Quaderno CIPEC Numero 74
Quaderno CIPEC N 74, Cogoleto (Genova): Pagine di antifascismo, ANPI Cogoleto
Giovanna Ricoveri e l’ambientalismo
In memoria di Lev Trotsky, Maurizio Acerbo
Lucio Libertini e la … Bolognina, Franco Ferrari
Lelio Basso socialista eretico, Sergio Dalmasso
Lucio Libertini dal PCI a Rifondazione, Sergio Dalmasso.
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Introduzione al Quaderno CIPEC N 74 pag. 5
Cogoleto (Genova) pag. 9
Pagine di antifascismo pag. 9
Giovanna Ricoveri, l’ambientalismo per cambiare la società pag. 39
Giovanna Ricoveri, l’ecologia è la politica pag. 41
Lucio Libertini e… la Bolognina pag. 43
In memoria di Lev Trotsky pag. 48
Lelio Basso, socialista eretico pag. 52
Lelio Basso, politica e teoria pag. 58
Lucio Libertini. Lungo viaggio nella sinistra italiana pag. 63
Lucio Libertini, dal PCI a Rifondazione pag. 69
Introduzione
Ringraziamo ancora l’Amministrazione provinciale di Cuneo che ci permette la continuazione di questi quaderni sino al 2029 (speriamo di arrivarci).
Ricordiamo che il primo numero (intervista a Lucia Canova) è comparso nel lontano 1995, che abbiamo dedicato
• molti numeri a fatti cuneesi (la storia della sinistra locale, interviste a militanti politici e sindacali, statistiche elettorali
• altri a fatti nazionali, vicende politiche e sociali
• altri ad atti di convegni e conferenze che si sono svolte a Cuneo
• due ad una inchiesta/analisi sul fenomeno politico della Lega Nord, di particolare peso nel cuneese
• tre alla grande figura di Michele Risso, nato a Boves e vissuto, poi, a Roma, grande psicanalista, molto vicino a Franco Basaglia, ingiustamente dimenticato.
Lo attestano le testimonianze di Agostino Pirella, Pietro Ingrao, Franca Ongaro Basaglia
• alcuni numeri alla pubblicazione di interventi al Consiglio regionale del Piemonte.
Oltre ai miei, ricordo quelli di Mario Giovana, partigiano e storico e di Lucio Libertini, vicepresidente della giunta regionale dal 1975 al 1976, quindi importante dirigente politico a livello nazionale.
Sono testi poco ”gastronomici” (per citare Brecht), ma utili per archivi, biblioteche e come piccoli documenti storici
• un numero che avrebbe meritato un posto nei testi di storia orale, con temi scolastici degli anni ’30 (primo anno di superiori) e ’40 (quinta elementare).
Alcune chicche:
– la collaborazione, a due numeri, del grande storico Enzo Santarelli – il convegno svoltosi a Mondovì (uno dei non molti nel mondo intero) sulla Prima internazionale, a 150 anni dalla sua fondazione –
un numero sul Che (anche qui in anniversario della morte – alcuni brevi testi sui cantautori italiani – uno sulle innovazioni indotte da internet – i ricordi di Gianni Alasia,
grande sindacalista torinese e di Renato Marchiaro, partigiano a Boves, calciatore nei campionati italiano, francese, portoghese – alcune relazioni a convegni nazionali – purtroppo, il ricordo (alla mia età sempre più frequente) di persone che ci hanno lasciato.
Molti quaderni sono stati presentati in pubblico.
Ricordo quello sulla sinistra politica cuneese (alla Camera del lavoro di Cuneo), sul socialismo in provincia, sul piccolo PCI di Boves, quello sulla simpatica figura della bovesana, romana di adozione, Liliana Pellegrino (di questa serata esiste registrazione), quell’altro sullo sciopero dei “pomet”, a Dronero.
Insomma, un bilancio positivo di un lungo periodo (trenta anni) e ancora idee per i prossimi (in ogni caso, chiuderemo nel 2029):
testi storici, interviste, nel prossimo numero i racconti di Adriano Agostino (classe 1939) del quale sarebbe anche interessante raccontare la vita e la militanza.
In questo quaderno, ancora testi sul socialismo di sinistra, matrice politica di grande interesse e oggi ingiustamente dimenticata.
Torniamo su Libertini e Basso,
con scritti comparsi su “Critica sociale”, prestigiosa rivista, fondata da Filippo Turati, che viene oggi rilanciata e riproposta.
Di Maurizio Acerbo pubblichiamo un breve scritto che ripropone la necessità di una nuova lettura della storia e delle prospettive del movimento socialista.
La necessità di non disperdere un patrimonio, ma di rileggerlo ed attualizzarlo è alla base di ogni prospettiva di rilancio.
Il centro del quaderno è, però, la cittadina di Cogoleto,
ultima in provincia di Genova, prima di entrare nel savonese, un tempo importante centro operaio.
La Casa del popolo, costruita nell’immediato dopoguerra, è testimonianza di questo passato e di questa tradizione.
Bastano a testimoniarlo le tante foto nell’ingresso.
Manifestazioni, feste dell’Unità partecipatissime, assemblee, iniziative dei/delle giovani, bandiere.
Ancor maggiormente i ricordi.
Le lotte sindacali, “il partito”, il 30 giugno 1960 a Genova, il ricordo delle giunte comunali, dei dirigenti.
Non manca l’intreccio con le questioni ambientali (la famigerata Stoppani) e con il “manicomio”.
Anni fa, abbiamo organizzato, alla casa del popolo, un incontro per ricordare Bruno, Clara e Iris Cristofanini.
Bruno è stato partigiano a 15 anni, sempre militante politico e sindacale, attivissimo nell’ANPI e nel PCI,
poi in Rifondazione sino alla scissione “cossuttiana”, dopo la quale ha rifiutato di schierarsi.
Una sua testimonianza sul periodo 1945/1948, sino alla sconfitta elettorale del 18 aprile, dovrebbe essere pubblicata per la precisione, la capacità di analisi strutturale, la sintesi.
È la dimostrazione di come partito e sindacato fossero scuole, formassero militanti, dessero una “visione del mondo”, a volte schematica, ma capace di indirizzare, guidare.
Quando, con grande tristezza e dolore, abbiamo chiuso la piccola sede di Rifondazione (una stanza), abbiamo trovato annate di “Rinascita” e del “Calendario del popolo”, scritti su Gramsci, i libri dell’“Unità”.
La storia di una generazione, di una formazione, di una speranza.
Clara non è solamente la moglie di Bruno o la madre di Iris.
L’ho conosciuta molto anziana, ormai poco attiva, ma ancora con il ricordo di quanto fatto: attività sindacale, feste del partito, un ristorante popolare gestito per anni.
Sempre in lei il dolore per le divisioni, per l’incapacità di unità, male endemico e non superabile, per la debolezza di Rifondazione rispetto alla forza del partito precedente.
Tante foto la ritraggono alle manifestazioni, alle feste, ultime quelle di Rifondazione con i banchetti sul bel lungomare.
Iris è stata maestra elementare. Tanti i ricordi di alunni e alunne.
È stata la colonna della Rifondazione locale e dell’ARCI.
La sua scomparsa prematura ha lasciato un vuoto, che non è retorica definire incolmabile, nell’ARCI, in Rifondazione, nella scuola, nella cittadina.
La sua attività scolastica dimostra quanto siano penetrate nella pratica le migliori teorie pedagogiche novecentesche (in Italia Montessori, Rodari, Manzi, Lodi), il concetto di scuola attiva, la partecipazione degli /delle alunn*.
La sua attività politica è stata preziosa, a Cogoleto e a livello provinciale.
Tempo fa, al termine di un ricordo di queste tre belle figure (concione mio, chitarra di Rosario Russo),
la figlia di Iris, che oggi dirige l’ARCI locale, mi ha consegnato una bustona che conteneva scritti vari, senza un ordine preciso:
medaglioni su figure di partigiani, pagine della resistenza, lo schema di uno spettacolo teatrale sugli anni dell’antifascismo da proporre alle classi.
Abbiamo pensato di pubblicare queste pagine, pur nella loro disorganicità e incompiutezza:
per ricordare, ancora una volta, tre grandi figure che non dimentichiamo; per non disperdere un lavoro che, purtroppo, Iris non ha potuto portare a termine; come omaggio ad una cittadina operaia e partigiana, colpita, come tutta l’area, dalla deindustrializzazione e da trasformazioni strutturali e sociali.
Oltre all’ARCI e all’ANPI (vi è qui il saluto della presidente), siamo certi di coinvolgere, nella presentazione di queste pagine la CGIL e l’amministrazione locale.
Siamo sempre convinti della utilità di questo lavoro e del fatto che le oltre 7.000 pagine sino ad oggi pubblicate costituiscano un piccolo patrimonio da utilizzare e non disperdere.
Le trovate tutte on line, grazie al lavoro prezioso di un amico calabrese, torinese, parmense: Domenico Capano.