Julia e il Caimano
di Danilo Zannoni
(Tratto dal Quaderno CIPEC N. 65 contenente una raccolta di novelle di Danilo Zannoni.)
Caio nuotava lento controcorrente, si era allontanato dal branco, era troppo vecchio per accoppiarsi, e non aveva voglia di azzuffarsi con i giovani caimani che esibivano ancora le strisce gialle sul dorso.
Era un vecchio caimano e zuffe d’amore ne aveva fatte anche troppe, e pensò, non scevro di godimento, le aveva vinte tutte.
Nuotava con la testa semiaffondata nell’acqua limacciosa del fiume, cercava qualcosa, era inquieto.
Impattò in un branco di piragna, quando era giovane sarebbe partito implacabile ed avrebbe fatto una scorpacciata, ma ormai aveva sette anni, si limitò a mangiare quelli che erano sulla sua rotta e proseguì verso l’isola, che iniziava a vedere non troppo lontana. Lui non poteva saperlo ma ormai giugno stava finendo e presto sarebbe iniziato luglio, il mese degli accoppiamenti.
Per quanti anni, quel passaggio lo aveva eccitato?
Quanti figli aveva messo al mondo dopo amplessi torridi e gratificanti?
Ma questo era il passato, ora voleva rimanere da solo e pensare.
Finalmente si spiaggiò sull’isola.
Il sole stava sorgendo lento ed implacabile all’orizzonte.
Si tirò sul bagnasciuga, chiuse gli occhi e si lasciò andare al flusso dei suoi pensieri. «Perché sono nato, cosa devo fare, perché mi sento così vicino al buio, al non essere più, perché ciò che mi piaceva e per cui godevo ora non mi interessa più?»
Le risposte non arrivavano e le domande si moltiplicavano, pianse sconsolato e, poco alla volta cadde nel sonno.
Qualche tempo dopo aprì un occhio perché gli prudeva, subito non riuscì a metterla a fuoco, era troppo vicina, poi trovò la regolazione giusta.
Una farfalla arancione era posata sul suo muso e suggeva avidamente le sue lacrime.
«E tu chi saresti» pensò.
«Escuceme mucho mio segnore, no la volevo disturbarla.»
Caio rimase un attimo interdetto.
«Es que la suas lagrima es mucho dulce e me dona fortezza»
Caio aprì anche l’altro occhio.
Sapeva benissimo che solo i caimani potevano parlare e sentir parlare un esserino così minuscolo lo aveva sconvolto.
«Scusa, ma tu parli?» disse.
La farfalla volò via in un attimo.
Caio pensò fra sé e sé: «Sono proprio vecchio, pensare di parlare con le farfalle».
Stava richiudendo gli occhi quando la farfalla tornò a posarsi sul suo muso.
La traguardò con entrambe le pupille, era bellissima, di un arancione carico, molto grande rispetto alle altre farfalle che aveva incontrato e sicuramente femmina.
Come lo pensò si dette dello scemo.
La farfalla aveva ripreso a succhiare le lacrime dall’altro occhio.
«Segnor grande, tu me spaventasti, troppo forte la tua voce, puoi sussurrar, por mi, te prei?»
Caio, sentendosi molto stupido rispose in un sussurro: «Mi chiamo Caio sono un vecchio caimano e non ho mai visto una cosa bella come te»
Ci fu un lungo silenzio.
«Io sono Julia, e ora capisco meglio ciò che dici – perché lo sussurri.
Vivo qui in quest’isola di lantane che me gustano da morir»
«Cosa sono le lantane» disse Caio, quasi ipnotizzato.
«Quelle piante lì» disse Julia, voltandosi verso l’isola.
«E perché bevi le mie lacrime» chiese in un sussurro Caio.
«Perché me gusta» rispose la farfalla.
«Ma ora devo andare» e si alzò in volo.
«Non andare, ti prego» sussurrò Caio.
«Devo, ma domani, sarò di nuovo qui, ci sarai tu?»
«Certo, ci sarò»
Julia era ormai lontana, oltre la riva del fiume.
Caio si trascinò in acqua e si lasciò portare dalla corrente verso la sua tana.
Incontrò banchi di piragna ma il suo appetito era appagato.
Tornò tutti i giorni all’isola e tutti i giorni tornava Julia, e si raccontavano tante cose. Caio le parlava della vita del fiume e dei mille animali che incontrava ed alle volte mangiava ogni giorno.
Julia gli parlava del mondo visto dall’alto e di come era la campagna che lei vedeva e che lui non avrebbe mai visto.
Passarono i mesi.
Poi un mattino Caio si sentiva così stanco da non farcela ad arrivare all’isola.
Il buio lo stava prendendo.
Ma doveva andare.
Nuotò contro corrente con tutte le sue forze ma si rese conto che non ce l’avrebbe mai fatta, stava albeggiando ed era ancora a metà strada.
«Devo vederla» si disse «per un ultima volta devo vederla.»
Ma era troppo stanco, la corrente iniziava a portarlo indietro.
«No!» urlò
Ed iniziò a nuotare freneticamente.
Poi vide lontano uno sfarfallìo, non poteva essere.
«Segnor grande, tu me spaventasti, troppo forte la tua voce, puoi sussurrar, por mi, te prei?»
Julia si posò sul suo muso, era stremata, la sua livrea era sbiadita, la sua voce flebile. «Finalmente.» sussurrò Caio
«Finalmente» sussurrò Julia.
«Vuoi succhiare una mia lacrima?» La pregò il caimano.
«Certo amore mio» rispose la farfalla.
I loro cuori smisero di battere all’unisono, mentre il fiume li portava lentamente al mare.
Dipinto di Alex Di Viesti.
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