Libertini atti convegno Pistoia

Lucio Libertini e … Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita.

Libertini Presentazione degli Atti del convegno svoltosi a Pistoia il 2 dicembre 2022 (libro curato da Barbara Nikolava) in data 1 dicembre 2023 ore 17:00.

L’Evento Lucio Libertini atti convegno Pistoia è gratuito. Per maggiori informazioni rivolgersi ad Archivio Roberto Marini Pistoia, direttore Roberto Niccolai.

Libertini atti convegno Pistoia, venerdì 1 dicembre 2023 atti del convegno Su Lucio Libtini

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Interventi


Roberto Niccolai

Direttore

Riferimenti organizzatori dell’evento:

Archivio Roberto Marini “Oltre il Secolo Breve”
Galleria Nazionale 9 Pistoia
Tel. 0573 766349
Sito: https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it
Facebook: Archivio Roberto Marini
Instagram: Archivio Marini

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Quarta di copertina del libro su Libertini di Dalmasso

Lucio Libertini (Catania 1922 – Roma 1993) ha militato, dall’immediato dopoguerra alla morte, nella sinistra italiana, da una corrente socialista minoritaria alla sinistra socialdemocratica, dall’eresia dell’USI di Magnani e Cucchi alla sinistra socialista, dall’eretica collaborazione con Panzieri al PSIUP, dal PCI a Rifondazione comunista.

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(Recensione Libertini su Le Monde diplomatique di Alessandro Barile:)

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Al di là delle banali accuse di essere uno “scissionista”, un “globe trotter della politica”, Libertini rivendicava una coerenza, una continuità davanti ai tanti che avevano modificato non sigle di partito, ma posizioni e scelte ideali, sostenendo una fedeltà ai propri riferimenti sociali e una linearità, nel doppio rifiuto dello stalinismo e della compromissione socialdemocratica.

Attivismo di Libertini

Il suo grande attivismo, le capacità giornalistiche espresse da “Iniziativa socialista” a “Risorgimento socialista”, da “Mondo operaio” all’“Avanti!”, da “Mondo nuovo” a “Liberazione”, la intensa produzione di testi, sempre legati alla contingenza politica, ma molto spesso di prospettiva (per tutti le “Tesi sul controllo” e “Due strategie”) hanno fatto di lui, per anni, un riferimento importante.

Se molte delle formazioni in cui ha militato sono oggi sconosciute ai più, sommerse nelle infinite scissioni, divisioni e rimozioni della sinistra, alcune tematiche mantengono una specifica attualità: la ricerca di una via autonoma e non subordinata; il legame costante con la classe; la necessità di un protagonismo della stessa espressa dai suoi strumenti di controllo e di auto organizzazione; una lettura dei temi internazionali che esca dai limiti del campo e dello stato-guida.

Il libro Libertini

Il testo passa in rassegna “eresie” dimenticate, dibattiti, scelte generose anche se minoritarie, figure della sinistra maggioritaria e di un’altra sinistra (Magnani, Codignola, Maitan, Panzieri, Ferraris) sconfitta ed emarginata, con opzioni differenti, ma capace di analizzare la realtà nazionale e internazionale, le sue trasformazioni, le prospettive.

Attraverso il percorso di Lucio Libertini, il testo ripercorre mezzo secolo di storia, di successi, errori, scacchi, potenzialità, speranze, occasioni mancate dell’intera sinistra italiana.

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(Quaderno CIPEC numero 67 contenente gli interventi di Lucio Libertini al consiglio regionale del Piemonte 1975-1976:

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Una Rosa che vive, estratto dal libro Rosa Luxemburg oggi, Lezioni teoriche vive, Pontassieve, ed. Prospettiva Edizioni Services & Publishing, 2023.

Sergio Dalmasso

Una Rosa che vive

Mi limito ad alcune considerazioni, brevi e sintetiche, sui motivi che rendono Rosa Luxemburg figura imprescindibile nella ricostruzione, anche se sempre più complessa, di un pensiero ed una pratica alternativi, in questo ventunesimo secolo.

Viene immediatamente alla luce come la più grande figura femminile nella storia del marxismo,

– quella che Lenin, pur nel dissenso, definì aquila e delle opere della quale ha consigliato lo studio alle giovani generazioni,
– quella che Trotskij chiese di preservare (Giù le mani) dall’uso strumentale di socialdemocratici e stalinisti,
– quella che Lukacs (e con lui Lelio Basso) lesse come la maggior continuatrice della concezione dialettica di Marx,
sia stata, per decenni, colpita da critiche e luoghi comuni, additata come portatrice di concezioni e teorie da emarginare (il luxemburghismo, la sifilide luxemburghiana).

Rosa Luxemburg Oggi, una Rosa che viveTutto in lei contrasta con le deformazioni che il pensiero marxista – la concezione per cui la liberazione del proletariato è opera del proletariato stesso – ha subito ad opera del gradualismo meccanicistico della Seconda internazionale e della distorsione staliniana a partire dagli anni ’20, sino alle tragedie dei decenni successivi (si pensi, ma non solamente, alle ondate di processi e alla distruzione di tutto il gruppo dirigente bolscevico).

Una Rosa Luxemburg atipica

Rosa è atipica, già in gioventù, nel movimento socialista polacco, quando rifiuta la priorità dell’impegno sulla questione nazionale.

La sua stessa tesi di laurea inquadra la questione polacca, al centro di tanti documenti dell’internazionale e di scritti di Marx, Engels e Lenin, in termini strutturali: la Polonia è divisa fra tre grandi imperi (Germania, Austria, Russia) e ognuna delle tre parti è legata, economicamente, allo stato di cui fa parte.

L’indipendenza nazionale cozzerebbe contro le strutture economiche ed è, comunque, da collocarsi in secondo piano, rispetto alla centralità della lotta di classe.

Elemento tattico

E’ chiaro come lei (Luxemburg) non colga, a differenza di Lenin, l’elemento tattico: le contraddizioni che la richiesta di indipendenza produce nel reazionario impero zarista. …

Continua …  Saggio completo Una rosa che vive catalogato nella sezione del sito Collaborazioni a testi. Estratti.

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Dettagli di Amazon del libro

Editore ‏ : ‎ Prospettiva Edizioni Services & Publishing (16 giugno 2023).

Lingua ‏ : ‎ Italiano.

Copertina flessibile ‏ : ‎ 220 pagine.

ISBN-10 ‏ : ‎ 8885562167

ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8885562165

Peso articolo ‏ : ‎ 218 g

Dimensioni ‏ : ‎ 20.8 x 1.7 x 15 cm.

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Introduzione al Libro Rosa Luxemburg Oggi, Conoscere, discutere, crescere, Claudio Olivieri

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QUADERNO CIPEC 72

E’ online il quaderno del CIPEC numero 72, 30-esimo anno.

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Quaderno cipec 72, copertina con Dalmasso e Zannoni

Introduzione

Quaderno CIPEC 72, Non so se questo sarà l’ultimo quaderno, dopo un percorso di trent’anni, o se continueremo per il prossimo quinquennio (2025- 2029) o almeno per qualche anno.

Attendiamo le decisioni dell’Amministrazione provinciale di Cuneo che, in ogni caso, ringraziamo, come quelle precedenti, insieme ai dipendenti della stamperia, per i tanti numeri usciti che speriamo siano stati utili.

Vedo che le ricostruzioni di parti della storia della provincia, le interviste a militanti politici e sindacali, le statistiche elettorali, per quanto ferme a parecchi anni fa, vengono ancor oggi, utilizzate per studi, ricerche, tesi di laurea.

In attesa di una eventuale (e sperata) continuazione, procediamo con il ricordo dell’amico Danilo Zannoni, scomparso nell’aprile 2023.

A lui abbiamo dedicato già il quaderno 65 (primo semestre 2021) che conteneva numerosi racconti e l’ultimo numero (primo semestre 2024) con un lungo racconto (il termine è, forse, riduttivo), Demoni e due brevi ricordi, il mio e quello di Antonella Marras.

In questo quaderno compaiono altri suoi scritti, mai pubblicati, che sempre dimostrano la fantasia (gli ho chiesto più volte come facesse a scrivere continuamente, senza interruzione e su soggetti così diversi) e soprattutto l’interesse per temi sociali, ambientali, legati a una impostazione morale che sembra richiamarsi ad esempi letterari illustri.

L’amico prete: Gianni Russotto

Vi era l’idea di un ricordo di Gianni Russotto, anch’egli mancato lo scorso anno.

Gianni è stato sacerdote, prima a Genova, poi in Cile, da lui scelto per avere una esperienza di vita e di fede in un paese del “terzo mondo”.

Qui ha conosciuto e sposato una donna, scelta che lo ha collocato tra i tanti preti sposati di una stagione in cui molti credenti si sono interrogati sulle scelte di fede, sul rapporto religione/politica e sul modo migliore di interpretare la fede stessa nella propria vita personale.

Il ritorno in Italia, l’impegno politico- sociale.

Ci manca lo spazio.

Gianni Russotto con Roberta Piazzi

Mi limito ad un ricordo personale, rinviando ai prossimi, eventuali, quaderni, testimonianze, ricordi, memorie collettive e personali che hanno riempito una commovente serata al circolo ARCI Barabini, a Trasta, in val Polcevera, il giorno successivo alla sua scomparsa.

Sergio Dalmasso

Nel secondo semestre del 2024 il quaderno 72 sarà a stampa in un numero di copie limitate grazie al lavoro del Centro Stampa della PROVINCIA DI CUNEO

Buona lettura.

Sergio

Valdo Magnani. Una eresia comunista

Saggio di Sergio Dalmasso pubblicato nella rivista mensile:Mondoperaio”, n.9, settembre 2018.

Valdo Magnani, una eresia comunista in mondoperaio settembre 2028

Stralcio del saggio su Magnani

Già dagli anni ‘30 i rapporti di forza nel Partito comunista illegale vedono uno spostamento del baricentro dal triangolo industriale all’Emilia, che diviene la regione con il maggior numero di iscritti e con la più significativa presenza organizzata.

Teresa Noce, in un rapporto sulla realtà emiliana e reggiana, sottolinea la presenza organizzata, ma non tace il problema dato dal passaggio al partito di tanti ex socialisti formati al riformismo prampoliniano.

Residui del riformismo della Seconda Internazionale debbono essere superati nella formazione e nella azione.

La resistenza

La resistenza vede l’esistenza di gruppi gappisti che operano in pianura e una successiva presenza di brigate in montagna. Ovvie le differenze, che permarranno poi nel partito, tra le forme di relativa democrazia proprie della guerra partigiana e la realtà del gappismo.

Il gruppo dirigente è quindi composto da compagni della clandestinità, delle carceri, da altri arrivati al partito durante la lotta di liberazione, da altri ancora aderenti solo nel 1945, con le ovvie differenze di esperienza, di formazione, di prassi politica.

Segretario è Arrigo Nizzoli, operaio delle Reggiane, militante integerrimo, ma rigido e legato alle regole della clandestinità.

Alla liberazione il Pci ha 6.200 iscritti che diventano 44.000 nell’autunno. Si racconta di code nelle sezioni e nelle fabbriche per il tesseramento. Nascono il Psi, l’Udi, l’Anpi, il Fronte della gioventù.

Esce La Verità, settimanale della federazione provinciale. E’ molto teso il clima per il rinvio dei processi ai fascisti, per la mancata epurazione, per le accuse al movimento partigiano, per l’amnistia.

Continua …

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Saggio catalogato nella sottosezione degli Scritti storici: Articoli e Saggi

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Approfondimento

Se vuoi approfondire sulla figura di Valdo Magnani non perderti la lettura del Quaderno 55 intitolato: Valdo Magnani e l’unione dei socialisti indipendenti (USI):

Valdo Magnani e l'Unione dei Socialisti Indipendenti, USI

 

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Il sindaco leghista con dio, patria e famiglia

Dio, patria, famiglia. Non ho alcuna forma di anticlericalismo ottocentesco.

Mi sento laico al 101%: nessun privilegio e nessun danno per qualunque scelta (o non scelta) religiosa (e non solo).

Ritengo positivo l’intervento di papa Bergoglio a Marsiglia sul tema della migrazione, leggo con interesse aspetti ecologisti nell’ultima enciclica, ritengo interessante il dialogo, alla festa di Liberazione, tra il segretario Acerbo e il presidente della CEI sui temi sociali e della pace.

Sono, da sempre, contrario al Concordato, all’insegnamento di una sola religione nella scuola di stato, al finanziamento -anticostituzionale- alla scuola privata.

Giace, al Consiglio regionale piemontese, una mia proposta (2009) per l’istituzione della giornata per la libertà religiosa e di pensiero, proposta mai discussa perché scomoda per tutti, destra e “sinistra”.

Chiarito ciò, considero grave la scelta del comune di VENTIMIGLIA che reintroduce i crocifissi negli uffici comunali.

La presenza, in ambito pubblico (scuole, tribunali, ospedali, uffici…) del simbolo di una religione è discriminante, lesiva della libertà religiosa e di pensiero e dell’eguaglianza fra tutte le fedi.

Naturalmente, questo si inserisce nel clima del governo di “Dio, patria e famiglia” e dell’odio e dell’intolleranza crescenti.

La rivendicazione di una identità aumenta il pericolo di integrismo e di discriminazione verso “gli altri”, su cui specula chi fa politica nella logica amico/nemico.

Sergio Dalmasso,

Fonte, facebook 17 ottobre 2023

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Articolo dell’Ansa: “Ventimiglia, in Comune torna il crocifisso, sindaco ne compra 35

Libro su ROSA Luxemburg

Rosa Luxemburg goWare scritti introduttivi di Sergio Dalmasso

Malgrado la neve, il gelo, la solitudine, noi – io e le cincie – crediamo nella primavera che viene.

E se io per impazienza non dovessi vederla, non si dimentichi che sulla mia tomba non ci deve essere scritto altro che zvi-zvi.

ROSA LUXEMBURG

Il motto, l’incarico e il modo in cui esso viene affidato, tutto è caratteristico di Rosa Luxemburg.

Immergersi nella tenera contemplazione della natura, penetrare il mondo con intelligenza, dedicare tutta la vita alla lotta, affrettandone il ritmo con ardore e con passione – questo era il suo stile di vita. Ed il suo motto preferito: «l’essere umano deve essere sempre come una candela che brucia da due parti».

PAUL FRÖLICH

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Contiene Introduzione, in Paul FRÖLICH, Rosa Luxemburg, Firenze, goWare, 2023 – di Sergio Dalmasso.

Download “Il messaggio di Rosa Luxemburg” in-Paul-FROLICH-Rosa-Luxemburg-Firenze-goWare-2023.pdf – Scaricato 23306 volte – 400,63 KB

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Autore del libro

Paul Frölich (1884-1953) militò fin da giovane nelle organizzazioni del movimento operaio tedesco e nel 1918 partecipò al congresso di fondazione del Partito comunista tedesco.

Nel 1925 assunse il compito di curare l’edizione delle opere complete di Rosa Luxemburg, raccogliendo una ingente quantità di materiali.

Costretto a lasciare la Germania dal nazismo continuò da esiliato una intensa attività di ricerca e di opposizione allo stalinismo.

Tornato in Germania nel 1951 si spense due anni dopo.

Risale alla vigilia della Seconda guerra mondiale la monografia su Rosa Luxemburg.

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Traduzione a cura di MARZIO VACATELLO

Con scritti di Sergio Dalmasso, Simone Weil, Hannah Arendt

 

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Libro in Formato Kindle 6,99 Euro

ASIN ‏ : ‎ B0C2DFK261
Editore ‏ : ‎ goWare (12 aprile 2023)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Dimensioni file ‏ : ‎ 2325 KB
Utilizzo simultaneo di dispositivi ‏ : ‎ illimitato
Da testo a voce ‏ : ‎ Abilitato
Screen Reader ‏ : ‎ Supportato
Miglioramenti tipografici ‏ : ‎ Abilitato
Word Wise ‏ : ‎ Non abilitato
Memo ‏ : ‎ Su Kindle Scribe
Lunghezza stampa ‏ : ‎ 545 pagine

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Introduzione al libro di Sergio Dalmasso presente anche in Archivio, Scritti storici, Collaborazione a testi Estratti

 

Articolo sui lupi

Franco Di Giorgi Filosofo Al lupo Al lupo

E così, alla fine, a causa della continua, implacabile e distruttiva rivalità tra i guardiani, i lupi e i lupetti, da anni costretti nel loro recinto, si sono trovati inaspettatamente liberi, dinanzi a una prateria sterminata.

Dopo quasi ottant’anni, per eccessiva sicurezza e per alterigia, i guardiani finivano addirittura per giocare con quei lupi, i quali continuamente, con i loro cuccioli, ringhiavano, scalpitavano e zampettavano sempre più vicini alla porta del recinto.

In alcuni momenti poi, facendo comunque attenzione che lo sportello non venisse mai aperto, quasi a scherno e tenendo bene in vista le chiavi del recinto, il gioco preferito dei guardiani era quello, ben noto già da Esopo, di gridare “Al lupo! Al lupo!”

Ostentazione infantile

Questa infantile ostentazione di potere se da un lato rassicurava una parte degli abitanti del paese, dall’altro lato non faceva che aumentare il livore e il mai sopito desiderio di vendetta nei lupi e in quell’altra parte di abitanti che li difendevano.

Ora, però, che nel recinto, in quella specie di Strafkolonie, ci sono loro, cioè i guardiani, che continuano inutilmente a gridare con più enfasi Al lupo! Al lupo!;

ora che, in questo gioco delle parti, i ruoli si sono invertiti, i lupi a loro volta deridono gli ex guardiani con tradizionali frasi ad effetto come “homo homini lupus, suscitando in questi naturalmente altrettanto livore e un mesto digrignar di denti.

Ora, infatti, anche i lupi, i nuovi guardiani, possono finalmente ritornare ad essere quello che sono sempre stati, vale a dire semplicemente dei lupi:

possono cioè finalmente tornare ad ululare ai quattro venti e alla luna o al sole e in pieno giorno quelle parole che per troppo tempo hanno dovuto sottacere e soffocare in deboli guaiti, possono ostentare liberamente quegli atteggiamenti lupeschi che in passato e da reclusi potevano solo accennare o abbozzare…

Resistenza italiana

Continua

Franco Di Giorgi, Ivrea, 30 maggio 2023

 

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L’anormalità e l’ambiguità della situazione italiana

Franco Di Giorgi

Anormalità ambiguità italiana Giorgia MeloniAnormalità ambiguità italiana; nelle elezioni politiche del 25 settembre 2022, dei 51 milioni di Italiani aventi diritto si è recato alle urne solo il 63,7% (nelle precedenti elezioni del 2018 era il 73%), ossia 32,64 milioni di persone.

Ciò significa che il 37% degli Italiani non ha votato o ha lasciato scheda bianca.

Questa percentuale equivale a 17 milioni di cittadini. Dei 32,64 milioni, un po’ più di 12 milioni di voti sono andati al centro-destra, i restanti 10 milioni al centro-sinistra e al M5s.

Il Rosatellum, la legge elettorale ancora in vigore, consente di governare a chi prende più voti.

In Italia, in un Paese di 51 milioni di aventi diritto di voto, governa dunque la coalizione che ha preso 12 milioni di voti a fronte di 32,64 milioni di votanti, perché 17 milioni non ha votato.

Il numero degli astenuti è quindi maggiore sia di quello di coloro che hanno fatto vincere il centro-destra sia di quello di coloro che, per la miopia dei loro leader, non sono riusciti a far vincere il centro-sinistra.

Sicché 12 milioni di votanti determinano la direzione politica dell’intero Paese, cioè la vita di 59,11 milioni di abitanti (dati del 2021).

Governo eletto da un quinto della popolazione

Circa un quinto della popolazione elegge un governo che sfacciatamente sembra fare delle leggi solo per quelli che l’hanno eletto e non per tutti gli altri.

In un Paese normale questo non dovrebbe accadere, perché un governo democraticamente eletto deve governare per tutti, non solo per pochi.

Anche se coloro che l’hanno eletto hanno convinzioni e interessi non solo differenti da tutti gli altri, cioè dalla maggioranza del Paese, ma diversi anche rispetto al dettato della Costituzione, che è la Carta di tutti gli italiani.

Anormalità italiana

Ma tant’è. A sostegno di quella anormalità, l’attuale Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana ha infatti recentemente dichiarato: “Io sono stata votata e faccio quello per cui mi hanno scelto gli italiani” (“L’inchiesta”, 10 febbraio 2023).

Lo ha detto a Bruxelles, al vertice straordinario europeo del 9 febbraio, durante il quale si sentiva più vicina al gruppo di Visegrád che non alla Francia e alla Germania.

Europa a due velocità

D’altronde è da un po’, almeno dal 2004, che si parla di Europa a due o tre velocità, di Stati dell’Eurozona e di Stati che, pur facendo parte dell’Europa, non adottano l’euro, come ad esempio la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia, la Romania.

La vicinanza dell’Italia al gruppo di Visegrád dipende sia dalla politica migratoria e dei richiedenti asilo, sia dalla politica relativa ai diritti civili.

La sua distanza da quel gruppo, invece, almeno dall’Ungheria, dipende dal diverso allineamento alle due superpotenze impegnate nel loro ennesimo scontro, stavolta in Ucraina.

Da questo punto di vista, infatti, l’Italia è lacerata: da un lato si sente vicina all’Ungheria, dall’altra non può che essere vicina al blocco franco-tedesco e all’intera Unione Europea.

L’Ungheria sostiene la Russia.

L’Italia e tutti gli altri Paesi europei sostengono invece gli Stati Uniti, auspicando l’ingresso dell’Ucraina nella Nato.

Questa sua lacerazione è quindi duplice, perché in rapporto alla guerra russo-ucraina è con gli Stati Uniti, con l’Europa e con la Polonia, mentre in rapporto sul tema della migrazione e dei diritti civili è con l’Ungheria e quindi con la Russia e con la Polonia, ma non con il resto dell’Unione Europea.

L’attuale governo italiano è pertanto costretto a muoversi ambiguamente, cioè a giocare contemporaneamente su due tavoli, quello nazionale e quello internazionale.

Un gioco peraltro non nuovo nella storia politica da cui proviene l’ala di estrema destra di questo governo, specie durante i primi anni di politica interna del governo fascista, un secolo fa.

Da un lato, infatti, il duce doveva mostrare un volto legalitario e istituzionale, dall’altro e contemporaneamente non poteva non dare ascolto alle pretese di quelle squadracce che lo avevano alacremente sostenuto nella sua elezione.

Il passato che ritorna ?

Come in passato, come un secolo fa, non si può inoltre non notare in maniera sempre più evidente il delinearsi sulla scena internazionale di due alleanze, di due coalizioni opposte all’interno della stessa Unione Europea, pronte a fronteggiarsi non solo con le armi della politica, ma anche purtroppo, specie in questo clima surriscaldato dalla guerra in Ucraina, con armi vere e proprie.

Avendo con ciò alle spalle non solo le due solite superpotenze, ma anche altre nuove superpotenze, dotate anch’esse di testate nucleari.

Le premesse per il Terzo conflitto mondiale (forse l’ultimo), come si vede, ci sono tutte.

Compresa quella dell’immancabile capro espiatorio, cioè dei senza patria, dei più deboli, dei perseguitati, degli scarti di un’umanità spersonalizzata, pronta ad essere sacrificata ancora una volta sull’altare delle nuove patrie sovraniste.

Ivrea, 31 maggio 2023

Pubblicato su www.sergiodalmasso.com

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L’autore Franco Di Giorgi

Filosofo, la sua riflessione si muove ricercando interferenze tra filosofia (Aporia, 2004), memorialistica (concentrazionaria e resistenziale) (Lettera da Mauthausen e altri scritti sulla Shoah, 2004;
A scuola di Resistenza, 2006), esegesi biblica (Giobbe e gli altri, 2016; Il Luogo della Vita. Riflessioni sul Vangelo di Tommaso, 2018) ed estetica (letteraria e musicale) (Tolstoj, Flaubert, Rilke, Proust, Ibsen, Pergolesi, Vivaldi, Beethoven, Rachmaninov, Mahler).

Il quarto concerto di Beethoven, Mimesis 2021; Il negativo e l’attesa. Riflessione intorno alla Shoah a partire da Primo Levi, Mimesis 2023 .

Tra le riviste che hanno ospitato i suoi scritti: Testimonianze, Fenomenologia e Società, Paradigmi, Interdipendenza, Nuova Rivista Musicale Italiana, Israel, Historia Magistra, Scenari (on line), Carte di Cinema (on line), Sergio Dalmasso (on line).

A Cuneo presentazione quaderno 69

Sergio Dalmasso a Cuneo, Sabato 27 maggio 2023, alle 17, sarò a Cuneo (presso il Circolo “Rosa Luxemburg”, via Saluzzo 28) per presentare l’ultimo quaderno del CIPEC che ripercorre la storia di Rifondazione nella provincia, dalla nascita al 2013 (anno del mio trasferimento a Genova).

Download “Quaderno CIPEC N. 69 (Seminario su Lucio Magri, Rifondazione Comunista nel cuneese)” Quaderno-CIPEC-Numero-69.pdf – Scaricato 21027 volte – 1,76 MB

Nulla di definitivo, scritto forse soggettivo, ma un piccolo spaccato di una vicenda complessiva che ha conosciuto, anche localmente, fatti, vicende, idee, proposte, speranze… significative.

L’idea di queste poche pagine è nata in seguito ad una presentazione del mio testo complessivo sulla storia di Rifondazione, davanti alla sollecitazione della necessità di declinare i fatti nazionali con le realtà locali.

Spero che:

– il breve testo (quaderno cipec numero 69) permetta una discussione collettiva, anche con punti di vista e angolature differenti

– le mie condizioni di salute (non faccio il martire) mi consentano altre puntate nella provincia granda in cui ho vissuto 60 (sic!) anni.

Sergio Dalmasso a Cuneo, Copertina Quaderno Cipec 69

Sergio Dalmasso

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Presentazione quaderno Cipec 69, cena autofinanziamento

Sabato prossimo (27 maggio 2023) a Cuneo con Sergio Dalmasso – per la cena, prenotazione obbligatoria poiché i posti sono limitati. Passaparola!

Apericena Fabio Panero Ritorno a Cuneo

Fabio Panero, Fonte Facebook, 20 maggio 2023

Recensioni libri in Il ciclostile

Sergio Dalmasso  Recensioni libri in Il ciclostile; 3 libri recensiti sulla rivista Il ciclostile n. 11 marzo 2023:

  •  “La moralità come prassi. Carteggio di Ludovico Geymonat – Antonio Giolitti 1941- 1965“, a cura di Fabio Minazzi, Milano, Mimesis, 2022
  • Lasciare un segno nella vita. Danilo Montaldi e il Novecento, di Goffredo Fofi (a cura di), Mariuccia Salvati (a cura di), Roma, Viella, 2021.
  • Luca Bufarale: Sebastiano Timpanaro. L’inquietudine della ricerca, Pistoia, ed. Centro di documentazione, 2022.
Download “Recensioni di Sergio Dalmasso: Bufarale, Fofi Salvati, Minazzi” il-Ciclostile-11-Marzo-2023-Dalmasso-recensioni.pdf – Scaricato 23411 volte – 763,50 KB

Recensioni di Sergio Dalmasso libri in Il ciclostile

  • Sergio DALMASSO, Il caso Giolitti e la sinistra cuneese, 1945/1958, Alba, La Torre, e “Quaderni del CIPEC”, n. 15, 1999. File in bassa risoluzione al seguente:
Download “Quaderno CIPEC 15 Libro Il caso Giolitti” Quaderno-CIPEC-n-15-Giolitti.pdf – Scaricato 6150 volte – 8,27 MB

 

  • Sergio DALMASSO, Il caso Giolitti e la sinistra cuneese, 1945/1958, Alba, La Torre, e “Quaderni del CIPEC”, n. 15, 1999. File in ALTA RISOLUZIONE al seguente: QUADERNO NUMERO 15.