Genova 14 dicembre 2019, presentazione del libro di Sergio Dalmasso, “Rosa Luxemburg : una donna chiamata rivoluzione” oltre all’autore interviene anche la Professoressa Lara Piccardo docente di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università di Genova e slavista.
Il pensiero politico di uno dei protagonisti del marxismo e del 20-esimo secolo, un personaggio consegnato all’oblio perché scomodo con la sua critica acuta, puntuale e profetica.
La degenerazione della rivoluzione russa ha provato incontestabilmente quello che lei aveva previsto sarebbe accaduto.
A cent’anni dal suo assassinio nel gennaio del 1919 (da parte dei Corpi Franchi (Frei Corps) milizie paramilitari di estrema destra) assieme al suo compagno di partito Karl Liebeneckt, il suo pensiero oggi attraversa, una fase di rivalutazione e d’interesse da parte di marxisti e non.
Quindi Rosa Luxemburg è non solo una grande protagonista del 20-esimo secolo, ma anche e soprattutto una donna eccezionale.
Il video della presentazione che ha per fonte: Sergio Contu – Attac è stato pubblicato online su Arcoiris TV in data 23 gennaio 2020.
A ricordare la figura di Rosa Luxemburg nei grandi media in Italia abbiamo soltanto il film di Margareth Von Trotta ROSA L. (considerato da Dalmasso un po’ minimalista per quanto riguarda il pensiero politico della Luxemburg che era d’elevatissimo spessore) trasmesso in lingua italiana nel 1986 da RAI 1 e divenuto nel frattempo raro, quasi introvabile; è disponibile su YouTube nel seguente link:
Il 18 gennaio 2020 si è svolta, presso il circolo PRC Antonio Gramsci Valpolcevera a Genova, una conferenza sull’attualità del pensiero di Antonio Gramsci.
Il relatore è il professore Sergio Dalmasso.
La sala del circolo è piccola, ma gremita di persone.
Il pubblico, purtroppo, con età media avanzata – anche se non manca qualche giovane – è fortemente interessato ad ascoltare lo stimato professore che da qualche anno dalla patria di Boves è ritornato nella patria dove nacque la mamma: Genova.
Il professore che certamente saprà dare loro qualche ulteriore chicca sul grande pensatore italiano, più tradotto e studiato nel mondo. L’amato pensatore comunista, Antonio Gramsci, a cui il circolo Valpolcevera è intitolato, il loro “nume tutelare” come detto dalla presentatrice della conferenza.
L’Altra Liguria ha predisposto finanche una diretta streaming con mezzi tecnologicamente carenti, con una scenografia scarsa rispetto ai video professionali a cui siamo abituati dai venditori, spesso del nulla, odierni.
Qui si è badato all’essenziale, al succo, alla storia, alla vita di Antonio Gramsci raccontata da Sergio Dalmasso come si raccontano le favole che poi diventano realtà, questa favola purtroppo con epilogo tragico.
E, comunque meritorio avere prodotto un video che ha fatto uscire dalla sala la conferenza, o come, ironicamente sottolinea Dalmasso, farà rimanere “in imperituro per i posteri” la conferenza e le parole in essa spese sulla vita del grande pensatore italiano; dirà Dalmasso “il più grande autore italiano del Novecento, come Leopardi è stato genio dell’Ottocento”.
Dalmasso, nonostante le sue precarie condizioni di salute, è un gigante quando parla – è come se facesse il suo ultimo discorso; diventa avido di parole – con cui vi saprebbe giocare fermandole, misurandole, collocandole nel contesto adatto e con il giusto ritmo – grazie alla sua cultura e dunque confidenza che con esse vi ha, supportata dalla molta esperienza del suo vissuto.
Ha portato con sé dei testi, che potrebbero servirgli, ma ha tutto in testa; vi leggerà poche cose: la lettera di Gramsci alla madre quando arrestato è una di queste, la più commovente e la voce del professore lo testimonia.
Ci vorrebbero ore a disposizione del Dalmasso perché si possa placare nella narrazione che in questo caso riduce, e con maestria adatta agli astanti.
Ma, sa che potrebbe annoiare – non lesina, quindi, qualche battuta, per spezzare la narrazione che è divenuta lezione frontale a cui oggi non si è più abituati, o si sopporta per poco tempo.
Un applauso, convinto, del pubblico conclude l’interessante serata, e un sorriso aleggia intorno al viso del professore, dello storico:Sergio Dalmasso, come l’aleggiare della brezza del mare sardo, il mare che vide Gramsci giovane,in una bella serata in cui egli soltanto sa essere anche la data del proprio compleanno.
Su Facebook, la notizia del suo compleanno si diffonde; Sergio non ama in genere celebrarli, almeno in pubblico. Se ne accorge quando apre il computer la sera tardi. Sono tanti gli auguri che riceve e non può che esserne felice, se li merita. Due giorni dopo gli tocca replicare e lo fa con il suo consueto stile, con la sua consueta modestia che nel caso in oggetto non avrebbe alcun luogo a esservi, ma con il vero dice:
“Ho ricevuto molti auguri per il mio compleanno
– dalla mia vecchia patria (Boves-Cuneo)
– dalla mia nuova patria (Genova)
– in qualche caso da Nizza (Francia) dove ho vissuto per qualche tempo
– – Gli anni sono tanti, direi troppi
– – La salute è quella che è e le prospettive non sono entusiasmanti
– – La situazione complessiva è drammatica e non dà grandi gioie.
In ogni caso, la vostra amicizia è molto importante e vi ringrazio sinceramente.”
Il massacro di Aigues-Mortes fu una serie di avvenimenti che si svolsero tra il 16 e il 17 agosto 1893 ad Aigues-Mortes, nella regione francese della Linguadoca-Rossiglione, e che causarono la morte di diversi immigrati italiani – in prevalenza piemontesi – impiegati nelle saline, per mano di lavoratori e popolani francesi.
Secondo gli storici, la strage fu causata dalla diffusione di una notizia falsa.
Gli eventi
Nell’estate del 1893 la Compagnie des Salins du Midi cominciò ad assumere lavoratori per la raccolta stagionale del sale dalle vasche di evaporazione delle saline.
Con la disoccupazione in aumento a causa della crisi economica europea, la prospettiva di trovare lavoro stagionale attirò più persone del solito.
Gli stagionali furono suddivisi in tre categorie: gli ardéchois (contadini, provenienti in molti casi, anche se non sempre, dal dipartimento rurale dell’Ardèche, che lasciavano i campi stagionalmente), i piémontais (italiani, provenienti da tutta l’Italia settentrionale e reclutati sul posto da caporali) e i trimards (vagabondi).
A causa delle politiche di reclutamento della Compagnie des Salins du Midi, i caporali erano costretti a formare squadre miste composte sia da francesi che da italiani.
La mattina del 16 agosto una rissa tra lavoratori delle due comunità degenerò rapidamente in una questione d’onore.
Nonostante l’intervento di un giudice di pace e della Gendarmerie nationale, la situazione peggiorò rapidamente.
Alcuni trimards raggiunsero la città di Aigues-Mortes e diffusero la falsa notizia che gli italiani avevano ucciso alcuni concittadini; la popolazione ed i lavoratori locali rimasti disoccupati andarono quindi ad ingrossare le file dei lavoratori francesi inferociti.
Un gruppo di italiani in città fu attaccato e si rifugiò in una panetteria, cui i francesi tentarono di dar fuoco. Il prefetto richiese l’invio di truppe intorno alle 4 del mattino del 17 agosto, ma queste giunsero in città solo alle 18, quando la strage si era già consumata.
Al mattino la situazione degenerò. I rivoltosi si diressero alle saline Peccais, dove era concentrato il maggior numero di lavoratori italiani.
Il capitano della Gendarmeria Cabley cercò di proteggere gli italiani, promettendo ai rivoltosi che avrebbe cacciato gli italiani una volta che fossero stati accompagnati alla stazione ferroviaria di Aigues-Mortes.
Proprio durante il trasferimento alla stazione, però, gli italiani furono attaccati dai rivoltosi, che i gendarmi non riuscirono a contenere, venendo linciati, bastonati, affogati o colpiti da armi da fuoco.
Il 15 gennaio 1919 veniva assassinata a Berlino Rosa Luxemburg, il suo esempio e la sua opera offrono ancora materia di riflessione.
Ne parliamo con Lara Piccardo, docente presso Scienze Politiche – Università di Genova, e Sergio Dalmasso, autore di Una donna chiamata rivoluzione. Vita e opere di R. L., martedì 19 novembre alle 17.45 presso il Circolo Zenzero, Via Giovanni Torti 35 a Genova.
Vicedirettore della rivista «De Europa», dal dicembre 2017.
Membro del comitato scientifico ed editoriale dell’«InternationalDemocracy Watch» del Centro Studi sul Federalismo di Moncalieri (Torino), http://www.internationaldemocracywatch.org/index.php, dal 1 aprile 2010.
Inoltre membro del comitato scientifico ed editoriale della rivista «Pespectives on Federalism» del Centro Studi sul Federalismo di Moncalieri (Torino), http://www.on-federalism.eu/index.php, dal 1 aprile 2008 al 31 dicembre2017.
Membro del comitato scientifico ed editoriale della rivista «BibliographicalBulletin on Federalism» del Centro Studi sul Federalismo di Moncalieri (Torino), http://www.federalism-bulletin.eu/User/, dal 1 aprile 2008 al 31 dicembre 2017.
Membro del comitato di redazione della rivista «DIREonline, rivista del Dipartimento di Ricerche Europee», dal 1° giugno 2003 al 30 giugno 2009.
Altre attività professionali
Componente della Commissione paritetica della Scuola di Scienze Sociali per la didattica e il diritto allo studio (CPS) dell’Università degli Studi di Genova per il biennio accademico 2017/2019 per il Corso di laurea magistrale in Scienze Internazionali e della Cooperazione.
Docente referente per il Corso di laurea magistrale in Scienze Internazionali e della Cooperazione dell’Università degli Studi di Genova.
Inoltre membro segretario della Commissione Cultori di materia Dipartimento di Scienze Politiche dall’a.a. 2015-2016 all’a.a. 2016-2017.
Membro della Commissione AQ del Dipartimento di Scienze Politiche dall’a.a. 2013-2014 all’a.a. 2015-16.
Membro della Commissione AVA del Dipartimento di Scienze Politiche dall’a.a. 2013-2014 all’a.a. 2015-2016
Attualmente il video in primo piano presente nel canale è la presentazione che lo storico e studioso del Movimento Operaio, ha fatto del libro “Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico”.
Presentazione tenuta a San Gimignano per Sinistra&Culture ha ripercorso fasi decisive di storia della sinistra eretica dal dopoguerra ad oggi.
La lettura non conformista del marxismo di Basso, vicina a quella di Rosa Luxemburg, propone domande attualissime alla sinistra.
Video di Dante Pallecchi
Nel corso della presentazione è stato venduto anche il libro su Rosa Luxemburg e distribuito gratuitamente il quaderno CIPEC 61.
Quaderno, dedicato al partigiano calciatore Renato Marchiaro, del primo semestre 2019.
Conferenza di Sergio Dalmasso su Lelio Basso, a San Gimignano
Sergio Dalmasso, storico e studioso del Movimento Operaio, con la presentazione del libro “Lelio Basso.
La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico” a San Gimignano per Sinistra&Culture ha ripercorso fasi decisive di storia della sinistra eretica dal dopoguerra ad oggi.
La lettura non conformista del marxismo di Basso, vicina a quella di Rosa Luxemburg, propone domande attualissime alla sinistra contemporanea.
Introduce il dibattito Ernesto Nieri, Presidente di Sinistra&Culture. 4 aprile 2019.
La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico
Prefazione di Piero Basso
«Quando Lelio Basso morì / contammo gli anni passati / della nostra giovinezza / e adulti ci inerpicammo / sugli impervi sentieri / del movimento operaio / alla resa dei conti con la storia» (Antonio Lombardi).
Sinossi
Non aveva ancora compiuto 25 anni, Lelio Basso, quando venne tratto in arresto e confinato all’isola di Ponza.
La sua “colpa”, nel 1928, era quella di essere un convinto antifascista e di comportarsi come tale.
Un’attitudine che, nel corso di un memorabile esame di filosofia morale sostenuto da Basso, costrinse il professore da cui era interrogato ad affermare:
«Io non ho alcun diritto d’interrogarla sull’etica kantiana: resistendo a un regime oppressivo lei ha dimostrato di conoscerla molto bene.
Qui il maestro è lei.
Vada, trenta e lode».
E se allo studioso Lelio Basso si dovrà, tra le tante cose, la diffusione del pensiero di Rosa Luxemburg in Italia, fu grazie alla sua visione della lotta partigiana se la Resistenza guadagnò un respiro di massa.
Ancora, per comprendere la complessità e l’importanza del personaggio, è a Lelio Basso, in quanto membro della Costituente, che si devono gli articoli 3 e 49 della Costituzione mentre, da strenuo difensore dei diritti umani quale fu, diede un contributo fondamentale alla fondazione di organismi quali il Tribunale Russell, chiamato a giudicare i crimini statunitensi in Vietnam.
Con partecipazione e competenza, Sergio Dalmasso rievoca la vita di Lelio Basso, dà voce alle sue lotte e entra nei particolari del suo lavoro politico, spiegando le rielaborazione bassiana del materialismo storico e restituendo il giusto merito a una delle figure più importanti della storia italiana contemporanea.
***
Dal 19 gennaio 2023 è stato reso disponibile il primo capitolo del libro Lelio Basso
La cultura della politica … la politica della cultura PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “UNA DONNA CHIAMATA RIVOLUZIONE. VITA E OPERE DI ROSA LUXEMBURG” interverranno:
A SEGUIRE PER CHI LO DESIDERA Alle ore 20.00 Cena di auto finanziamento – Prezzi popolari
*** Sergio dalmasso: Nato a Boves, in provincia di Cuneo, nel 1948, è impegnato in politica fin dai tempi della scuola superiore e del Movimento Studentesco. Militante del Pdup e, in seguito, di Democrazia Proletaria, è stato segretario provinciale di Rifondazione Comunista dal 1991 al 1995 e dal 2003 al 2005. Consigliere regionale Piemonte dal 2005-2010. Parallelamente, sia come presidente del CIPEC di Cuneo, sia come collaboratore avendone ceduto le redini al giovane Nello Fierro, porta avanti un’intensa attività di studio e divulgazione della storia e della cultura del movimento operaio con i quaderni del CIPEC (e non soltanto) arrivati al 25-esimo anno di pubblicazione. Quasi un record oggigiorno tra le riviste. Tra le sue pubblicazioni, per Red Star Press, anche il volume Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico (2018).
Ha inoltre insegnato lettere per 40 nelle scuole superiori.
Sabato 23 marzo 2019 si è svolta la conferenza su Rosa Luxemburg di Sergio Dalmasso presso il circolo del PRC Hugo Chavez a Vigevano.
In occasione sono stati presentati agli astanti il libro su Lelio Basso e su Rosa Luxemburg di Sergio Dalmasso. La conferenza è stata videoripresa da Rino Arrigoni.
Un momento della conferenza estrapolata dal filmato:
Per tutti coloro che non lo hanno e volessero acquistare il libro Una donna chiamata rivoluzione, Rosa Luxemburg ricordiamo che è presente in anche in Amazon, assieme all’ottimo testo su Lelio Basso un socialista eretico.
“Rosa Luxemburg (1871-1919) è stata una filosofa, economista e politica polacco-tedesca, figura di spicco del socialismo e del marxismo nel primo XX secolo.
Militante attiva durante la rivoluzione tedesca del 1918-1919, Luxemburg ha contribuito alla teoria marxista con opere come “Riforma o rivoluzione” e “Accumulazione del capitale”.
La sua critica al revisionismo e alla socialdemocrazia l’ha resa una voce distintiva nell’ambito socialista.
Luxemburg ha anche difeso l’internazionalismo e si è opposta alla prima guerra mondiale.
La sua vita è stata segnata da coraggio e passione, culminando con il suo tragico assassinio nel 1919.”
Rosa Luxemburg, in polacco Róża Luksemburg (Zamość, 5 marzo 1871 – Berlino, 15 gennaio 1919), è stata una filosofa, economista, politica e rivoluzionaria polacca naturalizzata tedesca, teorica del socialismo.
Fiera propugnatrice del socialismo rivoluzionario, oltreché tra le principali teoriche del comunismo consiliarista in Germania, che contrappose ideologicamente, rispettivamente, alle più moderate posizioni riformiste del Partito Socialdemocratico di Germania, di cui fu per buona parte della sua vita una sua esponente di spicco, e alla prassi rivoluzionaria dell’avanguardismo partitico e del conseguente centralismo democratico leninisti, fondò, assieme al sodale Karl Liebknecht, la Lega di Spartaco, col quale prese parte alla fallita rivoluzione tedesca del 1919, durante la quale fu uccisa per mano dei Freikorps.
L’Italia ‘civile’, certo, non è tutt’altra cosa dall’Italia ‘politica’.
Ne è solo l’altro volto: il volto civile, appunto, il volto pulito e onesto, il volto vero.
Ma tutti quei 200 mila Italiani che sabato 2 marzo hanno sfilato per le vie di Milano, assieme ai loro amici immigrati, hanno potuto vederlo quel volto vero, hanno potuto vedersi.
Provenendo da ogni parte della penisola, sono confluiti e si sono ritrovati congiunti lì per ribadire un solo principio: ‘Prima le persone’.
Il momento rivelativo di questo sorprendente auto-rispecchiamento, di questo ravvedimento, di questa presa di coscienza era quello in cui tutti i milanesi che accorrevano incuriositi ai bordi delle strade o che si trovavano a passare di lì per i loro improcrastinabili affari affannosi si fermavano e si mettevano all’improvviso ad applaudire, a unirsi ai canti o a rimarcare con forza quel “Siamo tutti antifascisti!”, oppure quell’ “Oggi e sempre Resistenza!” che si innalzavano dalle file dell’Anpi, da quel corteo civile di manifestanti che procedeva lento e pacifico al ritmo di tamburi festosi.
E ciò stava a significare che in tutti loro, dentro di loro, malgrado il forte vento che continua a spirare dall’aspro e ottuso fronte della politica, la fiammella della pietas e della solidarietà, ossia delle radici dell’umanità, non si è affatto spenta.
Stava a significare che in tutti quegli Italiani, in quella bella rappresentanza dell’Italia vera, il desiderio, la pulsione per un impegno civile e disinteressato non è stato del tutto represso.
È rispecchiandoci infatti in questa bell’Italia che possiamo sperare finalmente di ritrovarci, di riscoprire il nostro naturale altruismo, il nostro spirito di accoglienza, e riconquistare così la fiducia in noi stessi.
Sì, noi Italiani, in questo nostro magnifico Paese, che è uno dei fondatori dell’Unione europea, depositario dei più alti valori culturali e civili europei.
Lo sguardo di coloro che osservavano quella fiumana colorata, una volta giunta alla fine del suo percorso, si colmò di stupore quando l’acustica della famosa Galleria milanese si mise ad amplificare le note di “Bella ciao”.
Qual era il messaggio che, proprio dinanzi alla Scala, questo canto universale rilasciava nell’aria tiepida?
Era comprensibile a tutti: solo il tu, solo l’altro può far riscoprire il vero volto dell’io, solo l’altro ci può salvare.
https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Franco Di Giorgihttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngFranco Di Giorgi2019-03-04 22:09:352024-03-06 00:57:32Prima le persone
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