Simbolo del Partito della Rifondazione Comunista Il Partito dell Rifondazione Comunista (PRC) rappresenta una pietra miliare nella storia politica italiana, nata nel febbraio 1991 a seguito del XX congresso del Partito Comunista Italiano (PCI) a Rimini.

Inizialmente denominato Movimento per la Rifondazione Comunista (MRC), il partito si formò nel 1991 come risposta all’evoluzione del PCI in Partito Democratico della Sinistra (PDS).

Il nome “Rifondazione Comunista” fu scelto in riferimento alla mozione che si oppose allo scioglimento del PCI voluta da Achille Occhetto.

I fondatori, tra cui Armando Cossutta, Lucio Libertini e Sergio Garavini (il primo coordinatore nazionale), miravano a preservare l’eredità del comunismo antistalinista.

Il partito ha avuto come segretari:  Sergio Garavini, Fausto Bertinotti, Paolo Ferrero, e attualmente Maurizio Acerbo.

Le prime rappresentanze parlamentari di Rifondazione Comunista furono acquisite quando, il 14 maggio 1991, Lucio Magri e Luciana Castellina abbandonarono rispettivamente il gruppo parlamentare del PDS alla Camera dei deputati e al Parlamento europeo per aderire al movimento.

Successivamente, durante l’ottavo congresso di Democrazia Proletaria (DP) nel giugno 1991, il partito si ingrandì ulteriormente con l’adesione di dirigenti provenienti dal Partito di Unità Proletaria per il Comunismo (PdUP).

Rifondazione Comunista si è sempre caratterizzata per la sua coerenza ideologica all’ideale del comunismo antistalinista.

Distinguendosi in tal modo da altre correnti politiche di pseudosinistra atlantiste, ambigue, governative e moderate.

La leadership di Maurizio Acerbo attualmente sottolinea l’impegno del partito nel portare avanti la sua visione politica e sociale di pace e della difesa dei ceti meno abbienti e delle classi lavoratrici che pagano le tasse.

Con una storia ricca di sfide e cambiamenti, Rifondazione Comunista rimane un attore significativo nel panorama politico italiano, continuando a contribuire al dibattito pubblico e alle dinamiche progressiste e democratiche del paese.

Primo capitolo libro Rifondazione Comunista

Si rende disponibile – in data 26 gennaio 2024 – gratis il “Capitolo 1 Rifondazione Comunista” del libro sulla storia di Rifondazione Comunista dal 2001 al 2011 di Sergio Dalmasso.

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Brevissimo stralcio del video sulla presentazione dell’11 aprile 2022 del libro sulla storia di Rifondazione Comunista. Dal movimento dei movimenti alla chiusura di «Liberazione»,
storia di un partito nella crisi della sinistra italiana, di Sergio Dalmasso (Red Star Press, 2021).
Presentazione organizzata dalla rivista Su la testa.
Con l’autore Dalmasso, Daniela Chironi (ricercatrice della Scuola Normale di Pisa) e Paolo Ferrero (direttore della rivista Su la testa: https://www.sulatesta.net/)
Il video completo è reperibile al seguente indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=KzbNz9niEYo

 

Capitolo 1 Rifondazione Comunista copertina

Parte dell’introduzione

Nel lontano 2002 ho pubblicato Rifondare è difficile. Rifondazione comunista dallo scioglimento del pci al “movimento dei movimenti” (Centro documentazione di Pistoia, Pistoia, 2002).

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Il testo, poi ristampato integralmente nel n. 31 dei «Quaderni del cipec» di Cuneo, tentava di offrire una lettura il più possibile oggettiva, di non “fare il tifo” per questa o quest’altra posizione, ma di raccontare la nascita del partito, iniziando dagli scontri interni al pci nei suoi ultimi anni, la sua strutturazione, le divergenze indotte e dalle tante matrici che lo avevano costituito e – soprattutto – dalla legge elettorale maggioritaria che spinge inevitabilmente ad alleanze, anche spurie.

Giudizio sull’URSS

Non mancano differenze di riferimenti teorico-culturali, dalla storia del movimento di classe (il giudizio sull’URSS), alla concezione del partito e i suoi rapporti con i movimenti sociali, dalle relazioni con le altre formazioni di sinistra e progressiste (alla base, nel 1993, della defenestrazione di Garavini) alla percezione delle “emergenze” (questione di genere, ecologia, radicalismo cristiano, rapporto nord/sud del mondo…).

Da subito è stato presente – e in alcuni casi lacerante – il nodo continuità/rottura, tradizione/ innovazione, esistente nella stessa endiadi del nome Rifondazione comunista, in cui spesso le singole componenti hanno messo l’accento soprattutto su uno dei due termini.

Egemonia di Rifondazione nel movimento dei movimenti a Genova

Questo secondo testo intende coprire il decennio, dal 2001 al 2011, dalla oggettiva egemonia manifestata a Genova, alla crescita/trasformazione registrata negli anni successivi.

Sull’onda del “movimento dei movimenti”, alla svolta verso un nuovo accordo con il centro-sinistra, agli anni (2006-2008) di collaborazione governativa, sino alla scomparsa della presenza istituzionale (Camera, Senato, Parlamento, europeo), dai media e la simbolica chiusura di «Liberazione».

Inizia, per dare continuità, dalle ultime pagine del primo libro, seguendo il dibattito sul rapporto fra partito e movimento, su Genova 2001, guerra, quinto congresso del partito, quello in cui emergono tematiche altermondialiste. Si chiude con una nuova egemonia, sociale e politica, della destra e con la frantumazione e l’uscita dal radar politico di quanto resta a sinistra.

Sergio Dalmasso

In Critica sociale, n. 5, nuova serie – novembre/dicembre 2023, Sergio Dalmasso Libertini, da Palazzo Barberini al Pci: lungo viaggio nella sinistra italiana, Presente anche in Archivio, Scritti storici, Articoli e saggi.

Libertini da Barberini al Pci, in critica sociale

Libertini, da Palazzo Barberini al Pci: lungo viaggio nella sinistra italiana

Nei suoi ultimi anni, spezzati improvvisamente nell’estate 1993, Lucio Libertini intendeva scrivere la propria biografia, significativamente intitolata Lungo viaggio nella sinistra italiana.

Di questa, mai compiuta per gli impegni connessi alla nascita e costruzione di Rifondazione e per l’insorgere del male che lo avrebbe ucciso, restano l’introduzione,

il primo capitolo sugli anni 1943- 1946 e un breve schema di due pagine, scritte a mano.

La sua morte, nell’agosto 1993, è stata spesso seguita da commenti ingenerosi.

Più che cercare elementi di un percorso politico singolare, molte valutazioni hanno preferito ricorrere alla formula di globetrotter della politica, ricordando le tante formazioni di cui aveva fatto parte.

Il comizio di Occhetto

Anche Achille Occhetto, nel 1992, in un infelice comizio alle porte della FIAT, lo aveva definito artefice di scissioni contro l’unità del movimento operaio:

C’è un gruppo di scissionisti pagati da Craxi che hanno dato vita a Rifondazione comunista, gente che quando era nel PCI era di destra estrema…

Quando abbiamo quelli di Rifondazione che sono sempre stati contrari a Berlinguer, a Togliatti o come questo certo Libertini che ha fatto sette scissioni nel movimento operaio, pagato per dividere i partiti della sinistra1.

Libertini, al contrario, ha sempre rivendicato continuità e coerenza, maggiori rispetto a quelle di tanti che hanno modificato posizioni pur aderendo sempre ad un solo partito.

Il nucleo è quello di un filone del socialismo di sinistra, antistalinista, classista, nella ricerca di uno strumento per una trasformazione politica socialista che si basi sul protagonismo e sulla centralità della classe operaia.

Nato a Catania nel 1922, è studente a Roma nel 1944, quando aderisce a Democrazia del lavoro, il partito di Bonomi e Ruini.

Con i giovani, impazienti e contrari alla impostazione “prefascista” e istituzionale, lo lascia dopo breve tempo.

Iniziativa socialista

La scelta è per il partito socialista, PSIUP, fortemente diviso tra più ipotesi che si dimostreranno immediatamente incompatibili.

L’ala maggioritaria accetta l’unità antifascista, i governi di unità nazionale, guarda alla possibile unificazione con il PCI per costruire il partito unico della classe operaia,

in una logica “frontista” che nasce anche dal trauma della drammatica sconfitta dei primi anni ’20.

Sul lato opposto si colloca Critica sociale, che fa capo a Giuseppe Saragat, rifiuta il rapporto privilegiato con il PCI, in nome dell’autonomia socialista,

è critica verso l’URSS e propone un socialismo dei ceti medi ed una lettura umanistica del marxismo2.

Nell’estate del 1944, nasce una terza posizione, molto atipica: Iniziativa socialista3 che critica “da sinistra” i governi di unità nazionale e rifiuta i blocchi contrapposti e l’appiattimento del partito sul PCI e sull’URSS.

Dimensione europea

Costante l’attenzione alla dimensione europea e per l’eredità delle posizioni di Eugenio Colorni, coautore del Manifesto di Ventotene,

e per il richiamo alla costruzione di una politica non egemonizzata né dall’occidente né dallo stalinismo.

La dirigono Corrado Bonfantini, Giuliano Vassalli, Matteo Matteotti, Mario Zagari, Leo Solari, Achille Corona.

È da ricordare la presenza di Rino Formica e Mario Mineo.

L’attivismo e la determinazione di Libertini lo collocano immediatamente nel gruppo dirigente della componente e tra i più assidui collaboratori dell’omonima rivista.

Netta la critica all’immobilismo dei governi e alla logica gradualistica del partito:

Il PSIUP… interpreta la lotta che ha condotto e condurrà secondo lo schema dei tempi successivi: prima la lotta antifascista,

poi abbattimento della monarchia e costituente repubblicana, infine trasformazioni economico- sociali4.

Iniziativa socialista ritiene che, nonostante la vittoria della Repubblica al referendum del 2 giugno 1946, si stiano riaffermando le forze moderate.

La responsabilità è anche della sinistra che non propone soluzioni realmente alternative e non dà voce al potenziale espresso dalla lotta partigiana e dalla spinta operaia e sociale.

Anche del PSIUP che non ha una sufficiente fisionomia autonoma e classista.

Scissione di Palazzo Barberini

Può sembrare paradossale l’adesione della corrente alla scissione di palazzo Barberini (gennaio 1947).

L’adesione al nuovo partito, il PSLI, è data dalla speranza di dar vita ad una formazione socialista non frontista, autonoma rispetto al PCI,

critica verso il bipolarismo che sta nascendo a livello internazionale e nazionale, capace di una lettura non ortodossa del marxismo.

La speranza è di breve durata. Iniziativa socialista scompare di fatto davanti alle scelte governiste (governi centristi) e atlantiste del PSLI,

alla bipolarizzazione nazionale e internazionale, a causa anche dalle maggiore esperienza e capacità organizzativa di Saragat e D’Aragona.

Alcune sue tematiche torneranno, erraticamente, negli anni successivi, come testimonieranno le biografie di suoi aderenti (Gaetano Arfé, Guido Quazza, Giorgio Ruffolo…). … CONTINUA

Download del saggio completo della prima parte in pdf:

Download “Saggio su Libertini - Critica sociale, parte prima” Critica-sociale-Libertini-Dalmasso-prima-parte.pdf – Scaricato 33547 volte – 190,45 KB

NOTE

1 Un comizio di Occhetto a Mirafiori, in “Liberazione”, 25 gennaio 1992.

2 Cfr. i due scritti di Giuseppe SARAGAT, nel periodo dell’esilio: Democrazia e marxismo (Marsiglia, 1929), a cui segue una polemica con Carlo Rosselli e L’umanesimo marxista (1936). Evidenti le ascendenza dell’austromarxismo e il richiamo al Marx filosofo più che economista.

3 Per una panoramica complessiva, cfr. Nadia BERSACCHI, Iniziativa socialista nelle vicende del socialismo italiano fra la resistenza e il dopoguerra (1943-1948), università di Pisa, anno accademico 1978- 1979.

4 Alberto BENZONI, Viva TEDESCO, Il movimento socialista del dopoguerra, Padova, Marsilio, 1968, p. 19.

SERGIO DALMASSO

Lucio Libertini e… Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita

Presentazione del libro contenente gli Atti del convegno di Pistoia del 2 dicembre 2022 intitolato:
Lucio Libertini e… Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita, Barbara Nikolova (a cura).

Meeting di venerdì 1 dicembre alle ore 17, contemporaneamente a Pistoia, Torino, Genova, Roma.
Diretta Facebook organizzata dall’Archivio Roberto Marini di Pistoia.
https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it/

Il Ministero della Cultura, attraverso la Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali, riconosce e sostiene progetti a favore della istituzione di Comitati Nazionali per le celebrazioni previste dalla Legge n. 420 del 1° dicembre 1997,

volti a realizzare iniziative che ricordino i grandi protagonisti della storia e della cultura italiana in occasione delle loro ricorrenze “secolari”.

La Fondazione Roberto Marini “Oltre il secolo breve” ETS di Pistoia ha promosso nell’autunno 2020 la costituzione del Comitato Nazionale dedicato alla celebrazione nel 2022 del centesimo anniversario della nascita di Lucio Libertini,

dirigente politico punto di riferimento anche del “creatore” della Fondazione stessa,

e protagonista politico e culturale della travagliata storia della Sinistra italiana dal secondo dopoguerra fino alla scomparsa avvenuta nel 1993.

Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Lucio Libertini

Il Comitato è stato riconosciuto ed istituito dal Ministero con Decreto n. 197 del 9 maggio 2022,

ed in questo volume (che fa seguito a quello dedicato all’impegno profuso da Libertini specificatamente per la natia Sicilia) presenta gli Atti del convegno svoltosi a Pistoia venerdì 2 dicembre 2022, a conclusione del primo anno di attività.

Articolato su relazioni sia cronologiche che tematiche, integrate da testimonianze di chi ha condiviso il suo impegno nei vari partiti in cui ha militato, il convegno si è soffermato in particolare sugli elementi dell’opera di Libertini che possono essere considerati ancora attuali.

Interventi:  Torino: Daniele Pipitone e Aldo Agosti;  Genova: Sergio Dalmasso ; Pistoia: Roberto Niccolai e Barbara Nikolova; Roma: Saluti di Maurizio Acerbo (Segretario del Prc), Roberto Musacchio, Fausto Bertinotti, Gabriella Pistone, Giovanni Russo Spena, Giorgio Benvenuto.

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Riferimenti per approfondire

Video del Comitato Nazionale Centenario della Nascita di Lucio Libertini:
https://www.facebook.com/Comitatocentenarioluciolibertini
Visita https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it/
Libro su Lucio Libertini di Sergio Dalmasso su Amazon:
https://www.amazon.it/Lucio-Libertini-viaggio-sinistra-italiana/dp/8883512413
Libro gratis sui discorsi di Lucio Libertini al Consiglio regionale del Piemonte nel quaderno CIPEC n. 67:

Download “Quaderno CIPEC N. 67 (Lucio Libertini. Interventi al consiglio regionale del Piemonte 1975-1976)” Quaderno-CIPEC-Numero-67.pdf – Scaricato 19737 volte – 1,72 MB

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La nave dei folli

Scheda del n. 98, 2020, “Il presente e la storia“, Alessio LEGA, La nave dei folli. Vita e canti di Ivan Della Mea, Agenzia X, Milano, 2019. pp. 374.

 

La nave dei folli di Alessio Lega Download articolo

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Alessio Lega è musicista, autore di molti album e di numerosi spettacoli che gli hanno meritato la Targa Tenco 2004 e nel 2019. Studia ed interpreta musica d’autore e repertori storici, frequentando soprattutto centri sociali e circoli culturali.

Al suo attivo ha molti dischi, fra cui Sotto il pave’ la spiaggia, rivisitazione di grandi cantautori francesi, Dove si andrà, le canzoni di Franco Fortini, la riedizione dello storico spettacolo Bella ciao, con il Nuovo canzoniere, Nella corte di Arbat, le canzoni di Bulat Okudzava, a testimonianza del suo interesse per la letteratura slava.

Militante anarchico ha scritto la biografia Bakunin, il demone della rivolta (Milano, Eleuthera, 2015).

La biografia su Ivan Della Mea è la prima, a dieci anni dalla morte e ripercorre non solo la vita e l’opera di una delle maggiori figure della canzone popolare e politica italiana dagli anni ’60, ma le vicende, il lavoro, anche le divergenze di una generazione di cantanti, ricercatori, studiosi che si sono impegnati nella riproposizione della musica popolare, intrecciata con le lotte politiche e sociali che hanno caratterizzato una intera stagione.

Ivan (Luigi) Della Mea nasce a Lucca nel 1940, quando l’Italia è entrata in guerra da pochi mesi ed è fratello minore (16 anni) di Luciano che sarà dirigente politico e intellettuale della sinistra socialista.

La fanciullezza è difficile e dolorosa: “maledico quel ventre ubriaco che nel quaranta mi diede la vita”.

Figlio di genitori separati, di un padre violento e fascista, è affidato a una nutrice e – sino ai cinque anni di età- a un brefotrofio, come emerge dalla biografia di Ivan, Se la vita ti dà uno schiaffo.

A sei anni è a Bergamo, dove il fratello maggiore lo ospita ed è il primo ad occuparsi di lui.

Quindi Milano, dove Luciano porta madre e fratello, il collegio religioso, poi il Convitto Rinascita, da cui viene espulso nel 1958, l’iscrizione, dal 1956, al PCI.

Sono gli anni del tentativo di produrre una musica diversa da quella commerciale (cuore e amore), della ricerca di una produzione popolare nata dalla cultura delle classi subalterne, del lungo lavoro di indagine e di scavo che riporta alla luce un patrimonio dimenticato e impedisce che vada disperso.

Nel 1958, a Torino, nasce il Cantacronache; poco dopo si forma il Nuovo canzoniere italiano. Ivan, sbandato, senza casa, povero, in una vita tra osterie di periferia, alcool, notti sulle panchine, entra in questo gruppo, soprattutto per il rapporto con il grande Gianni Bosio, eccezionale ricercatore e divulgatore culturale che diventa per lui quel padre che non ha mai avuto.

Dischi

Incide Canti e inni socialisti (1962), ha il primo successo con O cara moglie, nel 1966 esplode con Io so che un giorno che contiene brani autobiografici che Lega inquadra nella sua vita (l’amico ricoverato in manicomio, il rapporto con Elio Vittorini, Le ballate del Gioan, quasi una sorta di storia italiana del dopoguerra).

Il testo segue cronologicamente gli spettacoli e le collaborazioni con altre grandi figure della canzone popolare: Giovanna Daffini, Giovanna Marini, Sandra Mantovani, Rudi Assuntino, Paolo Ciarchi.

Gli spettacoli corali rispondono allo spirito degli anni ’60: riscoperta della Resistenza, attenzione ai problemi internazionali, anticonformismo e proposta di nuovi modelli di vita.

L’altra Italia, Pietà l’è morta (la Resistenza nelle canzoni), Bella ciao che produce scandalo al festival di Spoleto, Ci ragiono e canto, Chitarre contro la guerra, una sorta di teatro di strada, Karlmarxstrasse, titolo di una canzone di Paolo Pietrangeli.

Testi.

I testi esprimono una sinistra eterodossa, tra le posizioni dei partiti, le critiche al centrosinistra, le irrequietezze verso l’eccessiva moderazione del PCI, come dimostrano le preoccupazioni per La rossa provvidenza di Rudi Assuntino.

Collabora anche alla sceneggiatura del film Tepepa, con Tomas Milian, rompe con Bosio, ma poi rientra nel Nuovo Canzoniere italiano, è per anni presidente del circolo ARCI Corvetto di Milano, direttore, dopo l’improvvisa morte di Franco Coggiola, dell’Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino, produce CD per “il manifesto”, cerca inediti impasti linguistici, in cui il milanese è sempre al centro.

È intensa anche la produzione letteraria (molti testi per la Jaca Book), come la collaborazione a quotidiani (“l’Unità”, “Liberazione”), sempre in posizione molto critica, ma unitaria, verso la sinistra politica.

Alessio Lega, con grande partecipazione ed empatia segue tutto il percorso, personale, politico, artistico, di della Mea.

Descrive i contrasti nel Nuovo Canzoniere, gli anni della “linea rossa” (politica) contrapposta alla “frichettona” “”inea verde”, l’amore per Cuba, le iniziative del Teatro d’ottobre, la rottura con il PCI, la morte di Bosio e di Giovanni Pirelli, i rapporti con la nuova generazione (Manfredi, Finardi, Alloisio…), dischi significativi, da Il rosso è diventato giallo (1969) a Ringhera (1974), Fiaba grande (1975) sino a Sudadio giudabestia (1979).

Il merito della biografia è duplice.

Da un lato ricostruisce una vita con grande attenzione, seguendone tutti i passaggi, le contraddizioni, chiarendo il significato di una importante opera artistica.

Dall’altro, in un percorso che va dagli anni ’50, alla stagione dei movimenti, dal riflusso al primo decennio del nuovo secolo (Ivan muore il 14 luglio del 2009) ripercorre, attraverso la canzone popolare, di protesta, politica, le vicende dell’intero paese e di più generazioni.

Ancora, le capacità di scrittore di Alessio Lega emergono, in particolare nella prima parte del testo.

Le pagine che descrivono un giovane sbandato, senza casa, senza prospettive, in una Milano di periferia, proletaria e sottoproletaria sono intense, creano partecipazione ed aiutano a comprendere il retroterra da cui nascono le canzoni che molt* di noi hanno conosciuto e amato.

Sergio Dalmasso

Recensione in Su la testa

Recensione pubblicata anche in Su la testa, argomenti per la Rifondazione comunista

Attuale numero di Su la testa:

Copertina del numero 16 settembre 2023 di Su la testa

Libertini atti convegno Pistoia

Lucio Libertini e … Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita.

Libertini Presentazione degli Atti del convegno svoltosi a Pistoia il 2 dicembre 2022 (libro curato da Barbara Nikolava) in data 1 dicembre 2023 ore 17:00.

L’Evento Lucio Libertini atti convegno Pistoia è gratuito. Per maggiori informazioni rivolgersi ad Archivio Roberto Marini Pistoia, direttore Roberto Niccolai.

Libertini atti convegno Pistoia, venerdì 1 dicembre 2023 atti del convegno Su Lucio Libtini

Scarica la Locandina dell’evento LIBERTINI’S ELECTRONICS TOWN MEETING in formato pdf

Interventi


Roberto Niccolai

Direttore

Riferimenti organizzatori dell’evento:

Archivio Roberto Marini “Oltre il Secolo Breve”
Galleria Nazionale 9 Pistoia
Tel. 0573 766349
Sito: https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it
Facebook: Archivio Roberto Marini
Instagram: Archivio Marini

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Quarta di copertina del libro su Libertini di Dalmasso

Lucio Libertini (Catania 1922 – Roma 1993) ha militato, dall’immediato dopoguerra alla morte, nella sinistra italiana, da una corrente socialista minoritaria alla sinistra socialdemocratica, dall’eresia dell’USI di Magnani e Cucchi alla sinistra socialista, dall’eretica collaborazione con Panzieri al PSIUP, dal PCI a Rifondazione comunista.

Download “Quaderno CIPEC N. 55 (Valdo Magnani e l’unione dei socialisti indipendenti)” Quaderno-CIPEC-N.-55.pdf – Scaricato 19027 volte – 1,57 MB

(Recensione Libertini su Le Monde diplomatique di Alessandro Barile:)

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Al di là delle banali accuse di essere uno “scissionista”, un “globe trotter della politica”, Libertini rivendicava una coerenza, una continuità davanti ai tanti che avevano modificato non sigle di partito, ma posizioni e scelte ideali, sostenendo una fedeltà ai propri riferimenti sociali e una linearità, nel doppio rifiuto dello stalinismo e della compromissione socialdemocratica.

Attivismo di Libertini

Il suo grande attivismo, le capacità giornalistiche espresse da “Iniziativa socialista” a “Risorgimento socialista”, da “Mondo operaio” all’“Avanti!”, da “Mondo nuovo” a “Liberazione”, la intensa produzione di testi, sempre legati alla contingenza politica, ma molto spesso di prospettiva (per tutti le “Tesi sul controllo” e “Due strategie”) hanno fatto di lui, per anni, un riferimento importante.

Se molte delle formazioni in cui ha militato sono oggi sconosciute ai più, sommerse nelle infinite scissioni, divisioni e rimozioni della sinistra, alcune tematiche mantengono una specifica attualità: la ricerca di una via autonoma e non subordinata; il legame costante con la classe; la necessità di un protagonismo della stessa espressa dai suoi strumenti di controllo e di auto organizzazione; una lettura dei temi internazionali che esca dai limiti del campo e dello stato-guida.

Il libro Libertini

Il testo passa in rassegna “eresie” dimenticate, dibattiti, scelte generose anche se minoritarie, figure della sinistra maggioritaria e di un’altra sinistra (Magnani, Codignola, Maitan, Panzieri, Ferraris) sconfitta ed emarginata, con opzioni differenti, ma capace di analizzare la realtà nazionale e internazionale, le sue trasformazioni, le prospettive.

Attraverso il percorso di Lucio Libertini, il testo ripercorre mezzo secolo di storia, di successi, errori, scacchi, potenzialità, speranze, occasioni mancate dell’intera sinistra italiana.

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(Quaderno CIPEC numero 67 contenente gli interventi di Lucio Libertini al consiglio regionale del Piemonte 1975-1976:

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QUADERNO CIPEC 72

E’ online il quaderno del CIPEC numero 72, 30-esimo anno.

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Quaderno cipec 72, copertina con Dalmasso e Zannoni

Introduzione

Quaderno CIPEC 72, Non so se questo sarà l’ultimo quaderno, dopo un percorso di trent’anni, o se continueremo per il prossimo quinquennio (2025- 2029) o almeno per qualche anno.

Attendiamo le decisioni dell’Amministrazione provinciale di Cuneo che, in ogni caso, ringraziamo, come quelle precedenti, insieme ai dipendenti della stamperia, per i tanti numeri usciti che speriamo siano stati utili.

Vedo che le ricostruzioni di parti della storia della provincia, le interviste a militanti politici e sindacali, le statistiche elettorali, per quanto ferme a parecchi anni fa, vengono ancor oggi, utilizzate per studi, ricerche, tesi di laurea.

In attesa di una eventuale (e sperata) continuazione, procediamo con il ricordo dell’amico Danilo Zannoni, scomparso nell’aprile 2023.

A lui abbiamo dedicato già il quaderno 65 (primo semestre 2021) che conteneva numerosi racconti e l’ultimo numero (primo semestre 2024) con un lungo racconto (il termine è, forse, riduttivo), Demoni e due brevi ricordi, il mio e quello di Antonella Marras.

In questo quaderno compaiono altri suoi scritti, mai pubblicati, che sempre dimostrano la fantasia (gli ho chiesto più volte come facesse a scrivere continuamente, senza interruzione e su soggetti così diversi) e soprattutto l’interesse per temi sociali, ambientali, legati a una impostazione morale che sembra richiamarsi ad esempi letterari illustri.

L’amico prete: Gianni Russotto

Vi era l’idea di un ricordo di Gianni Russotto, anch’egli mancato lo scorso anno.

Gianni è stato sacerdote, prima a Genova, poi in Cile, da lui scelto per avere una esperienza di vita e di fede in un paese del “terzo mondo”.

Qui ha conosciuto e sposato una donna, scelta che lo ha collocato tra i tanti preti sposati di una stagione in cui molti credenti si sono interrogati sulle scelte di fede, sul rapporto religione/politica e sul modo migliore di interpretare la fede stessa nella propria vita personale.

Il ritorno in Italia, l’impegno politico- sociale.

Ci manca lo spazio.

Gianni Russotto con Roberta Piazzi

Mi limito ad un ricordo personale, rinviando ai prossimi, eventuali, quaderni, testimonianze, ricordi, memorie collettive e personali che hanno riempito una commovente serata al circolo ARCI Barabini, a Trasta, in val Polcevera, il giorno successivo alla sua scomparsa.

Sergio Dalmasso

Nel secondo semestre del 2024 il quaderno 72 sarà a stampa in un numero di copie limitate grazie al lavoro del Centro Stampa della PROVINCIA DI CUNEO

Buona lettura.

Sergio

Il sindaco leghista con dio, patria e famiglia

Dio, patria, famiglia. Non ho alcuna forma di anticlericalismo ottocentesco.

Mi sento laico al 101%: nessun privilegio e nessun danno per qualunque scelta (o non scelta) religiosa (e non solo).

Ritengo positivo l’intervento di papa Bergoglio a Marsiglia sul tema della migrazione, leggo con interesse aspetti ecologisti nell’ultima enciclica, ritengo interessante il dialogo, alla festa di Liberazione, tra il segretario Acerbo e il presidente della CEI sui temi sociali e della pace.

Sono, da sempre, contrario al Concordato, all’insegnamento di una sola religione nella scuola di stato, al finanziamento -anticostituzionale- alla scuola privata.

Giace, al Consiglio regionale piemontese, una mia proposta (2009) per l’istituzione della giornata per la libertà religiosa e di pensiero, proposta mai discussa perché scomoda per tutti, destra e “sinistra”.

Chiarito ciò, considero grave la scelta del comune di VENTIMIGLIA che reintroduce i crocifissi negli uffici comunali.

La presenza, in ambito pubblico (scuole, tribunali, ospedali, uffici…) del simbolo di una religione è discriminante, lesiva della libertà religiosa e di pensiero e dell’eguaglianza fra tutte le fedi.

Naturalmente, questo si inserisce nel clima del governo di “Dio, patria e famiglia” e dell’odio e dell’intolleranza crescenti.

La rivendicazione di una identità aumenta il pericolo di integrismo e di discriminazione verso “gli altri”, su cui specula chi fa politica nella logica amico/nemico.

Sergio Dalmasso,

Fonte, facebook 17 ottobre 2023

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Articolo dell’Ansa: “Ventimiglia, in Comune torna il crocifisso, sindaco ne compra 35

Settembrata, Festa in Rosso di Unione Popolare

Unione Popolare organizza la prima “Settembrata, Festa in rosso di Unione Popolare”, da Venerdì 15 a Domenica 17 settembre a Genova in piazza Romagnosi nel quartiere di Marassi.

Feste in rosso locandina della festa

Una festa popolare, di riflessione e divertimento, tra dibattiti sul tema: Lavoro, Guerra, Sanità e Salute.

Musica, intrattenimento per i più piccoli, mostre e temi sociali. Il tutto accompagnato da buon cibo e allegria… e domenica…
Spettacolo d autore
“20 anni senza il Signor G “
FEDERICO SIRIANNI
Gianni Martini – Claudio de Mattei.

Perché la vita deve essere di lotta e di bellezza.

Vi aspettiamo.

Locandina dell’evento genovese:

Festa in rosso Locandina della festa di Unione Popolare Genova

Festa in rosso Simbolo del partito Unione Popolare

Aderisci anche dalla pagina facebook dedicata all’evento:

Festa di Unione Popolare Liguria

 

Sergio Dalmasso durante la raccolta firme a Genova:

Festa in rosso Vota Unione Popolare

 

 

E’ morto Giuliano Montaldo

Morto Giugliano Montaldo, “Giuliano Montaldo (Genova, 22 febbraio 1930 – Roma, 6 settembre 2023) è stato un regista, sceneggiatore e attore italiano.

Morto Giuliano Montaldo foto Wikipedia 2012

Giuliano Montaldo – Foto di G. M. Ireneo Alessi (Sinix Lab)
CC BY-SA 2.0

Ripenso a “Sacco e Vanzetti”, a “Giordano Bruno”, ma anche, all’allora ingiustamente criticato e sottovalutato, “Tiro al piccione”.

Ricordo una sua conferenza al teatro di Genova, in cui aveva ricordato l’amore per la città in cui era nato e l’apprezzamento per la locale scuola teatrale.

Due aneddoti:
– era stato attore, interpretando un commissario politico, nel film “Achtung! Banditi!” (1951), girato in val Polcevera. Quando, il 30 giugno 1960, si era trovato, a Genova, contro il congresso del MSI, tra i manifestanti, uno di questi aveva gridato: ” Ce la faremo sicuramente, è con noi anche il commissario politico”.

– nel maggio 2010, invitai a Cuneo, per una serata, Francesco Maselli. Ne ho ancora un ricordo bello ed emozionante. Avevo parlato con lui dell’idea di continuare questi incontri. Il primo nome a cui avevamo pensato era quello di Giuliano Montaldo. Poi, non se fece nulla (il Comune, le spese, la sala…), ma oggi ho ripensato tristemente all’occasione mancata.

 

Facebook, 6 settembre 2023 – Sergio Dalmasso

 

Demoni di Danilo Zannoni è il titolo del Quaderno CIPEC N. 71 di novelle pubblicato on line.

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Demoni di Zannoni Quaderno CIPEC N. 71
Stralcio dell’introduzione al Quaderno 71 di Sergio Dalmasso.

“Danilo scriveva novelle (e non solo). Vi era il ricordo della sua gioventù, del DAMS, della passione per il teatro (era stato fondatore di una esperienza locale), la critica alla gestione del teatro “ufficiale”.

Fra le tante idee, aveva espresso più volte quella di organizzare cicli di film (in quale sala, con quali mezzi?). L’aspetto letterario si legava inevitabilmente alla passione politica.

Dietro ad ogni racconto era facile cogliere la critica morale, l’attenzione al disastro climatico, l’amarezza per l’aggravarsi delle differenze sociali e la decadenza morale complessiva.
I racconti comparivano on line, frequentemente.

Poi, la decisione di leggere in pubblico alcuni racconti. Nasceva una “compagnia di giro”: Danilo, Antonella e Cristina leggevano le novelle, Rosario cantava, con la chitarra, le sue canzoni. A me toccava introdurre, cercare di legare i vari brani e testi. Serata splendida al circolo PRC della Val Polcevera, nel piccolo cortile, poi a Genova, Savona, al circolo ARCI di Ceriale.
Proponevo a Danilo di pubblicare i testi, pur nella versione spartana dei quaderni CIPEC. Ne era contento. I tempi erano un po’ lunghi. Nel frattempo, mi mandava altre novelle, dicendomi che forse erano migliori delle precedenti. Sono rimaste in attesa sino ad oggi.

All’uscita del quaderno (il numero 65), eravamo partiti da Genova, lui, Antonella ed io per andarlo a ritirare alla tipografia di Cuneo. Eravamo passati alla locale sede di Rifo, accolti come vecchi amici, invitati a pranzo sulla terrazza della sede (era una giornata di sole). Danilo aveva firmato le copie.”