una robusta bibliografia di oltre 200 articoli di riviste, quotidiani e volumi che vengono parzialmente passati in rassegna nell’introduzione dell’autore.

È proprio dall’iniziale rassegna storico-critica (ma, ancora di più, dalla lettura del testo) che si comprende l’impostazione data alla pubblicazione.

Ad esempio, si criticano alcuni scritti su Rifondazione – citandone titoli ed autori – evidenziando magari che si tratta di un testo tutto autocentrato e insufficiente nel motivare i continui passaggi politici” oppure che siamo in presenza di un lettura tutta soggettiva e di parte”.

Ma, contemporaneamente, non si lesinano apprezzamenti ad altri lavori di ricostruzione critica.

Bartolino, ad esempio, viene lodato perché costruisce un lavoro organico e approfondito sul partito e permette di comprenderne modificazioni, comportamenti, strutture, come pure si valuta positivamente lo studio del sociologo Fabio De Nardis perché segue con attenzione il dibattito del settimo Congresso (2008)  la dialettica interna, i meccanismi di elaborazione e funzionamento”.

Parimenti elogiati sono i contributi di Raul Mordenti, soprattutto Non è che l’inizio.- Vent’anni di Rifondazione Comunista“.

Biografia ragionata

Insomma, Dalmasso fornisce anche una sintetica bibliografia ragionata per chi vuole approfondire la storia di Rifondazione e giungere ad un serio bilancio critico ed autocritico.

Va comunque sottolineato che il libro, per una chiara e condivisibile scelta dell’autore,

non prende parte per nessuna delle posizioni politiche interne al dibattito del PRC, né vuole trarre conclusioni su quanto accuratamente descritto.

È una scelta che va apprezzata, poiché, a parere di chi scrive, il compito di un bilancio è sì sempre prevalentemente politico, ma deve anche colmare la mancanza di “uno studio che racconti nel modo più oggettivo possibile la storia, i fatti, per dirla con l’introduzione stessa di Dalmasso.

Peraltro, è proprio su come intendere il bilancio critico ed autocritico che si situa uno dei limiti maggiori della storia di Rifondazione.

Un esempio, per chiarirci: il problema non è, riferendoci alle “innovazioni teoriche” del periodo bertinottiano,

di criticarle mummificando l’esperienza novecentesca del Movimento operaio con atteggiamenti nostalgici e folcloristici; e, parallelamente,

verso il secolo scorso non si può nemmeno dare l’impressione di una posizione “filo-veltroniana” di sinistra, dove può sembrare che il vero scopo non sia tanto la riflessione teorica e strategica, bensì rendersi politicamente affidabili verso il centro-sinistra dell’epoca.

Sul piano dell’autocritica ragionata, uno dei più noti dirigenti del PRC, Paolo Ferrero,

riferendosi al Movimento No Global – che per quanto sviluppatosi solo nei primi anni del decennio ha avuto conseguenze politiche che temporalmente sono andate ben oltre – ha puntualmente osservato (sulla rivista “Su la testa” del luglio 2021):

Sul piano istituzionale, lo sbocco proposto da Rifondazione fu quello di costruire il programma comune con il centro-sinistra in vista di un’alleanza di governo…

Pensavamo che si potesse determinare un circolo virtuoso e, invece, si determinò un riflusso del Movimento e una limitata capacità contrattuale sul piano politico.

Si può discutere a lungo dei singoli errori tattici, ma a me pare che il problema stesse nel manico e cioè nell’aver pensato di poter far vivere l’alternativa dentro l’alternanza.

È stato un errore drammatico e a vincere è stato il bipolarismo e il liberismo”.

In realtà, uno dei problemi politici dei bilanci autocritici è che non sempre ad una correttezza formale degli stessi corrispondono comportamenti conseguenti,

e ciò sia detto senza alcun intento polemico, ma come mera constatazione del fatto incontestabile che il “governismo” rimane una politica dura a morire.

In ogni caso, al di là delle singole questioni, il fattore “bilancio” è uno dei contributi che può dare un’attenta lettura del libro, soprattutto per chi ha vissuto direttamente o indirettamente le vicende del 2001-2011.

E tuttavia ci sono altri fattori non meno importanti che rafforzano l’utilità del lavoro di Dalmasso:

mi riferisco alla costruzione/ricostruzione di una memoria storica attiva e dinamica seppure su un periodo temporalmente abbastanza recente.

Per lettori e lettrici più giovani, la trasmissione della memoria soprattutto rispetto a quei momenti che hanno visto il protagonismo di una nuova generazione,

come avvenne a Genova 2001 e nei Social Forum, può aiutare, entro certi limiti, anche la pratica, ad esempio, dalle recenti mobilitazioni contro il G-20.

Ho già detto che le periodizzazioni, per quanto utili, sono convenzionali.

E forse possono essere eccessivamente schematiche.

In questo caso, sarebbe utile rileggere/procurarsi anche il primo volume del 2002, opportunamente richiamato dall’autore, e ciò per avere una visione unitaria dei primi venti anni del PRC.

Infatti, è chiaro che tra il primo e il secondo decennio della storia del PRC, come ci sono elementi di diversità, così ce ne sono di continuità.

Ad esempio, la segreteria Bertinotti, durata ben 12 anni dal 1994 al 2006, attraversa entrambi i decenni. E in entrambi i decenni si colloca anche la maledizione delle scissioni, i cui nodi sono sostanzialmente sempre gli stessi:

il rapporto coi Democratici di sinistra prima e col PD dopo, così come il rapporto col governo Dini prima e quello coi governi Prodi e d’Alema nel secondo decennio.          

Va altresì detto che il periodo 2001-2011 si caratterizza anche per un tentativo di inversione della tendenza alla frammentazione:

l’esperienza della Federazione della Sinistra incentrata soprattutto su PRC e Comunisti Italiani.

Si trattò di un’esperienza nata già in una fase calante della sinistra d’alternativa e, in particolare, dei comunisti, e dopo alcuni anni cadde sia sul problema delle cessioni di sovranità” dai singoli Partiti alla Federazione e sia, ancora una volta, per visioni diverse sul rapporto col centro-sinistra.

Ma va comunque ricordato il buon risultato che ebbe la Federazione della Sinistra nelle amministrative del 2011 proprio a Napoli, dove riuscì ad avere un ruolo rilevante nell’avvio di quella esperienza di rottura che è stata la prima giunta De Magistris.

Riflettere su quella esperienza federativa, di cui i promotori non hanno mai fatto un bilancio comune, ci sembra importante se si vuol rilanciare una politica di unità dei comunisti che, altrimenti, si riduce a mero auspicio.

Il libro si chiude con la fine delle pubblicazioni di “Liberazione”, il quotidiano del Partito.

Si tenterà l’avventura di un’edizione online, ma anche quella non sarà coronata da successo.

In sintesi, sull’insieme del volume, penso che si possa condividere la valutazione di Russo Spena:

“Il lavoro certosino di Dalmasso è importante perché riannoda i fili di una memoria che ci appare confusa, fagocitata dall’ipostatizzazione del presente senza futuro. È essenziale, poi, per Rifondazione Comunista che ha avuto come orizzonte il “comunismo diffuso“”.

L’augurio, ora, è che l’autore proceda anche col terzo volume per il successivo decennio 2011-2021, in modo da fornire un ulteriore contributo per il bilancio condiviso di un’esperienza ancora in corso.

Fonte Lef La rivista, 5 dicembre 2021.

Download recensione su LEFT di Rosario Marra:

Download “Un utile libro di Sergio Dalmasso sulla storia di Rifondazione Comunista (su Left di Rosario Marra)”

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Intervento al seminario su LUCIO MAGRI

L’Italia, in generale, che per decenni era stata un laboratorio di dibattito politico- culturale e di lotte sociali interessanti per tutto il mondo, è oggi declassata al rango di un paese minore e a volte un po’ indecente.

Appare, quindi, improbabile che, nel caos di una crisi mondiale, di qui si avvii un nuovo ciclo storico; è, invece, probabile che da qui, per il momento, maturi piuttosto il peggio. (Lucio MAGRI, Il sarto di Ulm, p. 387).

Download “Intervento Dalmasso al seminario su LUCIO MAGRI”

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Lucio Magri e Luciana Castellina

Piccole note personali

Ho fatto parte del manifesto dalla fondazione e del PdUP sino al 1977.

Ho partecipato, allora studente, alla fondazione del circolo di Genova (ricordo Franco Carlini, brillante giornalista, scomparso da tempo) e – dopo l’università – tornato nella provincia di Cuneo, tradizionalmente bianca, e conservatrice, alla formazione di circoli locali.

Tra questi, quello di Bra, realtà quasi unica, nel panorama della nuova sinistra italiana, per capacità di radicamento e di presenza.

Da questo, con progressivi passaggi, attraverso giornale, la pionieristica Radio Bra onderosse, forte impatto elettorale, giornale, spaccio, ARCI, ARCI gola, slow food, “Gambero rosso”, Università di scienze gastronomiche, è nata una grande realtà internazionale che, per paradosso, ha sede in una piccola cittadina, per di più geograficamente marginale.

La marginalità della provincia di Cuneo ha fatto sì che poche fossero le frequentazioni da parte dei dirigenti nazionali, tranne Lidia Menapace, che si definiva una giramondo e che ricordiamo in tante iniziative, in particolare sulla scuola.

Magri è stato a Cuneo (città) una volta sola, il 22- 23 febbraio 2002 per discutere con l’autore, Marco Revelli, il libro sul Novecento. Penso molti ricordino la stroncatura di Luigi Pintor Il libro più anticomunista che abbia letto e la recensione più dialogante di Rossanda sulla “Rivista del manifesto”.

Si confrontarono due mondi, due concezioni sulla storia del secolo, del movimento operaio, dell’organizzazione e delle prospettive politiche, in particolare sul “soggetto” (o sui soggetti).

Fu quella l’unica volta in cui, con Magri, parlai a lungo.

Era preoccupato per le posizioni di Rifondazione, per l’isolamento e la mancanza di interlocuzione, politica e culturale, a cui la avevano portata, a parer suo, le scelte isolazioniste di Bertinotti.

Nel 2006, pochi mesi dopo la risicata vittoria elettorale del centro- sinistra e la nascita del governo Prodi, da un anno consigliere regionale in Piemonte, gli avevo telefonato, proponendogli, dati i suoi frequenti passaggi in val di Susa (brevi vacanze sciistiche), di fermarsi una sera a Torino, per un dibattito sulla situazione politica. Mi aveva risposto che non voleva nulla di pubblico, nulla più di una chiacchierata con 4- 5 persone.

Magri Era deluso, amareggiato

“La rivista del manifesto” aveva chiuso da circa due anni, la spinta sociale che si era manifestata negli anni precedenti, si stava esaurendo. Per un paradosso, la critica a Rifondazione, si era rovesciata: senza risultati la collocazione all’interno del governo che aveva assunto un immediato ruolo moderato.

Nei suoi ultimi anni, lo ho visto una sola volta, a Torino, al circolo L’anatra zoppa. Per la presentazione de “Il sarto di Ulm”, splendido testo, atto d’amore ad un partito che l’aveva radiato, non privo di nodi su cui porrò alcune domande.

Ho tentato un sintetico parallelo fra le due Riviste del manifesto, la prima dal 1969 al 1971 (di fatto), la seconda dal 1999 al 2004.

Ne emerge una continuità profonda, una impostazione non dissimile su molti temi. Per motivi di tempo, mi limito a tre questioni: sbocco politico, scuola, analisi dell’eredità gramsciana.

CONTINUA…

Download intervento completo di Sergio Dalmasso

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Rimini, 27 novembre 2021.

In foto, con la barba, Carlo Petrini giovane

Lucia Canova quaderni CIPEC

L’avventura dei Quaderni del CIPEC curati da Sergio Dalmasso nasce nel lontano aprile 1995 con il quaderno numero 1 dedicato a Lucia Canova.

Ecco un passo di cosa racconta Lucia Canova a Dalmasso in una sua intervista trascritta nel quaderno 1 e in seguito in un video documentario dell’amministrazione provinciale di Cuneo e del Comune di Garessio, mostrato di seguito.

Lucia Canova comunistaSe mi guardo indietro e mi domando la ragione del mio essere comunista non posso attribuirla tanto alle mie letture giovanili – Marx e Gramsci li ho letti molto più tardi – quanto alla sensibilità che avevo fin da bambina di cogliere l’ingiustizia profonda che si nasconde nelle pieghe delle differenze sociali.

Nacque presto in me un senso di ribellione; volevo lottare per dare a tutti la possibilità di vivere meglio, di migliorare ed emanciparsi, di scrollarsi di dosso l’ignoranza; per me essere comunista voleva dire tutto questo“.

Lucia Canova nasce il 16 marzo del 1904 a Garessio (Cuneo).

Fin dalla prima giovinezza partecipa attivamente alla vita politica del suo tempo.

Nel 1921 è al Congresso di Livorno dove avrà luogo la scissione del Partito Socialista e la fondazione del Partito Comunista Italiano a cui Lucia aderirà immediatamente.

Perseguitata e imprigionata durante il Ventennio fascista, dopo l’8 settembre 1943 darà il suo contributo al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) locale.

Candidata alla Costituente, nel 1950 viene eletta consigliere provinciale.

Lucia Canova muore nel novembre del 1999. Per l’intensità della sua passione politica e il coraggio dimostrato durante la sua lunga esistenza viene ricordata come la “Pasionaria” dell’Alta Val Tanaro.

Download “Quaderno CIPEC N. 1 (Lucia Canova)”

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Rifondazione Comunista di Sergio Dalmasso

Dal movimento dei movimenti alla chiusura di “Liberazione”, storia di un partito all’interno della crisi della sinistra italiana.

Copertina Rifondazione Comunista di Sergio Dalmasso

Storia di Rifondazione Comunista: Recensione su Amazon di un lettore.

Il libro di Sergio Dalmasso sulla storia di Rifondazione Comunista dal 2001 (con i fatti del G8 di Genova) al 2011 (chiusura – dopo l’avvento al governo di Montidel quotidiano Liberazione) acquistato in Amazon, è arrivato in tempi brevi e da me letto in questo triste fine e inizio anno 2021/2022 che stiamo vivendo per la pandemia Covid-19.

Periodo quello raccontato nel testo (che si aggancia coerentemente al decennio precedente narrato nel suo libro Rifondare è difficile (2002)) di fervido protagonismo della formazione politica RC con a guida Fausto Bertinotti, a mio avviso, con la sua “ondivaga” linea politica e con la difficile guida di Paolo Ferrero.

Download “Quaderno CIPEC Numero 31 (Libro sul primo decennio di Rifondazione di S. Dalmasso)”

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Difficile in seguito alle scissioni di pancia e provocate, avvenute queste ultime in seguito al forte attacco alla formazione comunista da parte del PD governista, liberista, centrista e bipolarista.

Il racconto del decennio

Dalmasso racconta con maestria di questo decennio facendo parlare i protagonisti della storia, NON interpretandoli, con i principali fatti avvenuti perfettamente incastonati cronologicamente nel contesto italiano e mondiale.

Dati al lettore usando come linea guida il quotidiano ufficiale del partito “Liberazione”, ma non soltanto – la bibliografia è molto ricca.

(Download gratis del primo capitolo del libro sulla storia di Rifondazione Comunista: )

Download “Capitolo 1 storia di Rifondazione Comunista”

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Mancano nel libro i racconti orali (le interviste ai protagonisti della storia – quel che avveniva dietro le quinte tra i protagonisti) che alcuni ritengono potrebbero arricchire maggiormente la storia di Rifondazione.

Non necessariamente, io penso, poiché il libro, dà ugualmente al lettore – nelle sue 303 pagine – la possibilità di comprendere gli avvenimenti accaduti, di valutare i pro e i contro e di farsi un’autonoma idea cogliendone i meriti e i demeriti di ognuno se non, diversamente da quanto con modestia sostiene l’autore nelle sue conclusioni, dare indicazioni sul come proseguire positivamente la storia evitando gli errori commessi.

Consiglio per gli acquisti

Consiglio di acquistare il testo, principalmente se si vogliano comprendere i travagli che hanno portato, gli attori del recente passato, a delle scelte senza fermarsi alla superficialità con cui sono stati e sono ancora narrate dalle fonti mediatiche di parte.

Avvenimenti occorsi in Italia in quel decennio che hanno ripercussioni nell’attualità politica dell’oggi, nella vita delle persone di oggi.

Torino, 8 gennaio 2022.

Domenico Capano

Download articolo:

Recensione Amazon su Rifondazione Comunista di Sergio Dalmasso

Download “Recensione Amazon libro Dalmasso Rifondazione (di D. Capano)”

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Michele TERRA (a cura di), Antifascismo e rivoluzione.

Storia critica dei movimenti reazionari di massa, Roma, Redstarpress, 2021.

 

Antifascismo e Rivoluzione copertina libroAntifascismo e rivoluzione, Michele Terra è attivista politico bolognese e dirige l’Associazione culturale Victor Serge.

Il breve testo, da lui curato, ha il merito di condensare sinteticamente almeno tre temi:

– la presenza di una estrema destra in Italia, nella sua continuità rispetto al ventennio fascista

– il carattere sessista e maschilista di questa area politica, dalle avventure coloniali mussoliniane, alla “difesa della razza”, alle proposizioni leghiste (non solamente di Borghezio)

– l’incomprensione, da parte delle forze di sinistra, delle radici sociali che hanno portato alla affermazione del nazismo.

Ancora: una breve panoramica sullo stragismo fascista, nel nostro paese, nel corso degli anni ’70,

mai perseguito sino in fondo ed oggi dimenticato in una generica valutazione sugli “anni di piombo”.

Terra passa in rassegna la vittoria fascista che segue la frontale sconfitta operaia dopo il “biennio rosso”,

i crimini coloniali, la oggettiva continuità degli apparati statali dopo il 1945 e l’uso del MSI, partito neo-fascista nato già nel 1946, durante tutta la storia repubblicana.

Nel nuovo millennio, l’estrema destra assume connotazioni diverse, sposando le tesi della “sostituzione etnica”, dell’opposizione all’islamismo, della priorità nazionale.

Non mancano i riferimenti ad esponenti della Lega (Borghezio, Savoini),

al legame con la rivista “Orion”, ai richiami alla “stirpe”, a dichiarazioni razziste e antisemite di molt* elett*, al rifiuto populista di distinguere fra destra e sinistra.

Piero Nobili passa in rassegna l’ascesa del nazismo in Germania,

sottovalutata e assecondata dalle forze di sinistra che rifiutano quell’unità di azione che avrebbe, ancora alla vigilia del gennaio 1933, potuto costruire una opposizione efficace all’hitlerismo:

Gli errori del Partito comunista tedesco si intrecciano con quelli dell’Internazionale, per anni legata alla assurda teoria del “socialfascismo”.

Tocca, quindi le potenzialità della Resistenza italiana che l’autore ritiene non compiutamente utilizzate e valorizzate dalle forze politiche e sociali della sinistra.

Dal compromesso con la monarchia, al ritorno del dominio padronale in fabbrica, dalla continuità di tutto l’apparato amministrativo, militare, giudiziario,

scolastico all’uso dell’estrema destra in funzione anticomunista, il panorama del dopoguerra segna l’esaurirsi della spinta propulsiva del “vento del nord”, a favore di una sostanziale restaurazione dei rapporti economici e sociali pre-fascisti.

La strategia della tensione, i tentativi di golpe, dal piano Solo a quello, che l’autore analizza, voluto da Junio Valerio Borghese (7-8 dicembre 1970) sino allo stragismo che costella tutto un decennio (piazza Fontana, piazza della Loggia, le bombe sui treni,

la stazione di Bologna, Peteano…) sono la diretta continuazione, in una fase di forte scontro sociale e di crescita di movimenti di opposizione, della voluta protezione,

a livello nazionale e internazionale, di forze fasciste e golpiste.

Chiara Mazzanti prende in esame i legami fra tematiche proprie del ventennio mussoliniano e della Repubblica sociale e gli attuali slogan della estrema destra.

Ne emerge un doppio “statuto dello straniero, ritenuto pericoloso, ma anche oggetto sessuale (Venere, se donna), in un antifemminismo crescente,

caratterizzato dalla riproposizione del ruolo tradizionale di moglie e madre (si pensi a Vox in Spagna e alle tendenze reazionarie, politiche e culturali, non solamente lepeniste, in Francia).

Chiudono il testo scritti di Gramsci e di Trotskij. Del primo si riportano lo scritto successivo alla morte di Giacomo Matteotti.

La commozione per il suo martirio non nasconde le critiche alle scelte riformiste che hanno sempre sottovalutato la possibilità di un colpo di stato e lo splendido discorso (l’unico) da lui svolto alla Camera (16 maggio 1925).

Al di là del contenuto (l’opposizione alla legge che limita l’attività delle associazioni) e delle schermaglie dialettiche con Mussolini e Farinacci, è ammirevole (in particolare oggi) la capacità di analisi strutturale, di lettura delle tendenze delle classi sociali e della questione meridionale.

Di Trotskij gli autori (di matrice trotskista) riportano una attenta valutazione del nazionalsocialismo e frontali critiche all’atteggiamento di Stalin verso di esso (si pensi al patto russo-tedesco dell’agosto 1939).

Un testo agile, sintetico che compendia materiali utili a chiunque si impegni contro il crescente pericolo di destra, non solamente nel nostro paese.

Genova, 1 gennaio 2022

Sergio Dalmasso

Download scheda libro

Download “Scheda di Sergio Dalmasso "Antifascismo e rivoluzione" (Michele Terra "a cura di")”

Michele-TERRA-Antifascismo-e-rivoluzione.pdf – Scaricato 7672 volte – 661,50 KB

Video di Casa dei Popoli Genova, dal testo di Michele Terra, gli spunti per l’analisi dell’attuale galassia neofascista. Con l’autore ne parlano Alberto Soave, curatore del sito quadernidelcarcere.wordpress.com, Rita Scapinelli, responsabile nazionale Antifascismo del PRC e lo storico Sergio Dalmasso:

In occasione della recente uscita del libro della Red Star Press “Antifascismo e rivoluzione”:

http://bit.ly/3qTzbxT Il video della relazione del curatore, Michele Terra, al seminario online, tenuto nel giugno 2020,

“RESISTERE ALL’ONDA NERA – La nazionalizzazione delle masse: fascismo e antifascismo oggi”.

La relazione di Michele Terra, dal tema “Classe e antifascismo”,

ripercorre alcuni dei temi presenti nel libro, in particolare nella prima parte del saggio “Fascismo e Fascismi, Resistenza e Resistenze”.

Mostra Rifonazione Comunista Grosseto, 30 anni

A partire dal giorno 19 dicembre e fino al giorno 6 gennaio sarà possibile visitare la mostra fotografica sui trenta anni di Rifondazione Comunista nella provincia di Grosseto.

Domenica 19 dicembre 2021 è stato presente Sergio Dalmasso dalle ore 15:00 con il suo libro sulla storia Rifondazione Comunista (da Genova 2001 alla chiusura del quotidiano di partito Liberazione 2011.

Foto evento presentazione libro di Sergio Dalmasso al circolo PRC di Grosseto

Mostra Rifondazione Grosseto, L’ingresso alla mostra è consentito con mascherina ed esibendo green pass in corso di validità.

Calendario della federazione di Rifondazione Comunista della provincia di Grosseto, calendario che ripercorre la storia della federazione del PRC di Grosseto dalla fondazione ai giorni nostri ; ogni copia può essere richiesta al prezzo di € 10 ciascuna.

Chi fosse interessato a visitare la Mostra Rifondazione Grosseto contatti la segretaria di federazione Stefania Amarugi.

Presentazione del libro moderata da Alessio Buzzani.

Circolo PRC Grosseto

Libro storia di Rifondazione Comunista Dalmasso

Vita sociale in occasione della festa per i 30 anni di Rifondazione a Grosseto 19-12-2021

Festa dei 30 anni di Rifondazione al circolo PRC Grosseto

Mostra di Rifondazione Grosseto

Benvenuti alla Mostra di Rifondazione Comunista a Grosseto, un evento straordinario dedicato alla celebrazione dei 30 anni di impegno e lotta per un’Italia più giusta e solidale.

In questa occasione unica, è stato ospitato lo storico e scrittore Sergio Dalmasso che ha presentato il suo libro “Rifondazione Comunista” all’interno dell’evento di questa straordinaria esposizione.

Sergio Dalmasso, figura di spicco proveniente dalla nuova sinistra e membro attivo del Partito della Rifondazione Comunista, con il suo libro ci guida attraverso tre decenni di storia politica, sociale e culturale.

Il suo libro, presentato in esclusiva per questa mostra, rappresenta un’analisi approfondita e illuminante sul percorso intrapreso dal partito, dallo scioglimento del PCI fino alla formazione della Rifondazione e al suo ruolo nel “movimento dei movimenti”.

La mostra offre una panoramica coinvolgente delle tappe fondamentali di Rifondazione Comunista Grosseto, con documenti, immagini e memorabilia che raccontano la storia di un movimento che ha plasmato il dibattito politico italiano.

Dai primi anni di attivismo alla riflessione critica sulle trasformazioni della società contemporanea, la mostra esplora il contributo unico di Rifondazione Comunista nella costruzione di un’alternativa progressista.

anonimo

Alla Bianchini di Genova per i 30 anni di Rifondazione Comunista

SABATO 18 dicembre 2021 alle ore 15:00, a GENOVA, alla BIANCHINI (p. Romagnosi, Marassi), incontro sui 30 anni di Rifondazione.

– introduzione;
– Testimonianze, ricordi, di chi ha contribuito a fondarla, nel lontano 1991, di chi ha partecipato per fasi più o meno lunghe.

Dieci anni fa, a Cuneo, organizzammo un incontro simile, con la presenza della grande Bianca BRACCI TORSI.

La situazione non è certo migliore, ma è opportuno incontrarsi, ragionare insieme, sapendo che i percorsi sono stati diversi e tormentati.

– conclusione: dal 1991 al 2021 ed oltre.

Spero che il mio recente libro RIFONDAZIONE COMUNISTA

e il primo (2002), di cui ho artigianalmente ristampato alcune copie, servano ad una riflessione collettiva, aperta.

Mi auguro che gli incontri svolti sino ad oggi :
Piemonte: Cuneo, Torino, Asti, Mondovì;
Liguria: Genova centro storico, val Polcevera, S. Teodoro, Rapallo
Resto del mondo: Bologna, Napoli,

non siano stati inutili e che il Covid ci permetta di averne altri, da nord a sud, da est ad ovest.

Un grazie alle persone che ho incontrato e conosciuto in queste chiacchierate e a chi mi ha cercato per prossime avventure.

Non mancate SABATO 18. Vi sarà anche la focaccia!

 

Sergio Dalmasso

13 dicembre 2021, via facebook

Si rendono disponibili il libro sul primo decennio di Rifondazione presente nel Quaderno CIPEC numero 31 e il primo capitolo del recente libro Rifondazione Comunista che tratta della storia del secondo decennio dal 2001 al 2011:

Download “Quaderno CIPEC Numero 31 (Libro sul primo decennio di Rifondazione di S. Dalmasso)”

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Download “Capitolo 1 storia di Rifondazione Comunista”

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Video dell’Incontro partenopeo dell’11 dicembre 2021 :

Libro sulla storia di RIFONDAZIONE COMUNISTA presentato a Torino

Alla Poderosa

Il 2 dicembre 2021 vi è stata la presentazione (grazie all’associazione no profit de “La Poderosa”) a Torino del nuovo libro di Sergio Dalmasso: Rifondazione Comunista. Dal movimento dei movimenti alla chiusura di “Liberazione”.

Storia di un partito nella crisi della sinistra italiana. Scritti introduttivi di Roberto Musacchio e Giovanni Russo Spena.

Gratis il primo capitolo del libro sulla storia di Rifondazione Comunista:

Download “Capitolo 1 storia di Rifondazione Comunista”

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Rifondazione Comunista Sergio Dalmasso

I relatori

Relatori: Paolo Ferrero vicepresidente della Sinistra Europea e già Segretario di Rifondazione Comunista e direttore della rivista bimestrale Su la testa, Sergio Dalmasso, l’autore del libro, e lo storico Diego Giachetti come moderatore della presentazione.
Breve introduzione di Stefano Alberione.

L’incontro è stato videoripreso e trasmesso Live sulla pagina facebook La Poderosa – Associazione di Promozione Sociale, (superando ad oggi le ottocento visualizzazioni e collocandosi ai primi posti tra i loro video-eventi pubblicati sulla loro pagina fb – Da notare che Paolo Ferrero ha condiviso sulla sua pagina facebook il video evento).

La Poderosa Associazione Torino

Incontro lunghissimo, iniziato dopo le ore 21.00 e conclusosi oltre la mezzanotte. Interessanti i temi trattati e suscitati durante la presentazione del libro. Dibattito presente nel seguente video:

Paolo Ferrero molto citato nel libro di Dalmasso

Paolo Ferrero, diverse volte citato nel testo, come protagonista della parte finale della storia raccontata (che spazia dagli anni 2001 con i fatti di Genova e del movimento NO Global di allora fino al 2011) a cui il libro è piaciuto, afferma che merita d’essere letto altrimenti non avrebbe partecipato alla presentazione, vi trova il limite di avere poco attinto alle fonti orali – a suo dire – che racconterebbero metà parte della storia di Rifondazione Comunista mancante nel testo.

Su intervento di Diego Giachetti

Il moderatore e storico Diego Giachetti contrario a questa tesi di Paolo Ferrero sul grandissimo valore delle fonti orali, ritenute dall’ex segretario di RC essere superiori alle fonti documentarie, anche se prese dai quotidiani ufficiali del partito, sottolinea tra l’altro la mancanza di un archivio del partito che quest’anno compie il suo trentesimo compleanno.

E, mostra, dimostra, i pregi del libro (che ha una lunghissima bibliografia) in cui l’autore fa raccontare la storia ai protagonisti della storia stessa. Sostiene che: l’autore non li interpreta, l’autore fa raccontare loro quel che hanno detto o fatto.

E, questo è per egli cosa molto raffinata da fare per un autore che – pur essendo stato protagonista in in qualche misura di quel periodo – sfugge da considerazioni personali, tifo per questa o altra fazione.
Sottolinea, inoltre, che essendo questo un libro che fa discutere ha già assolto al suo compito, quindi è un libro di successo poiché compito dei libri – di storia, in particolare – è suscitare la discussione per confrontare tesi diverse, per andare avanti nel prosieguo della storia nel modo migliore.

L’autore appare nel video ascoltare con grande interesse, sia le critiche, sia i pregi che i due colleghi relatori espongono.

Intanto l’ora si è fatta tardi e deve concludersi la bella presentazione.

Pagine 170 E 171 del libro Rifondazione Comunista

Amazon libro in classifica

 

Dove trovare il libro?

Questo nuovo libro che racconta la storia degli anni (2001/2011) lo puoi trovare nelle librerie od acquistarlo online; è presente sul sito della casa editrice RedStar Press come pure su Amazon al seguente RIFONDAZIONE COMUNISTA.

Mentre il primo libro che racconta la storia di Rifondazione comunista dagli anni 1991 al 2001 è disponibile gratis in formato pdf nel quaderno 31

Download “Quaderno CIPEC Numero 31 (Libro sul primo decennio di Rifondazione di S. Dalmasso)”

Quaderno-CIPEC-Numero-31.pdf – Scaricato 16285 volte – 1,03 MB

Sono gradite le recensioni sui siti online, e non solo, sostiene l’autore.

Copertina Libro sulla storia di Rifondazione Comunista