La Comune di Parigi

I 150 anni della Comune di Parigi

L’Unigramsci sezione di Genova ha trasmesso in diretta YouTube (18 maggio 2021) il seminario sulla Comune di Parigi con intervento del prof. Sergio Dalmasso.

Seminario moderato da Giovanni (detto Gianni) Ferretti autore del libro: A sinistra di Internet pubbicato nel quaderno CIPEC numero 66.

Download “Quaderno CIPEC 66 (Libro a sinistra di Internet di Gianni Ferretti)” Quaderno-CIPEC-Numero-66.pdf – Scaricato 18172 volte – 3,84 MB

La Comune

“La Comune di Parigi è la forma di organizzazione autogestionaria, di stampo socialista libertario, che assunse la città di Parigi dal 18 marzo al 28 maggio 1871.

È considerata la prima grande esperienza di autogoverno della storia contemporanea.

A seguito delle sconfitte militari sofferte dalla Francia nella guerra franco-prussiana contro la Prussia, il 4 settembre 1870 la popolazione di Parigi impose la proclamazione della Repubblica,

contando di ottenere riforme sociali e la prosecuzione della guerra.

Quando il governo provvisorio deluse le sue aspettative e l’Assemblea nazionale, eletta l’8 febbraio 1871, impose la pace e minacciò il ritorno della monarchia, il 18 marzo 1871 Parigi insorse,

cacciando il governo Thiers, che aveva tentato di disarmare la città, e il 26 marzo elesse direttamente il governo cittadino, sopprimendo l’istituto parlamentare.

La Comune, che adottò a proprio simbolo la bandiera rossa, eliminò l’esercito permanente e armò i cittadini, stabilì l’istruzione laica e gratuita, rese elettivi e revocabili i magistrati e tutti i funzionari,

retribuì i funzionari pubblici e i membri del Consiglio della Comune con salari prossimi a quelli operai,

favorì le associazioni dei lavoratori e iniziò l’epurazione degli oppositori, quali i cittadini fedeli al Governo legittimo e i rappresentanti religiosi.

L’opera della Comune fu interrotta dalla reazione del governo e dell’Assemblea nazionale, stabiliti a Versailles.

Iniziati i combattimenti nei primi giorni di aprile, l’esercito comandato da Mac-Mahon pose fine all’esperienza della Comune,

entrando a Parigi il 21 maggio e massacrando in una settimana almeno 20.000 parigini compromessi con la rivolta durante la cosiddetta semaine sanglante, settimana sanguinosa.

Seguirono decine di migliaia di condanne e di deportazioni, mentre migliaia di parigini fuggirono all’estero. “

La Comune di Parigi, Procamazione della Repubblica Parigi
Fonte Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Comune_di_Parigi_(1871)

Incontro Rosa Luxemburg

Incontro Luxemburg – Il circolo di Rifondazione Comunista levante savonese ha organizzato il 26 aprile 2021 un evento sulla figura di Rosa Luxemburg in diretta facebook.

L’evento online su Rosa Luxemburg è stato presentato da Martin Zanchetta segretario del circolo levante savonese intitolato alla grande rivoluzionaria polacca.

È stato moderato da Franco Zunino del Partito della Rifondazione comunista di Savona.

Ha avuto come relatori: Paolo Ferrero vicepresidente del Partito della Sinistra Europea e il prof. Sergio Dalmasso autore del libro: Una donna chiamata rivoluzione. Vita e opere di Rosa Luxemburg.

Incontru su Rosa Luxemburg, copertina libro di Sergio Dalmasso

***

Canale YouTube Sergio Dalmasso

La varietà di argomenti presenti nei video del canale Sergio Dalmasso crea un ambiente educativo e informativo che copre una vasta gamma di temi, contribuendo così a una comprensione più profonda della storia e della società.

Sergio Dalmasso emerge come una guida autorevole, fornendo non solo informazioni storiche accuratamente documentate, ma anche interpretazioni illuminate che stimolano la riflessione critica.

Il canale rappresenta una piattaforma imprescindibile per chiunque desideri approfondire la propria comprensione della storia e della politica attraverso la prospettiva di un esperto appassionato.

Il digitale come ci cambia
Il digitale, come ci cambia. A sinistra di Internet Giovanni Ferretti

Il digitale, come ci cambia?

Giovanni Ferretti

Due indagini condotte nel 20181 affermano che circa il 40% dei giovani tra i 18 e 29 anni dicono di essere on-line quasi costantemente, al pari del 36% delle persone di età compresa tra i 36 e i 49 anni.

Nella Generazione Z, cioè quella dei ragazzi nati tra il 1995 e il 2010, la percentuale risulta ancora incrementata: il 95% di loro usa uno smartphone, e il 45% sostiene di farlo quasi costantemente.

Benessere e felicità personali sono strettamente connessi alla possibilità di avere un’attività comunicativa on-line.

Shoshana Zuboff, nel proprio libro Il capitalismo della sorveglianza, afferma che gli I-like di Facebook sono diventati la cocaina della nuova generazione, sono come scariche di dopamina. 

Già nel 1993, Derrick de Kerckhove, nel libro Brainframes, parla di psicotecnologie: il telefono, la radio, la televisione, i computer, i satelliti modificano le relazioni all’interno del tessuto sociale; questo significa che essi ristrutturano e modificano le caratteristiche psicologiche dei singoli.

Venendo ad epoca più recente, i social media, Facebook innanzitutto,

alterano la presentazione del sé, aggravano l’incapacità dei ragazzi di sviluppare un io pienamente indipendente, fanno perdere la capacità di stare da soli, la capacità di vedere gli altri come soggetti separati e indipendenti.

A seguito di ciò, statisticamente parlando, aumenta la necessità di costruire la propria identità e la propria personalità esclusivamente in funzione del gradimento degli altri, talvolta sostituendo la realtà percepita del sé con i simulacri degli avatar.

Esistono studi svolti in ambito scolare che evidenziano come gli alunni non siano più capaci di guardare negli occhi, che siano indifferenti al linguaggio dei corpi, che non capiscano quando feriscono qualcuno e che siano incapaci di costruire amicizie basate sulla fiducia. 

Un’altra indagine2, questa volta operata su studentesse universitarie, ha evidenziato che nell’ultimo periodo, caratterizzato da una crescita esponenziale del tempo che viene trascorso dai giovani sui social media, è aumentata quella che viene definita la paura del botta e risposta, del non preparato, che è propria del dialogo, con una conseguente fuga dai contatti personali diretti.

Questo conduce a un vero e proprio analfabetismo emotivo.

I tempi della chat permettono di controllare le proprie emozioni, con l’aggravante che in rete si è quello che si vuole essere: aumenta il narcisismo, si perdono inibizioni e, come già accennato, si rileva una maggiore incapacità di interessarsi ai problemi degli altri;

un mondo distonico, privo di empatia, come reazione alla paura di essere inadeguati, soprattutto fisicamente (lo shame of body, la vergogna del corpo) e, soprattutto, il FOMO (dall’acronimo Fear of missing out), paura del non esserci, del perdere qualcosa, che poi è la molla che rende così appetibili i social network.

Nel 2007, Barry Wellman, parlando di Villaggio Globale3,

definisce la comunità come la rete dei legami interpersonali che forniscono appoggio, informazioni, senso di appartenenza e, quindi, anche identità sociale.

Fino a poco tempo fa tutto questo era dato dalla prossimità di luogo: la casa, i lavoro, il paese.

Oggi al centro della comunità c’è la rete di contatti della singola persona, contatti sviluppati soprattutto per senso di appartenenza e di interesse. Anche in questo caso si evidenzia come il singolo si trinceri sempre più in comunità di simili e si precluda il confronto e l’ibridazione sociale e culturale.

Al centro della comunità non c’è più il paese, la piazza, il condominio, bensì il computer e quello che Howard Rheingold definisce il telecomando della vita: il telefonino.

1 Perrin e Jiang, “About a quarter of U.S. adults …”, Pew Research Center, 14 marzo 2018; Monica Anderson e Jingjing Jiang, “Teens, social media & technology 2018”, Pew Research Center, 31 maggio 2018.

2 Sherry Turkle: indagine su studentesse Baylor University – su Internazionale, marzo 2016.

Intervista a Sergio Dalmasso Lelio Basso

Sergio Gavino Contu di “per Riconquistare l’Italia” intervista Sergio Dalmasso, professore, scrittore e storico del movimento operaio, Lelio Basso video.
Parleremo di Lelio Basso attraverso il suo pensiero e le sue idee: un grande protagonista della storia del ’900 in Italia.
A Lelio Basso si deve, tra le altre cose, la grande divulgazione delle opere di Rosa Luxemburg in Italia.
Fu uno dei padri della Costituzione Repubblicana, autore e coautore in particolare degli art. 3 e 49.
Lelio Basso – la ragione militante: vita ed opere di un socialista eretico” di Sergio Dalmasso ed. Red Star Press, Roma 2018.
Download “Primo capitolo del libro Lelio Basso” Capitolo1-Lelio-Basso-La-ragione-militante.pdf – Scaricato 32273 volte – 308,09 KB
Lo si può acquistare anche su Amazon al seguente:
Lelio Basso video e copertina libro
e-mail : info@lacostituzione.org
***
La fede di un laico, in Alfonso Botti (a cura), Storia ed esperienza religiosa, Urbino, QuattroVenti,
2005.
Download “La fede di un laico. Dimensione religiosa, questione cattolica e democristiana nel pensiero e nell’opera di Lelio Basso” La-fede-di-un-laico-Storia-ed-esperienza-religiosa.pdf – Scaricato 17143 volte – 194,39 KB
Lelio Basso: un maestro scomodo
Download “Lelio Basso: un maestro scomodo (di S. Dalmasso)” Calendario-del-Popolo-N.-602-Lelio-Basso-un-maestro-scomodo.pdf – Scaricato 19643 volte – 109,47 KB
**

Alcune informazioni da wikipedia su Lelio Basso

Da WIKIPEDIA: “Basso era uno dei fascinatori del Psi. Aveva scritto un libro di successo, Il Principe senza scettro, e si atteggiava a Lenin italiano (cui un poco somigliava) ricalcandone le mosse. Era un oratore formidabile, capace di battute e di ironia a non finire: una voce morbida, flessuosa, un po’ femminile che persuadeva e incantava. Le donne lo adoravano e lui adorava le donne.

La vita di Lelio Basso fu una miscela di attività e ricerca intellettuale, unita alla ricerca di uno strumento politico efficiente, il tutto su scala internazionale.

In qualità di esperto ed interprete del lavoro di Marx, egli adottò un approccio originale nella sua rielaborazione della visione del socialismo e attinse a diverse linee di pensiero che venivano dalla sfera del pensiero democratico, nel significato più ampio possibile del termine (la tradizione democratica francese, il “socialismo accademico” tedesco, il pensiero socialista italiano e gli Austromarxisti).

Durante il suo internamento egli lesse le opere di Rosa Luxemburg e lavorò poi instancabilmente, per promuovere una consapevolezza critica del suo pensiero in Italia.

Una approfondita ricostruzione del suo itinerario politico è stata fornita dallo storico Giancarlo Monina, anche grazie alle testimonianze dei parenti e alla documentazione disponibile presso la Fondazione Basso.

Nascita del PCI

Sergio Contu intervista Sergio Dalmasso su Nascita PCI (Partito Comunista Italiano)

 

Nascita PCI Livorno

Delegati al teatro Goldoni di Livorno durante il XVII congresso del Partito Socialista Italiano

 

Nascita PCI

 

Sergio Contu videointervista su “La nascita del P.C.I. nel 1921 al XVII congresso del P.S.I.” a Sergio Dalmasso storico del movimento operaio:

Il Partito Comunista Italiano (PCI) è stato un partito politico italiano di sinistra, nonché il più grande partito comunista dell’Europa occidentale.

Venne fondato il 21 gennaio 1921 a Livorno con il nome di Partito Comunista d’Italia come sezione italiana dell’Internazionale Comunista in seguito al biennio rosso, alla rivoluzione d’ottobre e alla separazione dell’ala di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata tra gli altri da Nicola Bombacci, Amadeo Bordiga, Onorato Damen, Bruno Fortichiari, Antonio Gramsci e Umberto Terracini al XVII Congresso del Partito Socialista Italiano.

Durante il regime fascista, che dal 1926 lo costrinse alla clandestinità e l’esilio, ebbe una storia complessa e travagliata all’interno dell’Internazionale Comunista negli anni venti e trenta, al termine della quale nel 1943 divenne noto come Partito Comunista Italiano.

Durante la seconda guerra mondiale assunse un ruolo di primo piano a livello nazionale, promuovendo e organizzando con l’apporto determinante dei suoi militanti la Resistenza contro la potenza occupante tedesca e il fascismo repubblicano.

Il segretario Palmiro Togliatti attuò una politica di collaborazione con le forze democratiche cattoliche, liberali e socialiste, propose per primo la «via italiana al socialismo» ed ebbe un’importante influenza nella creazione delle istituzioni della Repubblica Italiana.

Fonte Wikipedia

L’attualità del pensiero di Gramsci

 Intervengono Sergio Dalmasso e Giordano Bruschi.

Moderatrice Cecilia Balbi.

Intervento iniziale di Pino Cosentino.

Locandina Attualità del pensiero di Gramsci

L’Attualità del pensiero di Gramsci, temi del primo incontro:

“Vita e opere di Gramsci” con Sergio Dalmasso

“L’incontro con Gramsci della generazione della resistenza” con Giordano Bruschi

Video su L’attualità del pensiero di Gramsci:

Ciclo di incontri promosso da APS Consorzio Zenzero, Attac Genova, ANPI Sezione Genova S. Fruttuoso, Goodmorning Genova, Il Ce.Sto.

Primo incontro, martedì 20 ottobre 2020.

In diretta dal circolo ARCI Zenzero di Genova.

“Vita e opere di Gramsci” con Sergio Dalmasso storico del movimento operaio.
“L’incontro con Gramsci della generazione della resistenza” con Giordano Bruschi Partigiano e insignito della medaglia il Grifo d’oro massima onorificenza della città di Genova

Introduce Cecilia Balbi del Circolo Zenzero.

Tecnico audio Stefano Gualtieri

Tecnico video Dimitri Colombo

Conferenza trasmessa in diretta streaming il 20 ottobre 2020 su Facebook da Goodmorning Genova.

“Il consiglio comunale di Genova, minoranza e maggioranza – esclusi i consiglieri di Fratelli D’Italia che hanno deciso di votare contro – ha detto sì alla proposta di assegnare il Grifo d’Oro, massima onorificenza cittadina, a Giordano Bruschi.

Il partigiano “Giotto”, che presto compirà 95 anni, è conosciuto come memoria storica della resistenza e del novecento genovese, ma anche per la sua esperienza politica, sempre a sinistra, nel Pci, per cui fu consigliere comunale, e poi come scrittore, ambientalista e come anima dei comitati della Val Bisagno.

Sull’assegnazione del Grifo a Bruschi il plauso della Camera del Lavoro di Genova e del segretario Igor Magni.

Magni: “Grande soddisfazione per questo importante riconoscimento a Bruschi che con il suo impegno di militanza, esercitato sempre, anche nei momenti più difficili, rappresenta un esempio per tutti noi.

Un abbraccio fraterno da tutte e tutti noi della Cgil di Genova”. ”

Quaderno 66

Il Quaderno numero 66 contiene il libro

A SINISTRA DI INTERNET di Giovanni Ferretti

Download “Quaderno CIPEC 66 (Libro a sinistra di Internet di Gianni Ferretti)” Quaderno-CIPEC-Numero-66.pdf – Scaricato 18172 volte – 3,84 MB

In anticipo, largo, sulla stampa cartacea – a cura del Centro Stampa della Provincia di Cuneo – si rende disponibile il quaderno cipec 66.

Contiente anche alcune recensioni del libro di Sergio Dalmasso su Lucio Libertini e un saggio di Sergio Dalmasso su Rodolfo Morandi.

Quaderno CIPEC Numero 66

Premessa, a sinistra di internet

Queste righe, lungi dal volersi ritenere complete ed esaustive, propongono un compendio degli studi relativi alle conseguenze provocate dall’impatto del digitale sulle nostre vite: scorrono sulle modifiche in atto in alcuni assetti psicologici, antropologici e sociali, e affrontano il rapporto tra digitale, economia e capitalismo del controllo, mettendo in risalto il ruolo del digitale nella creazione del consumo, del consenso e del controllo sociale.

Il testo, anche se di taglio per lo più sociologico, ha la presunzione di avanzare alcune analisi politiche; queste prendono spunto dal lavoro di diversi studiosi, alcuni dei quali potrebbero non gradire l’accostamento alla sinistra, presupposto nel titolo, soprattutto se accostata ad aggettivi quali radicale o anticapitalista 1: pur avendo provato ad essere accurato nelle citazioni, la loro selezione e il filo logico utilizzato per collegarle tra loro è ovviamente di esclusiva mia responsabilità.

Gap generazionale

Vale la pena puntualizzare che le analisi che vengono riportate e le statistiche sulle quali si basano, sono fortemente influenzate da quello che potremmo definire gap generazionale: è chiaro che l’impatto dei media digitali, soprattutto sul nostro modo di interpretare il rapporto con il nostro prossimo, è molto diverso se riferito alle generazioni Y (nati dopo il 1981, cresciuti con il web, creato nel 1991) e Z (i digital native, nati dopo 1995) o, viceversa, se osservato nelle generazioni maturate nel secolo ventesimo.

I ragazzi non leggono i giornali cartacei

Un esempio: i ragazzi di oggi difficilmente comprano giornali; quelli più sensibili sono comunque orientati a consultare giornali on-line o, più spesso, aggregatori di notizie tipo Google News.

Questo ovviamente non vale per persone che hanno più di 50-60 anni: troveremo anche tra di loro fruitori delle news on-line ma statisticamente il loro numero sarà molto meno rilevante.

Più in generale, possiamo cinicamente dire che ogni persona che muore è un fruitore di tecnologia broadcast (TV tradizionale, radio…), mentre ogni persona che nasce sarà fruitore di tecnologie di nuova generazione (streaming, podcasting, social o altro che sia o che sarà).

Nota

1 Anche se c’è da chiedersi che cosa sia una sinistra non anticapitalista.

Giovanni Ferretti

Nella foto seguente la figlia di CHE GUEVARA Aleida con Giovanni Ferretti:

Lettura Luxemburg

Conferenza lettura su Rosa Luxemburg

Lettera dal carcere alla signorina Jacob

Oggi ho fatto una passeggiata, al sole, e sto un po’ meglio.

Ieri ero pronta a lasciare in un sol botto questa maledetta politica,

o meglio questa cruenta parodia della vita politica che conduciamo e, a mandare a quel paese il mondo intero.

Una specie di idiota culto di Baal e niente altro in cui si sacrificano intere vite umane alla propria frenesia al proprio muco intellettuale.

Se credessi in dio sarei certa che ci castigherebbe severamente.

La mia tomba, come la mia vita, non recherà tracce di frasi altisonanti.

Sulla mia lapide voglio che si leggano solo due sillabe: Zvi-zvi.

Dalmasso e CampanileÈ il richiamo delle cinciallegre che so imitare tanto bene da farle accorrere subito.

Pensi, da qualche giorno – in questo zvi-zvi – che di solito scintilla chiaro e acuto nell’aria come un ago d’acciaio, c’è un minuscolo trillo, una piccolissima nota di petto.

E, sa – signorina Jacob – cosa significa questo?

È il primo lieve trasalire della primavera imminente, nonostante la neve, il gelo e la solitudine; noi – le cinciallegre e io – crediamo la primavera in arrivo e, se per troppa impazienza non la dovessi vivere, non dimentichi che sulla mia lapide non deve esserci altro che zvi-zvi.

Abbraccio Lei e Mimì, con una terribile nostalgia.

Rosa Luxemburg

***

Presentazione presso il circolo Arci di Cogoleto del libro di Sergio Dalmasso “Una donna chiamata rivoluzione”, dedicato alla vita e alle opere di Rosa Luxemburg.

La presentazione con l’autore del libro Sergio Dalmasso (15 febbraio 2020) è stata arricchita dalla lettura, da parte dell’attrice Cristina Campanile, di alcuni brani estratti dalle lettere della protagonista del libro: Rosa Luxemburg.

Videoriprese a cura di Cristopher Garaventa.

Sergio Dalmasso e Cristina Campanile

Sala Arci Cogoleto con Dalmasso e Cristina Campanile

Rosa Luxemburg

Lara Piccardo e Sergio Dalmasso a Genova

 

ATTAC.

Il 15 gennaio 1919 veniva assassinata a Berlino Rosa Luxemburg, il suo esempio e la sua opera offrono ancora materia di riflessione.

Ne parliamo con Lara Piccardo, docente presso Scienze Politiche – Università di Genova, e Sergio Dalmasso, autore di Una donna chiamata rivoluzione. Vita e opere di R. L., martedì 19 novembre alle 17.45 presso il Circolo Zenzero, Via Giovanni Torti 35 a Genova.

Rosa Luxembug. Lara Piccardo e Sergio Dalmasso a Genova

Copertina libro Rosa Luxemburg di Sergio Dalmasso

Attività editoriale di Lara Piccardo

Vicedirettore della rivista «De Europa», dal dicembre 2017.

Membro del comitato scientifico ed editoriale dell’«InternationalDemocracy Watch» del Centro Studi sul Federalismo di Moncalieri (Torino), http://www.internationaldemocracywatch.org/index.php, dal 1 aprile 2010.

Inoltre membro del comitato scientifico ed editoriale della rivista «Pespectives on Federalism» del Centro Studi sul Federalismo di Moncalieri (Torino), http://www.on-federalism.eu/index.php, dal 1 aprile 2008 al 31 dicembre2017.

Membro del comitato scientifico ed editoriale della rivista «BibliographicalBulletin on Federalism» del Centro Studi sul Federalismo di Moncalieri (Torino), http://www.federalism-bulletin.eu/User/, dal 1 aprile 2008 al 31 dicembre 2017.

Membro del comitato di redazione della rivista «DIREonline, rivista del Dipartimento di Ricerche Europee», dal 1° giugno 2003 al 30 giugno 2009.

Altre attività professionali

Componente della Commissione paritetica della Scuola di Scienze Sociali per la didattica e il diritto allo studio (CPS) dell’Università degli Studi di Genova per il biennio accademico 2017/2019 per il Corso di laurea magistrale in Scienze Internazionali e della Cooperazione.

Docente referente per il Corso di laurea magistrale in Scienze Internazionali e della Cooperazione dell’Università degli Studi di Genova.

Inoltre membro segretario della Commissione Cultori di materia Dipartimento di Scienze Politiche dall’a.a. 2015-2016 all’a.a. 2016-2017.

Membro della Commissione AQ del Dipartimento di Scienze Politiche dall’a.a. 2013-2014 all’a.a. 2015-16.

Membro della Commissione AVA del Dipartimento di Scienze Politiche dall’a.a. 2013-2014 all’a.a. 2015-2016

Libertà di insegnamento

La crisi delle istituzioni e la libertà di insegnamento

 

di Franco Di Giorgi

Libertà di insegnamento

Alle Istituzioni di un Paese alle prese con una crisi sistemica (propria cioè del sistema capitalistico) che non sa come fronteggiare e che non riesce strutturalmente a risolvere e a superare (una crisi che lo relega ormai da più di un decennio fra gli ultimissimi posti tra gli Stati membri dell’Unione europea), di un Paese che non sembra visibilmente capace di uscire dalla recessione in cui quella crisi l’ha gettata, soprattutto per l’enorme peso del debito pubblico accumulato e che continua ad accumulare;

a queste Istituzioni che, proprio a causa della loro inettitudine gestionale e soprattutto progettuale, vengono da tempo irrise e sbeffeggiate sia dalle loro omologhe europee sia dalla stessa cittadinanza mugugnante di cui dovrebbe occuparsi, specie quando si atteggiano e si incarnano in figure come quella del “cavaliere della libertà” o del “capitano di ventura” e in ogni caso in quella del “Robin Hood” al contrario;

ebbene, a queste Istituzioni così piene di livore verso se stesse in ragione proprio di questa loro inabilità, a cui non resta che fare i forti con i deboli, a queste Istituzioni, insomma, viene spontaneo punire la classe degli insegnanti.

Perché dopo aver ridotto quasi al silenzio operai e pensionati, con i loro rispettivi sindacati, depotenziata e impoverita la classe media, stanno tentando da un po’ di tempo a questa parte (almeno dall’inizio del nuovo millennio, piano piano, un po’ alla volta, per non lasciar intravedere il disegno demolitivo e disintegrante) di spegnere il libero pensiero critico nei giovani, nei cosiddetti “millennials”, e quindi, ovviamente, principalmente nelle scuole:

stanno in altre parole cercando di cancellare quella stessa libertà di insegnamento e di formazione che la nostra Costituzione sancisce all’articolo 33.

Giacché è qui, è solo qui, nelle scuole, che nonostante tutto, nonostante cioè il loro sfascio ormai manifesto, il loro lento ma inesorabile deragliamento, è soltanto qui, nelle scuole, che sopravvive a fatica la possibilità di progettare e costruire il futuro di un qualsiasi Paese, è solamente qui che si formano individui pensanti e cittadini consapevoli.

Senza dei quali non resta che la squallida miseria del presente, che è prodotto o dell’assenza atrofica o dell’eccesso ipertrofico di memoria, è prodotto dello svuotamento dei contenuti progettuali per il futuro, cioè della stessa possibilità di concepire e di immaginare un futuro.

Le Istituzioni sanno bene dell’esistenza e delle potenzialità insite in questa libertà che la Costituzione (frutto della Resistenza) prevede e conferisce all’insegnamento e alla scuola.

Ed è per questo che, anche con il pretesto spiazzante dell’inarrestabile rivoluzione tecnologica, vorrebbero spegnerla. C’è dell’incompiuto, diremmo con Paul Ricoeur, nella nostra Resistenza, nella nostra Costituzione, come pure nel nostro ’68.

Un incompiuto che andrebbe compiuto.

In questo senso, diceva, il filosofo francese, bisogna fare non solo storia, ma fare la storia: bisogna compiere la storia incompiuta.

***

***

Articolo 33 della Costituzione italiana:

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sulla istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad essa piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

È prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

***

p.s. Su “Scenari di Mimesis” potete trovare invece un mio lungo commento (in due parti) alla serata eporediese che Cacciari ha dedicato al tema dell’Europa.