Il digitale come ci cambia
Il digitale, come ci cambia. A sinistra di Internet Giovanni Ferretti

Il digitale, come ci cambia?

Giovanni Ferretti

Due indagini condotte nel 20181 affermano che circa il 40% dei giovani tra i 18 e 29 anni dicono di essere on-line quasi costantemente, al pari del 36% delle persone di età compresa tra i 36 e i 49 anni.

Nella Generazione Z, cioè quella dei ragazzi nati tra il 1995 e il 2010, la percentuale risulta ancora incrementata: il 95% di loro usa uno smartphone, e il 45% sostiene di farlo quasi costantemente.

Benessere e felicità personali sono strettamente connessi alla possibilità di avere un’attività comunicativa on-line.

Shoshana Zuboff, nel proprio libro Il capitalismo della sorveglianza, afferma che gli I-like di Facebook sono diventati la cocaina della nuova generazione, sono come scariche di dopamina. 

Già nel 1993, Derrick de Kerckhove, nel libro Brainframes, parla di psicotecnologie: il telefono, la radio, la televisione, i computer, i satelliti modificano le relazioni all’interno del tessuto sociale; questo significa che essi ristrutturano e modificano le caratteristiche psicologiche dei singoli.

Venendo ad epoca più recente, i social media, Facebook innanzitutto,

alterano la presentazione del sé, aggravano l’incapacità dei ragazzi di sviluppare un io pienamente indipendente, fanno perdere la capacità di stare da soli, la capacità di vedere gli altri come soggetti separati e indipendenti.

A seguito di ciò, statisticamente parlando, aumenta la necessità di costruire la propria identità e la propria personalità esclusivamente in funzione del gradimento degli altri, talvolta sostituendo la realtà percepita del sé con i simulacri degli avatar.

Esistono studi svolti in ambito scolare che evidenziano come gli alunni non siano più capaci di guardare negli occhi, che siano indifferenti al linguaggio dei corpi, che non capiscano quando feriscono qualcuno e che siano incapaci di costruire amicizie basate sulla fiducia. 

Un’altra indagine2, questa volta operata su studentesse universitarie, ha evidenziato che nell’ultimo periodo, caratterizzato da una crescita esponenziale del tempo che viene trascorso dai giovani sui social media, è aumentata quella che viene definita la paura del botta e risposta, del non preparato, che è propria del dialogo, con una conseguente fuga dai contatti personali diretti.

Questo conduce a un vero e proprio analfabetismo emotivo.

I tempi della chat permettono di controllare le proprie emozioni, con l’aggravante che in rete si è quello che si vuole essere: aumenta il narcisismo, si perdono inibizioni e, come già accennato, si rileva una maggiore incapacità di interessarsi ai problemi degli altri;

un mondo distonico, privo di empatia, come reazione alla paura di essere inadeguati, soprattutto fisicamente (lo shame of body, la vergogna del corpo) e, soprattutto, il FOMO (dall’acronimo Fear of missing out), paura del non esserci, del perdere qualcosa, che poi è la molla che rende così appetibili i social network.

Nel 2007, Barry Wellman, parlando di Villaggio Globale3,

definisce la comunità come la rete dei legami interpersonali che forniscono appoggio, informazioni, senso di appartenenza e, quindi, anche identità sociale.

Fino a poco tempo fa tutto questo era dato dalla prossimità di luogo: la casa, i lavoro, il paese.

Oggi al centro della comunità c’è la rete di contatti della singola persona, contatti sviluppati soprattutto per senso di appartenenza e di interesse. Anche in questo caso si evidenzia come il singolo si trinceri sempre più in comunità di simili e si precluda il confronto e l’ibridazione sociale e culturale.

Al centro della comunità non c’è più il paese, la piazza, il condominio, bensì il computer e quello che Howard Rheingold definisce il telecomando della vita: il telefonino.

1 Perrin e Jiang, “About a quarter of U.S. adults …”, Pew Research Center, 14 marzo 2018; Monica Anderson e Jingjing Jiang, “Teens, social media & technology 2018”, Pew Research Center, 31 maggio 2018.

2 Sherry Turkle: indagine su studentesse Baylor University – su Internazionale, marzo 2016.

Intervista a Sergio Dalmasso Lelio Basso

Sergio Gavino Contu di “per Riconquistare l’Italia” intervista Sergio Dalmasso, professore, scrittore e storico del movimento operaio, Lelio Basso video.
Parleremo di Lelio Basso attraverso il suo pensiero e le sue idee: un grande protagonista della storia del ’900 in Italia.
A Lelio Basso si deve, tra le altre cose, la grande divulgazione delle opere di Rosa Luxemburg in Italia.
Fu uno dei padri della Costituzione Repubblicana, autore e coautore in particolare degli art. 3 e 49.
Lelio Basso – la ragione militante: vita ed opere di un socialista eretico” di Sergio Dalmasso ed. Red Star Press, Roma 2018.
Download “Primo capitolo del libro Lelio Basso” Capitolo1-Lelio-Basso-La-ragione-militante.pdf – Scaricato 32307 volte – 308,09 KB
Lo si può acquistare anche su Amazon al seguente:
Lelio Basso video e copertina libro
e-mail : info@lacostituzione.org
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La fede di un laico, in Alfonso Botti (a cura), Storia ed esperienza religiosa, Urbino, QuattroVenti,
2005.
Download “La fede di un laico. Dimensione religiosa, questione cattolica e democristiana nel pensiero e nell’opera di Lelio Basso” La-fede-di-un-laico-Storia-ed-esperienza-religiosa.pdf – Scaricato 17177 volte – 194,39 KB
Lelio Basso: un maestro scomodo
Download “Lelio Basso: un maestro scomodo (di S. Dalmasso)” Calendario-del-Popolo-N.-602-Lelio-Basso-un-maestro-scomodo.pdf – Scaricato 19672 volte – 109,47 KB
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Alcune informazioni da wikipedia su Lelio Basso

Da WIKIPEDIA: “Basso era uno dei fascinatori del Psi. Aveva scritto un libro di successo, Il Principe senza scettro, e si atteggiava a Lenin italiano (cui un poco somigliava) ricalcandone le mosse. Era un oratore formidabile, capace di battute e di ironia a non finire: una voce morbida, flessuosa, un po’ femminile che persuadeva e incantava. Le donne lo adoravano e lui adorava le donne.

La vita di Lelio Basso fu una miscela di attività e ricerca intellettuale, unita alla ricerca di uno strumento politico efficiente, il tutto su scala internazionale.

In qualità di esperto ed interprete del lavoro di Marx, egli adottò un approccio originale nella sua rielaborazione della visione del socialismo e attinse a diverse linee di pensiero che venivano dalla sfera del pensiero democratico, nel significato più ampio possibile del termine (la tradizione democratica francese, il “socialismo accademico” tedesco, il pensiero socialista italiano e gli Austromarxisti).

Durante il suo internamento egli lesse le opere di Rosa Luxemburg e lavorò poi instancabilmente, per promuovere una consapevolezza critica del suo pensiero in Italia.

Una approfondita ricostruzione del suo itinerario politico è stata fornita dallo storico Giancarlo Monina, anche grazie alle testimonianze dei parenti e alla documentazione disponibile presso la Fondazione Basso.

Nascita del PCI

Sergio Contu intervista Sergio Dalmasso su Nascita PCI (Partito Comunista Italiano)

 

Nascita PCI Livorno

Delegati al teatro Goldoni di Livorno durante il XVII congresso del Partito Socialista Italiano

 

Nascita PCI

 

Sergio Contu videointervista su “La nascita del P.C.I. nel 1921 al XVII congresso del P.S.I.” a Sergio Dalmasso storico del movimento operaio:

Il Partito Comunista Italiano (PCI) è stato un partito politico italiano di sinistra, nonché il più grande partito comunista dell’Europa occidentale.

Venne fondato il 21 gennaio 1921 a Livorno con il nome di Partito Comunista d’Italia come sezione italiana dell’Internazionale Comunista in seguito al biennio rosso, alla rivoluzione d’ottobre e alla separazione dell’ala di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata tra gli altri da Nicola Bombacci, Amadeo Bordiga, Onorato Damen, Bruno Fortichiari, Antonio Gramsci e Umberto Terracini al XVII Congresso del Partito Socialista Italiano.

Durante il regime fascista, che dal 1926 lo costrinse alla clandestinità e l’esilio, ebbe una storia complessa e travagliata all’interno dell’Internazionale Comunista negli anni venti e trenta, al termine della quale nel 1943 divenne noto come Partito Comunista Italiano.

Durante la seconda guerra mondiale assunse un ruolo di primo piano a livello nazionale, promuovendo e organizzando con l’apporto determinante dei suoi militanti la Resistenza contro la potenza occupante tedesca e il fascismo repubblicano.

Il segretario Palmiro Togliatti attuò una politica di collaborazione con le forze democratiche cattoliche, liberali e socialiste, propose per primo la «via italiana al socialismo» ed ebbe un’importante influenza nella creazione delle istituzioni della Repubblica Italiana.

Fonte Wikipedia

L’attualità del pensiero di Gramsci

 Intervengono Sergio Dalmasso e Giordano Bruschi.

Moderatrice Cecilia Balbi.

Intervento iniziale di Pino Cosentino.

Locandina Attualità del pensiero di Gramsci

L’Attualità del pensiero di Gramsci, temi del primo incontro:

“Vita e opere di Gramsci” con Sergio Dalmasso

“L’incontro con Gramsci della generazione della resistenza” con Giordano Bruschi

Video su L’attualità del pensiero di Gramsci:

Ciclo di incontri promosso da APS Consorzio Zenzero, Attac Genova, ANPI Sezione Genova S. Fruttuoso, Goodmorning Genova, Il Ce.Sto.

Primo incontro, martedì 20 ottobre 2020.

In diretta dal circolo ARCI Zenzero di Genova.

“Vita e opere di Gramsci” con Sergio Dalmasso storico del movimento operaio.
“L’incontro con Gramsci della generazione della resistenza” con Giordano Bruschi Partigiano e insignito della medaglia il Grifo d’oro massima onorificenza della città di Genova

Introduce Cecilia Balbi del Circolo Zenzero.

Tecnico audio Stefano Gualtieri

Tecnico video Dimitri Colombo

Conferenza trasmessa in diretta streaming il 20 ottobre 2020 su Facebook da Goodmorning Genova.

“Il consiglio comunale di Genova, minoranza e maggioranza – esclusi i consiglieri di Fratelli D’Italia che hanno deciso di votare contro – ha detto sì alla proposta di assegnare il Grifo d’Oro, massima onorificenza cittadina, a Giordano Bruschi.

Il partigiano “Giotto”, che presto compirà 95 anni, è conosciuto come memoria storica della resistenza e del novecento genovese, ma anche per la sua esperienza politica, sempre a sinistra, nel Pci, per cui fu consigliere comunale, e poi come scrittore, ambientalista e come anima dei comitati della Val Bisagno.

Sull’assegnazione del Grifo a Bruschi il plauso della Camera del Lavoro di Genova e del segretario Igor Magni.

Magni: “Grande soddisfazione per questo importante riconoscimento a Bruschi che con il suo impegno di militanza, esercitato sempre, anche nei momenti più difficili, rappresenta un esempio per tutti noi.

Un abbraccio fraterno da tutte e tutti noi della Cgil di Genova”. ”

Quaderno 66

Il Quaderno numero 66 contiene il libro

A SINISTRA DI INTERNET di Giovanni Ferretti

Download “Quaderno CIPEC 66 (Libro a sinistra di Internet di Gianni Ferretti)” Quaderno-CIPEC-Numero-66.pdf – Scaricato 18205 volte – 3,84 MB

In anticipo, largo, sulla stampa cartacea – a cura del Centro Stampa della Provincia di Cuneo – si rende disponibile il quaderno cipec 66.

Contiente anche alcune recensioni del libro di Sergio Dalmasso su Lucio Libertini e un saggio di Sergio Dalmasso su Rodolfo Morandi.

Quaderno CIPEC Numero 66

Premessa, a sinistra di internet

Queste righe, lungi dal volersi ritenere complete ed esaustive, propongono un compendio degli studi relativi alle conseguenze provocate dall’impatto del digitale sulle nostre vite: scorrono sulle modifiche in atto in alcuni assetti psicologici, antropologici e sociali, e affrontano il rapporto tra digitale, economia e capitalismo del controllo, mettendo in risalto il ruolo del digitale nella creazione del consumo, del consenso e del controllo sociale.

Il testo, anche se di taglio per lo più sociologico, ha la presunzione di avanzare alcune analisi politiche; queste prendono spunto dal lavoro di diversi studiosi, alcuni dei quali potrebbero non gradire l’accostamento alla sinistra, presupposto nel titolo, soprattutto se accostata ad aggettivi quali radicale o anticapitalista 1: pur avendo provato ad essere accurato nelle citazioni, la loro selezione e il filo logico utilizzato per collegarle tra loro è ovviamente di esclusiva mia responsabilità.

Gap generazionale

Vale la pena puntualizzare che le analisi che vengono riportate e le statistiche sulle quali si basano, sono fortemente influenzate da quello che potremmo definire gap generazionale: è chiaro che l’impatto dei media digitali, soprattutto sul nostro modo di interpretare il rapporto con il nostro prossimo, è molto diverso se riferito alle generazioni Y (nati dopo il 1981, cresciuti con il web, creato nel 1991) e Z (i digital native, nati dopo 1995) o, viceversa, se osservato nelle generazioni maturate nel secolo ventesimo.

I ragazzi non leggono i giornali cartacei

Un esempio: i ragazzi di oggi difficilmente comprano giornali; quelli più sensibili sono comunque orientati a consultare giornali on-line o, più spesso, aggregatori di notizie tipo Google News.

Questo ovviamente non vale per persone che hanno più di 50-60 anni: troveremo anche tra di loro fruitori delle news on-line ma statisticamente il loro numero sarà molto meno rilevante.

Più in generale, possiamo cinicamente dire che ogni persona che muore è un fruitore di tecnologia broadcast (TV tradizionale, radio…), mentre ogni persona che nasce sarà fruitore di tecnologie di nuova generazione (streaming, podcasting, social o altro che sia o che sarà).

Nota

1 Anche se c’è da chiedersi che cosa sia una sinistra non anticapitalista.

Giovanni Ferretti

Nella foto seguente la figlia di CHE GUEVARA Aleida con Giovanni Ferretti:

Roy Russo

GENOVA PER ME.

Rosario Russo in arte Roy Russo cantautore genovese.

Voce e chitarra acustica del gruppo Lanuovabandgenovese composta da: Saverio Farina al basso, Guido Sciaccaluga alla batteria, Massimo Bracco alle tastieste e Nico Gulfo alla chitarra elettrica ha inciso, tra gli altri, il CD: GENOVA PER ME.

Roy Russo con Don Andrea GalloDon Andrea Gallo e Rosario Russo

Roy amministra un gruppo facebook, Quelli che la Rai …. non li chiama, in cui organizza delle dirette con diversi piccoli-grandi personaggi, sia della musica, sia della cultura.

Tra le informazioni si trova la ‘modesta’ frase: “Il gruppo nasce per regalare uno spazio ai piccoli e sconosciuti artigiani dell’arte e per poter far sentire anche la loro voce.” Anche se questo gruppo è un work in progress in cerca di un approdo di più elevato spessore.

Fra i brani ascoltiamo Genova per me, nel seguente video, che dà il titolo all’album: Genova per me.

 

Il cantautore Russo si ispira alla tradizione cantautorale genovese cantando anche brani degli indimenticati Luigi Tenco, Frabrizio De André ad esempio.

Altri ispiratori sono: Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi, Sergio Endrigo, Giorgio Calabrese, i fratelli Reverberi e altri, fu uno degli esponenti della cosiddetta “scuola genovese“, un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana a partire dagli anni sessanta.

Nel video una giovane Antonella Marras, candidata a sindaca di Genova amministrative 2022

Lettura Luxemburg

Conferenza lettura su Rosa Luxemburg

Lettera dal carcere alla signorina Jacob

Oggi ho fatto una passeggiata, al sole, e sto un po’ meglio.

Ieri ero pronta a lasciare in un sol botto questa maledetta politica,

o meglio questa cruenta parodia della vita politica che conduciamo e, a mandare a quel paese il mondo intero.

Una specie di idiota culto di Baal e niente altro in cui si sacrificano intere vite umane alla propria frenesia al proprio muco intellettuale.

Se credessi in dio sarei certa che ci castigherebbe severamente.

La mia tomba, come la mia vita, non recherà tracce di frasi altisonanti.

Sulla mia lapide voglio che si leggano solo due sillabe: Zvi-zvi.

Dalmasso e CampanileÈ il richiamo delle cinciallegre che so imitare tanto bene da farle accorrere subito.

Pensi, da qualche giorno – in questo zvi-zvi – che di solito scintilla chiaro e acuto nell’aria come un ago d’acciaio, c’è un minuscolo trillo, una piccolissima nota di petto.

E, sa – signorina Jacob – cosa significa questo?

È il primo lieve trasalire della primavera imminente, nonostante la neve, il gelo e la solitudine; noi – le cinciallegre e io – crediamo la primavera in arrivo e, se per troppa impazienza non la dovessi vivere, non dimentichi che sulla mia lapide non deve esserci altro che zvi-zvi.

Abbraccio Lei e Mimì, con una terribile nostalgia.

Rosa Luxemburg

***

Presentazione presso il circolo Arci di Cogoleto del libro di Sergio Dalmasso “Una donna chiamata rivoluzione”, dedicato alla vita e alle opere di Rosa Luxemburg.

La presentazione con l’autore del libro Sergio Dalmasso (15 febbraio 2020) è stata arricchita dalla lettura, da parte dell’attrice Cristina Campanile, di alcuni brani estratti dalle lettere della protagonista del libro: Rosa Luxemburg.

Videoriprese a cura di Cristopher Garaventa.

Sergio Dalmasso e Cristina Campanile

Sala Arci Cogoleto con Dalmasso e Cristina Campanile

Rosa Luxemburg

Lara Piccardo e Sergio Dalmasso a Genova

 

ATTAC.

Il 15 gennaio 1919 veniva assassinata a Berlino Rosa Luxemburg, il suo esempio e la sua opera offrono ancora materia di riflessione.

Ne parliamo con Lara Piccardo, docente presso Scienze Politiche – Università di Genova, e Sergio Dalmasso, autore di Una donna chiamata rivoluzione. Vita e opere di R. L., martedì 19 novembre alle 17.45 presso il Circolo Zenzero, Via Giovanni Torti 35 a Genova.

Rosa Luxembug. Lara Piccardo e Sergio Dalmasso a Genova

Copertina libro Rosa Luxemburg di Sergio Dalmasso

Attività editoriale di Lara Piccardo

Vicedirettore della rivista «De Europa», dal dicembre 2017.

Membro del comitato scientifico ed editoriale dell’«InternationalDemocracy Watch» del Centro Studi sul Federalismo di Moncalieri (Torino), http://www.internationaldemocracywatch.org/index.php, dal 1 aprile 2010.

Inoltre membro del comitato scientifico ed editoriale della rivista «Pespectives on Federalism» del Centro Studi sul Federalismo di Moncalieri (Torino), http://www.on-federalism.eu/index.php, dal 1 aprile 2008 al 31 dicembre2017.

Membro del comitato scientifico ed editoriale della rivista «BibliographicalBulletin on Federalism» del Centro Studi sul Federalismo di Moncalieri (Torino), http://www.federalism-bulletin.eu/User/, dal 1 aprile 2008 al 31 dicembre 2017.

Membro del comitato di redazione della rivista «DIREonline, rivista del Dipartimento di Ricerche Europee», dal 1° giugno 2003 al 30 giugno 2009.

Altre attività professionali

Componente della Commissione paritetica della Scuola di Scienze Sociali per la didattica e il diritto allo studio (CPS) dell’Università degli Studi di Genova per il biennio accademico 2017/2019 per il Corso di laurea magistrale in Scienze Internazionali e della Cooperazione.

Docente referente per il Corso di laurea magistrale in Scienze Internazionali e della Cooperazione dell’Università degli Studi di Genova.

Inoltre membro segretario della Commissione Cultori di materia Dipartimento di Scienze Politiche dall’a.a. 2015-2016 all’a.a. 2016-2017.

Membro della Commissione AQ del Dipartimento di Scienze Politiche dall’a.a. 2013-2014 all’a.a. 2015-16.

Membro della Commissione AVA del Dipartimento di Scienze Politiche dall’a.a. 2013-2014 all’a.a. 2015-2016

Anti-illuminismo della destra italiana

Figure come la giovane Anne Frank e l’anziana senatrice Liliana Segre vengono derise e offese dai sostenitori, noti e ignoti, della destra italiana.

Anti-illuminismo della destra italiana. Liliana Segre con il padre

Figure come la giovane Anne Frank e l’anziana senatrice Liliana Segre vengono derise e offese dai sostenitori, noti e ignoti, della destra italiana non già e non tanto per se stesse, per quello che sono, cioè come vittime della Shoah, ma per quello che esse rappresentano, ossia per la loro ebraicità.

È questo l’aspetto più inquietante della questione, perché ancora una volta, nonostante la dura lezione del recente passato, si indulge a prendersela non con le persone, con i singoli individui, bensì con la loro presunta razza.

Da questo atteggiamento platealmente razzista, si desume che il fondamento della destra italiana, benché non lo si dica ancora apertamente, è rimasto immodificato: è rimasto cioè nostalgicamente fascista, perché continua ad opporsi a uno dei principi dell’Illuminismo, a uno dei cardini dell’etica kantiana, che dice di

trattare le persone sempre come un fine e mai come un mezzo.

Ebbene, umiliando e sfregiando l’immagine simbolica di quelle due persone, la destra fascista italiana non fa altro che usarla come mezzo per ribadire ancora una volta, dopo quasi un secolo dalla marcia su Roma, che il progetto illuminista e internazionalista, filocomunista e filoebraico, insomma il programma democratico che la sinistra, assieme alle altre forze antifasciste, ha voluto attuare in Italia con la sua bella Costituzione democratica e repubblicana, è e resta un progetto sbagliato.

E ciò, secondo questa destra, esprime un giudizio che, nonostante i contorcimenti istituzionali sempre più difficoltosi e i giochi di palazzo, gli Italiani confermano quasi ad ogni turno elettorale.

Sarebbe pertanto auspicabile e legittimo per questa destra restaurare il progetto antitetico ad esso, ossia quello sovranista e neonazionalista, populista e neofascista, e quindi antidemocratico.

In tutto il mondo, peraltro, a partire dalle vecchie e dalle nuove superpotenze, non mancano i modelli a cui ispirarsi e da cui, sfruttando la naturale dialettica tra esse, ottenere eventuali sostegni concreti.

Ma per tornare al nostro strano Paese, che, da par suo, saprà certo plasmarsi un modello ad esso adeguato, magari sulla falsa riga del suo vecchio prototipo, l’auspicio è che questa nuova e probabile alleanza, questo nuovo asse, al quale orgogliosamente i sovranisti italiani credono di appartenere, non generi gli stessi risultati disastrosi che ha innegabilmente prodotto il precedente asse, sia sul piano militare che su quello economico.

La domanda pertanto è: vogliamo di nuovo diabolicamente ricadere nello stesso errore?

Se la risposta è sì, sappiamo già perlomeno quello che ci attende. Ma se la risposta è no, allora una sola cosa sembra ci resti da fare per salvarci da questa possibile sciagura – Kant, l’illuminista, l’autore del saggio sulla Pace perpetua, il filosofo il cui intero arco di vita è stato contrassegnato da continue guerre, lo sapeva bene: insistere sulla cultura.

Perché solo cittadini privi di memoria storica, di senso critico e di sensibilità possono assecondare propensioni miopi come quella stimolata ad arte dalla solita destra italiana fascista e velleitaria.

Se la nostra risposta è no, allora tra le priorità di governo, crisi o non crisi, ci deve essere assolutamente il sostegno all’istruzione e alla cultura.

Giacché solo la cultura ci può salvare da questo putridume, da questa china arida e scivolosa.

Franco Di Giorgi

1 novembre 2019

Download articolo Anti-Illuminismo della destra italiana:

Download “Anti-Illuminismo della destra italiana (di F. Di Giorgi)” Lanti-Illuminismo-della-destra-italiana.pdf – Scaricato 16913 volte – 191,36 KB

Analisi voto europee

Analisi a caldo del voto europeo della lista “la sinistra”

Un (lungo) ragionamento sull’ennesima sconfitta politica- sociale- elettorale.

 

Non ho mai avuto alcuna speranza su un risultato positivo della lista alle europee.

– Costruita tardi.

– con rottura in una piccola area.

– con candidature belle e ricche, ma del tutto sconosciute.

– con un programma ampio, ma privo di una idea forte, centrale, che permetta di identificarsi in un progetto (Salvini: ordine, migrazione, Silvio: Tasse, Grillo: onestà, PD opposizione al sovranismo, Verdi: ambiente…).

Ricordo che gli animalisti hanno la metà dei nostri voti e in Francia sono pari al PCF.

– con assenza di una figura centrale, in una politica stupidamente personalizzata (si guardi il dato di Bonino).

A questo si aggiungono errori frontali:

– assenza di un lavoro comune nel periodo (non un mese) precedente le elezioni

– proposta di “ingresso, fusione, federazione(?) con PaP, con invito, per settimane, ad iscriversi e poi improvviso “Contrordine compagni”.

– polemiche inutili e incomprensibili. La lettera di Acerbo su PaP era corretta formalmente, ma errore frontale perché ha accresciuto l’immagine di formazioni rissose che discutono su temi del tutto incomprensibili ai comuni mortali.

– Modificazione di simbolo ad ogni scadenza, almeno dieci diversi negli ultimi anni, con totale disorientamento anche dei/delle più fedel* e volenteros*.

– Assenza, in questo, di elementi di identità, legati alla nostra storia.

Lo avevo detto, lo scorso anno per PaP (simbolo e nome che ripeteva- per i vecchi- gli errori di NSU), lo ho proposto quest’anno chiedendo che nella parte bassa fossero inseriti i simboli di Rifo, SI, Altra Europa.

Si rifletta, vedendo anche il risultato del PC di Rizzo.

– L’errore totale di formazioni e gruppi che sono rimasti sull’Aventino e non hanno compreso il peso di una ennesima sconfitta, non cancella errori e logiche gravissime.

Resta il dato drammatico – che ha colpito anche il PC francese – di una campagna elettorale non egualitaria, con giornali e TV asserviti alle forze maggiori.

Il 90% di chi ha votato non ha neanche saputo della nostra esistenza.

Non ne abbiamo la forza, ma la prima questione sarebbe chiedere una reale “par condicio” su tutte le reti TV.

E’ difficile, ovviamente, reggere dopo una ennesima sconfitta e la depressione che produce.

Piccole ipotesi:

– non sfasciare quella parziale unità che si è costruita (tardi e male), ma allargarla e proiettarla sulle prossime scadenze.

– proporre un accordo sui temi centrali (lavoro, questione sociale, ambiente, difesa degli spazi democratici, questioni internazionali) alle formazioni politiche, sociali, culturali che non intendono cancellare una storia e una presenza che tanto ha dato al nostro paese.

– non ripetere l’errore letale di cinque anni fa, quando dopo il 4% miracolosamente raggiunto e le speranze suscitate, l’unità si è spezzata (credo che SEL- SI dovrebbe battersi il petto).

Avere il discorso dell’unità e di una discussione aperta, ma non paralizzante, come centro di tutte le nostre iniziative, a cominciare dalle piccole feste (anche se nulla abbiamo da festeggiare).

Occorre, in loco, cominciare subito con una assemblea aperta.

– Non disperdere, come troppe volte si è fatto, le poche energie raccolte, a cominciare dai firmatari dell’appello.

La realtà che viviamo è tremenda: in Francia è in testa l’erede della repubblica di Vichy, nell’est Europa dominano le forze reazionarie, razziste, antisemite (qualcun* dovrebbe riflettere sui danni indotti da 40 anni di socialismo reale), in Spagna, forze nostalgiche del franchismo spingono a destra la destra classica, in Italia la Lega interpreta le peggiori tendenze e paure del paese (una nuova “autobiografia della nazione”), raccogliendo egemonicamente il voto popolare, il fascismo è sdoganato, in una divisione di compiti tra governo e opposizione (Casa Pound).

Senza una sinistra capace e propositiva , che riparta dai fondamentali, la necessità di opporsi alla destra non uscirà dai limiti di esperienze precedenti.

Il fallimento del centro- sinistra in Italia, dei governi socialisti in Francia (per non parlare della Grecia) ripropone questa necessità di cui parliamo da anni.

Credo che ogni volta sia più difficile e faticoso, ma occorrerebbe discuterne.

Chiedo scusa se lo sproloquio è troppo lungo e ringrazio chi ha avuto la forza e il coraggio di arrivare sino in fondo.

Sergio Dalmasso

Facebook, 27 maggio 2019