Copertina quaderno CIPEC numero 34, La lega nord nel cuneese

Indice generale

INTRODUZIONE p. 5

Lega. Cenni per una storia p. 8

II perché di una crescita p. 10

Che cosa propone p. 12

Le Leghe a Cuneo p. 13

Alcune proposte 16

Per saperne di più 17

LE LEGHE p. 18

Relazione di Fabio Dalmasso p. 21

PREMESSA p. 22

BREVE STORIA DELLA LEGA NORD IN PROVINCIA DI CUNEO p. 23

LA GENTE DELLA LEGA NORD p. 25

IL VOTO EX D. C. p. 31

IL RUOLO DELLA CHIESA p. 34

LA PROPAGANDA DELLA LEGA NORD p. 37

IL SINDACATO PADANO (SIN.PA.): IL CASO MICHELIN p. 40

ELEMENTI DI ESTREMA DESTRA NELLA LEGA NORD p. 41

Interviste p. 45

Intervista a Claudio Dutto – 22/3/2006 p. 45

Intervista a Stefano Isaia – 13/3/2006 p. 49

Intervista ad Alessandro Torrero – 18/3/2006 p. 54

Intervista a Domenico Comino – 15/11/2005 p. 58

Intervista ad Alberto Sciandra – 10/12/2005 p. 62

Intervista a Riccardo Vaschetti – 23/3/2006 p. 66

Intervista a Stefano Mina – 18/01/2006 p. 77

Intervista a Mino Allemandi – 7/12/2005 p. 81

Intervista a Carlo Benigni – 9/12/2005 p. 85

Intervista ad Aldo Rabbia – 2/12/2005 p. 91

Intervista ad Antonio Degiacomi – 12/01/2006 p. 93

Intervista ad Antonio Fina e Franco Angeloni – CGIL Cuneo – 11/11/2005 p. 97

Quaderni C.I.P.E.C. p. 100

CIPEC ATTIVITÀ p. 104

INTRODUZIONE

Questo quaderno affronta un tema politico (e non solo) centrale per il nostro paese ed in specifico per la provincia di Cuneo: quello dato dalla nascita negli anni ’80,

dalla crescita esponenziale nella prima metà del decennio successivo e dal permanere,- pur tra alti e bassi, periodi di presenza nei governi e altri di opposizione, scissioni e polemiche, – del fenomeno leghista.

A questo, in modo un po’ inconsueto (è strano e raro che un partito politico organizzi dibattiti sulla storia, le caratteristiche e le tendenze di altri),

Rifondazione comunista ha dedicato attenzione già da lungo tempo:

• un dibattito con lo studioso Vittorio Moioli dal titolo Conoscere l’avversario, la Lega Nord (primavera 1994);

• la presentazione del libro dello stesso Moioli Sinistra e Lega, processo a un flirt impossibile (primavera 1996);

• un convegno a Fossano di una giornata (estate 1996) dal titolo: Nord Ovest: quale economia, quale autonomia? da cui è tratta la mia introduzione Lega. Cenni per una storia pubblicata sul n. 14 dei nostri quaderni e ripubblicata in questo.

Sempre, al di là di giudizi politici, ovviamente critici in un partito di parte opposta, il tentativo di comprendere un fenomeno nato quasi dal nulla,

la sua capacità di espandersi pur non avendo in mano i media né inizialmente una organizzazione partitica, la crescita elettorale che non ha pari nella storia italiana (velocissima e concentrata in pochissimi anni), la coincidenza di alcune parole d’ordine,

per quanto semplificate, con il sentire comune.

Sempre alla Lega sono state dedicate numerose osservazioni nel quaderno n. 23, interamente centrato sui dati elettorali della provincia di Cuneo dal 1946 (Assemblea costituente) al 2001 (elezioni politiche con l’affermazione delle destre).

Particolari, ovviamente le osservazioni per le due elezioni politiche (1994 e 1996) in cui è, in provincia, il primo partito.

La ricerca tentata ora, di cui questo quaderno è parte, tenta di offrire uno spaccato oggettivo e basato su dati scientifici:

• Sugli elementi soggettivi (vissuti, esperienze, lettura della politica) che hanno spinto tanta parte della popolazione a identificarsi, per periodi più o meno lunghi, nella Lega.

• Sui mutamenti strutturali della composizione di classe (apparati produttivi, occupazione, organizzazione aziendale, mobilità, redditi, rapporto tra lavoro manuale e intellettuale…

Da questa analisi occorre tornare a chiedersi come sia mutata la coscienza di classe dei ceti subalterni nel contesto storico, sociale e produttivo di una delle aree economiche più ricche e dinamiche dell’Europa.

Scrive Ilvio Diamanti:

Conviene al centrosinistra volgere lo sguardo a Nord. Seriamente.

Perché nell’Italia repubblicana i governi si sono fondati sempre su maggioranze con solide basi elettorali al Nord.

E soprattutto nel Nordest… Berlusconi nel 2001 ha ristabilito l’intesa (tra Polo e Lega).

E ha vinto. Nel Nord e in Italia. Se non riesce a parlare al Nord con parole proprie, se non riesce a vincere nel Nord, allora il centrosinistra non può pretendere – e neppure di sperare – di governare il Paese. (“La Repubblica”, 19 settembre 2004).

La breve ricerca svolta ha tentato di indagare il tema intervistando “testimoni privilegiati”, esponenti di partiti (della Lega certamente, ma non solo), osservatori della politica e dell’economia, sindacalisti.

Alcuni testimoni hanno offerto un’interpretazione, più o meno complessiva, dei processi che hanno concorso alla crescita della Lega,

altri hanno raccontato semplicemente la propria esperienza; mentre alcuni testimoni hanno offerto un’esperienza molto locale, altri hanno dato letture più ampie (provinciale, regionale, nazionale).

Ne emerge un quadro sul quale non offriamo interpretazione alcuna, lasciando ogni valutazione a chi legge, chiedendo, però, che questa analisi cuneese venga inquadrata:

• nella valutazione delle trasformazioni territoriali che fa parlare di “megalopoli padana” (25 milioni di abitanti), di “noncittà”

Una sterminata periferia senza forma e senza sentimento frutto delle scelte urbanistiche e della totale “deregolamentazione” di scelte collettive.

• Nell’organizzazione aziendale modificata dalla delocalizzazione, dal calo di occupazione, dalla crisi di intere filiere produttive.

• Nel modello produttivo centrato sulla piccola e media industria. La Lega trova i massimi consensi in quel capitalismo molecolare, così definito da Aldo Bonomi, basato su artigiani, su famiglie plurireddito con attività diversificate.

• Nell’idea di società che da sempre la Lega rappresenta, intuendo meglio di altri gli umori dei nuovi ceti sociali e proponendosi come tramite verso Roma di speranze, aspirazioni, proteste di un popolo che lavora. Le difficoltà, la crescita della migrazione non fanno che dare più forza a queste posizioni, aumentando la paura verso l’altro e nei confronti dell’incerto e dell’ignoto.

Secondo Diamanti, la Lega accentuerà la caratteristica di Partito degli uomini spaventati.

Non è compito di questa sintetica introduzione quello di offrire letture, ma semplicemente quello di segnalare alcuni percorsi:

• La nascita della Lega e le motivazioni che portano i singoli militanti a riconoscersi in essa.
• La leadership di Bossi, i difficili rapporti interni e le difficoltà di chiunque la abbia lasciata tentando di costruire alternative (maggiore caso quello dell’APE).

• Il rapporto fra continuità (dirigenti come Claudio Dutto) e i giovani entrati dopo la scissione e tesi a ricostruire le strutture entrate in crisi (l’attuale segretario Isaia).

• Il rapporto con il tradizionale elettorato democristiano e le cause che producono la crisi di questo (Carlo Benigni).

• L’esplosione del SINPA, il sindacato padano e la sua parabola.

• Le tendenze culturali dell’estrema destra e la non semplice coniugazione di tradizionalismo cattolico e di forme di neo paganesimo (il Po…).

• Questioni amministrative (l’ex sindaco di Mondovì, Vaschetti).

Sono strumenti che offriamo a chi voglia indagare un fenomeno specifico nell’ambito di una realtà europea in cui il rapporto tra globalizzazione e piccole patrie,

mercati internazionali e sentimenti comunitaristici, crisi del modello socialdemocratico, ma difficoltà profonde anche di ogni politica liberista,

aumento dell’impatto della migrazione (non solamente da sud, ma anche da est) e ricerca conseguente di identità e radici, messa in discussione delle politiche fiscali governative sembrano divenire costanti politiche non di uno, ma di tutti i paesi.

Speriamo che questo nostro lavoro possa essere utile e come strumento di lettura e di (parziale) comprensione della realtà cuneese e come parte di una indagine più ampia e più complessa che esamini varie realtà del nord.

Anche di questa tenteremo di informare sui nostri prossimi quaderni.

Sergio Dalmasso