Quaderno CIPEC Numero 49
Scritti storici Sergio Dalmasso fino al 2013
Il Marxismo è morto?
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Indice generale
Introduzione p. 5
Dispensa 1: Il Marxismo è morto? A cura della sez. Aimo e Barale P.C.I. (CN) p. 7
Dispensa 2. Terrorismo e Medio Oriente. A cura della sezione Aimo e Barale PCI Cuneo p. 16
Tutti americani? Vecchie storie continuano p. 31
Sergio Dalmasso: “Bandiera rossa”, la “Quarta” ed io (1998) p. 33
Sergio Dalmasso: Incarichi Amministrativi p. 37
Formazioni politiche p. 38
Consiglio comunale di Cuneo (1998 – 2002) Interrogazioni e interpellanze di Sergio Dalmasso p. 39
Scritti storici di Sergio Dalmasso p. 65
Articoli, lettere su giornali, riviste… p. 77
Appendice 1: Istituzione Difensore civico p. 91
Appendice 2: Istituzione Circoscrizioni p. 92
Appendice 3: spostamento da p. Galimberti del monumento a Barbaroux p. 94
Alcuni documenti relativi alla costruzione del monumento a Barbaroux p. 95
Appendice n. 4: Presidente del Consiglio comunale, mozione di sfiducia p. 99
Appendice n. 5: visita al carcere di Cuneo p. 101
Appendice n. 6: i Sindaci di Cuneo dal 1814 al 2012 p. 104
Juri Bossuto: In ricordo di Eros Ricotti p. 107
Altri ricordi di Eros Ricotti p. 110
Recensione del volume di Capano su Pier Giovanni Salimbeni p. 113
Quaderni C.I.P.E.C. p. 115
C.I.P.E.C. Attività p. 121
Introduzione Scritti storici Sergio Dalmasso
Apriamo, con questo quaderno quarantanovesimo, il 2013, diciannovesimo anno di questa tenace pubblicazione.
Ogni volta, purtroppo, ci tocca ricordare persone che hanno collaborato alla nostra attività e che ci hanno lasciati.
Enzo Mazzi ha partecipato al convegno per il ventennale della Scuola di pace di Boves (1993).
Il suo nome è legato alla comunità dell’Isolotto (Firenze) e alla grande partecipazione popolare che, dal 1968, lo contrappose alle scelte della Curia fiorentina.
Occorrerà tornare a riflettere su questa grande esperienza, sul cattolicesimo conciliare fiorentino, sull’opera di Giulio Girardi che abbiamo ricordato nel numero scorso.
Edoarda Masi se ne è andata silenziosamente.
La notizia della sua morte è stata data mesi dopo il fatto e pochissima è stata l’attenzione, come pochi i ricordi (segnalo le pagine di “Guerre e pace” n. 164, novembre – dicembre 2011).
Masi è stata collaboratrice dei “Quaderni rossi” e dei “Quaderni piacentini”, soprattutto nell’attenzione e nello studio, mai acritico, sull’esperienza cinese.
Della sua conferenza a Cuneo (autunno 1988) e della successiva conversazione, ricordo non solo l’enorme competenza, ma l’amore profondo per la realtà cinese, per le potenzialità della sua rivoluzione, il dolore per l’involuzione che ne aveva fatto cosa del tutto diversa e lontana dalle speranze suscitate.
I ricordi e il dolore per le persone scomparse, si sommano alla soddisfazione e alla fierezza di un piccolo circolo che, privo di mezzi, periferico ed “eretico” rispetto alle grandi Chiese, ha avuto ospiti ed iniziative eccezionali e che credo abbia posto nella vita culturale cuneese.
Questo quaderno, il numero 49, si apre con due dispense del PCI cuneese della seconda metà dei lontani anni Settanta.
Li tenevo “nel cassetto” da quando me li aveva consegnati Eraldo Zonta, assieme a documenti degli anni Cinquanta, pubblicati in un precedente quaderno.
Il quadro è quello di un partito forte, ma in difficoltà, con divaricazioni interne, prospettive diversificate, giudizi a volte contrapposti non solo sull’attualità e la contingenza politica, ma anche sulle radici.
Il testo su Marx è chiaramente rivolto contro l’offensiva del Partito socialista craxiano (è di pochissimi – visti da oggi – anni precedente il saggio, firmato Craxi, su Proudhon, in polemica contro l’autoritarismo di Marx), ma anche contro tendenze e posizioni interne che porteranno, nel periodo immediatamente successivo, allo scioglimento del partito.
Il richiamo a principi e testi potrà ad alcun* sembrare scolastico, come potrà sembrare ingenua la fiducia nell’affermazione della prospettiva socialista, davanti alla crisi del capitalismo, ma la lettura del testo è comunque, interessante, non solamente per un come eravamo.
Il documento sulla questione ebraico-palestinese è, ovviamente, datato, anche se la situazione, nei 25 anni, è, se possibile, ulteriormente peggiorata.
Il testo è stato riprodotto integralmente, senza commenti e senza modificare caratteri grafici (le maiuscole…), valutazioni, criteri “di stile” usati nella bibliografia.
Significativa la breve introduzione alla ristampa, nell’autunno 2001, dopo l’attentato alle Torri gemelle e l’inizio della “guerra al terrorismo”.
Segue un mio breve scritto per un “libro mai nato”.
Nel 1998, per il cinquantesimo di “Bandiera rossa”, rivista della sezione italiana della Quarta Internazionale (quella fondata da Leone Trotskij), Pina Sardella e Davide Danti proponevano la scrittura collettiva di un testo da parte di tant* militanti, dirigenti, lavoratori, lavoratrici, intellettuali … che facessero o avessero fatto parte della “Quarta” o fossero entrati in contatto con essa.
Anch’io, da sempre “eretico”, ero stato invitato a prendere carta e penna. Riproduco ora, dopo circa quindici anni, le due paginette. “Bandiera rossa” è scomparsa, sostituita da “Erre”; la formazione storica del trotskismo italiano, allora interna a Rifondazione Comunista, si è autonomizzata, dando vita a Sinistra critica;
la maggior formazione europea, la Ligue comuniste revolutionaire ha contribuito a formare il Nouveau parti anticapitaliste (NPA); la frammentazione complessiva della sinistra non omologata è proseguita.
Il testo, come quelli precedenti del PCI cuneese, serve come piccolo “documento” storico.
Le pagine successive comprendono parte del mio lavoro istituzionale.
Avendolo, ormai, largamente alle spalle, riproduco qui alcune delle interpellanze e interrogazioni presentate al consiglio comunale di Cuneo e al consiglio regionale del Piemonte.
I temi sono, in alcuni casi specifici, in altri complessivi, in più casi superati dal tempo, mentre, in altri conservano ancora una certa attualità.
Mi è parso giusto avendo passato anni sui banchi di consigli – di diverso livello – riportare qualche documento del lavoro svolto, cosa che continuerà con il prossimo numero (il cinquantesimo!).
Sono proseguite le nostre attività, spesso in collaborazione con associazioni, gruppi circoli… di Cuneo, raramente “fuori porta”, in altri centri della provincia.
Invito a leggere l’ormai lungo elenco e a sottolineare tanti dei bei nomi che hanno contribuito ad una attività culturale-politica che spero abbia lasciato qualche segno, nonostante anni così difficili, sebbene il suo carattere sia volutamente contro corrente e fieramente “in direzione ostinata e contraria” e a dispetto, purtroppo, dello scarso interesse, che anche a sinistra, i temi storici (e lo studio del passato per agire sul presente) incontrano.