Lelio Basso

Lelio Basso in un convegno

Breve descrizione di Lelio Basso

Lelio Basso nacque a Varazze in provincia di Savona nel 1903, è stato un grande socialista e una figura di spicco nella storia della Repubblica Italiana.

Lelio Basso ha dedicato tutta la sua vita alla lotta per la giustizia sociale, la libertà e i diritti umani.

Fu confinato dal totalitarismo fascista per le sue idee.

E’ stato un attivo protagonista nel periodo post-bellico,

partecipando alla redazione della Costituzione Italiana nata dalla lotta di liberazione dal nazi-fascismo del 1948 in qualità di padre costituente.

In particolare è stato anche coautore degli artt. 3 e 49 della carta costituzionale italiana.

Il suo impegno politico lo portò a essere uno dei maggiori esponenti del Partito Socialista Italiano e a ricoprire in esso importanti incarichi,

tra cui quello di segretario del PSI, contribuendo alla costruzione di una società più equa.

La sua visione socialista si manifestò anche a livello internazionale, dove Lelio Basso fu attivo sostenitore della pace e della cooperazione tra le nazioni.

Attraverso il suo operato, Lelio Basso si distinse per la sua grande intelligenza, la passione per la giustizia e la dedizione alla causa socialista.

L’eredità di Lelio Basso continua a influenzare il dibattito politico contemporaneo tra gli studiosi.

Ispira le nuove generazioni, che amano la storia, a impegnarsi per la costruzione di una società più inclusiva ed equa.

Approfondimenti Lelio Basso

In questo sito approfondirete la vita e le opere di Lelio Basso.

Aveva una grande conoscenza del marxismo, delle opere e del pensiero di Rosa Luxemburg:

la grande rivoluzionaria fondatrice del Partito comunista tedesco.

Un omaggio a un uomo che ha segnato un’epoca.

La memoria di Basso continua a vivere attraverso il suo impatto duraturo sulla società, grazie anche alla fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma.

Nella fondazione Lelio e Lisli Basso si conserva tutto il suo lascito e, ivi si promuovono ancora oggi eventi culturali di elevato spessore.

Blog Sergio Dalmasso

Articoli

Lelio Basso, un socialista eretico

in dallapartedeltorto, 13 marzo 2019, Giuseppe MURACA

Con un’introduzione di Piero Basso, è stato da poco pubblicato il libro di Sergio Dalmasso, Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico (Roma, RedStar Press, pp. 195, Euro 16), dedicato a una delle figure più rappresentative del socialismo italiano e della storia del novecento.

Lo storico di Boves segue passo dopo passo la vita e l’attività politica e culturale del dirigente socialista che sin dall’inizio ha posto al centro della sua riflessione il rapporto tra «democrazia e socialismo».

È partendo da questa premessa teorica e politica che bisogna giudicare la sua attività nel contesto della società italiana, dai primi anni venti alla sua morte, avvenuta a Roma alla fine del 1978 (Era nato a Varazze nel 1903).

Iscrittosi al Partito socialista sin dal 1921 e amico e collaboratore di Piero Gobetti, nel 1928 è stato arrestato e confinato nell’isola di Ponza.

Laureato in filosofia e giurisprudenza, nel corso degli anni trenta partecipa con grande passione al dibattito sulla rifondazione del pensiero socialista, stretto fra socialdemocrazia e stalinismo.

La necessità di cercare nuove strade, lo spinge nel corso della guerra a fondare il MUP (Movimento di unità proletaria), con forte impronta classista e ad essere critico verso la politica unitaria del CLN, incarnata in particolare dal PCI.

Membro Assemblea costituente

Nell’immediato dopoguerra viene nominato membro dell’Assemblea costituente e scrive gli articoli 3 e 49 della Carta costituzionale, denunciandone successivamente gli stravolgimenti che essa ha subito.

Nel frattempo, viene eletto segretario nazionale del Partito socialista, una carica che ricopre sino alla sconfitta del Fronte popolare (1948), a cui fa seguito un periodo di isolamento e di

emarginazione politica che si è conclusa solo con la crisi del 1956, quando crescono il suo impegno per l’alternativa socialista e l’opposizione alla scelta del PSI di collaborazione governativa con la DC.

Nel 1958 fonda «Problemi del socialismo», una delle riviste più importanti del panorama politico e culturale italiano.

Nel 1964 è tra i fondatori del PSIUP e viene eletto presidente del nuovo partito.

La delusione seguita alla sconfitta della «Primavera di Praga» lo porta a scegliere nel 1969 di essere un militante senza tessera e parlamentare della sinistra indipendente.

Nel 1966 entra a far parte del Tribunale Russell che condanna le guerre e le dittature, a sostegno dei diritti dei popoli sottomessi.

Dalmasso sottolinea le peculiarità del pensiero di Basso senza trascurare il suo singolare interesse per la tematica religiosa, un laicismo senza compromessi, basato sul rifiuto della equazione

Democrazia cristiana/partito cattolico e del rapporto privilegiato con essa, teso, al contrario, a proporre l’emancipazione dei lavoratori dalla sua egemonia.

Da qui la costante attenzione alla libertà delle minoranze religiose e la ferma richiesta di superamento del regime concordatario.

Inoltre, bisogna ricordare che Basso è uno dei maggiori interpreti del pensiero di Rosa Luxemburg, da lui considerata come l’unica continuatrice del pensiero di Marx.

La sua originale interpretazione del marxismo è presente nella sua azione politica, nei suoi scritti, nei convegni organizzati, nell’attività della Fondazione Basso da lui stesso fondata nel 1969.

Gli ultimi anni della sua vita sono segnati da un sempre più accentuato isolamento.

Tra i suoi libri ricordiamo Il Principe senza scettro. Democrazia e sovranità popolare nella Costituzione e nella realtà italiana (1958),

Introduzione a R. Luxemburg, Scritti politici (1967, 3ª ed. 1976),

Per conoscere Rosa Luxemburg (1977) e Socialismo e rivoluzione (post. 1980).

Il libro di Dalmasso non ha un taglio specialistico, ma costituisce una monografia agile e certamente utile per riscoprire questa figura di socialista eretico, da tempo ingiustamente dimenticata.

Download “Primo capitolo del libro Lelio Basso” Capitolo1-Lelio-Basso-La-ragione-militante.pdf – Scaricato 32996 volte – 308,09 KB

I tormenti e le intuizioni del “reprobo” Basso

La scelta socialista di Lelio Basso

I tormenti e le intuizioni di Basso, foto di Lelio Basso della fondazione Lelio e Lisli Basso

Il centoventesimo anniversario della nascita di Lelio Basso (25 dicembre 1903) è passato nel silenzio totale.

Quasi per coincidenza, poche settimane prima, è mancato il figlio Piero (1933) che, oltre a tener viva la memoria del padre, è stata figura importante nella vita culturale ed associativa milanese.

Alla dimenticanza (quasi mezzo secolo dalla improvvisa morte) si sommano stereotipi e luoghi comuni che fanno di Basso un teorico astratto, libresco,

privo di capacità politico- organizzative, sempre sconfitto in tutti i passaggi partitici.

Questi cancellano la sua singolare posizione nel socialismo, non solamente italiano e la sua
singolare e innovativa lettura del marxismo.

Queste note, per necessità brevi, tenteranno di ripercorre vita ed opere, lasciando ad una sintetica analisi successiva, una panoramica sui temi centrali da lui affrontati (marxismo, leninismo e Rosa Luxemburg, religione, democrazia, “partito nuovo”).

Nato a Varazze (Savona), vive a Ventimiglia, quindi, dal 1916, a Milano.

Sono fondamentali, nella sua formazione, la città, dove ribollono le spinte operaie, la guerra e la rivoluzione russa.

Nel 1921 si iscrive al PSI, in opposizione alle posizioni riformiste, ma anche in polemica con la scissione di Livorno e con il rapporto subordinato verso l’URSS (i 21 punti).

Si laurea in legge nel 1925 con tesi sulla concezione della libertà in Marx e nel 1931, dopo tre anni di confino a Ponza, in filosofia, con tesi sul teologo protestante Rudolf Otto,

a dimostrazione dell’interesse per la tematica religiosa e per la spiritualità evangelica (si veda la collaborazione alla rivista “Conscentiadella comunità battista).

Continua …

Download completo del saggio di Sergio Dalmasso, pubblicato sulla rivista Critica Sociale n. 7 nuova serie – Marzo/Aprile 2024, intitolato: I tormenti e le intuizioni del “reprobo” Basso:

Download “I tormenti e le intuizioni del "reprobo" Basso (di Sergio Dalmasso)” 7-marzo-aprile-2024-I-tormenti-e-le-intuizioni-del-reprobo-Basso.pdf – Scaricato 10432 volte – 789,95 KB

Lelio Basso: un maestro scomodo

Calendario del popolo n. 602, La ricerca teorica di Lelio Basso

La ricerca teorica di Lelio Basso – mentre si scrive è presente in Ebay il numero 602 dell’ottobre 1996 de “Il Calendario del popolo” intitolato Walter Fillak Il ragazzo partigiano impiccato due volte, saggio di Monica De Marinis.

In esso vi è – fra gli altri – il saggio di Sergio Dalmasso intitolato: La ricerca teorica di Lelio Basso catalogato nella sezione: Archivio, Scritti storici e Articoli e saggi di questo sito con il titolo Lelio Basso: un maestro scomodo.

Gli autori del numero 602 del Calendario del popolo sono stati: Sergio Dalmasso, Lelio La Porta, Aldo Bernardello, Franco Della Peruta, Fabio L. Grassi, Monica De Marinis,  Maria Canella, Sergio Giangirolami, Alessandro Roveri, Danilo L. Massagrande e Tiziano Tussi.

Copertina Il calendario del popolo numero 602, La ricerca teorica di Lelio Basso

CALENDARIO DEL POPOLO numero 602 ottobre 1996 – WALTER FILLAK – LELIO BASSO – MASSONERIA.
Franco Della Peruta (direttore), Nicola Teti (direttore responsabile).

A tal proposito si ripropone il saggio di Sergio Dalmasso in esso pubblicato: Lelio Basso: un maestro scomodo:

Download “Lelio Basso: un maestro scomodo (di S. Dalmasso)” Calendario-del-Popolo-N.-602-Lelio-Basso-un-maestro-scomodo.pdf – Scaricato 20148 volte – 109,47 KB

Gratis il I capitolo del libro: Lelio Basso. La ragione militante. vita e opere di un socialista eretico.

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Esame universitario di Lelio Basso con il prof. Piero Martinetti.

Rosa Luxemburg un altro comunismo?

Mentre si scrive è presente in Ebay il numero 616 del Calendario del popolo di oltre 26 anni fa. In esso vi è – fra gli altri – un saggio di Sergio Dalmasso intitolato Rosa Luxemburg: un altro comunismo? catalogato nella sezione Archivio, Scritti storici e Articoli e saggi di questo sito.

Gli autori del numero 616, gennaio 1998, del Calendario del popolo sono stati:  Franco Della Peruta (direttore), Nicola Teti (direttore responsabile); Vincenzo Castaldi, Luciano Canfora, Sergio Dalmasso, Aldo Serafini, Aldo Pardi, David Sorani, Claudio Moffa, Mario R. Storchi, Sergio Giuntini, Davide Canfora, Renzo Maiolo, Giovanni Pesce.

Copertina il Calendario del popolo n. 616, Rosa Luxemburg un altro comunismo?

A tal proposito si ripropone il saggio di Sergio Dalmasso.

Rosa Luxemburg: un altro comunismo?, in “Il calendario del popolo”, numero 616, gennaio 1998.

Rosa Luxemburg è non solo la più grande figura femminile del movimento comunista, ma soprattutto una delle maggiori figure in assoluto nella storia del marxismo, espressione di un pensiero e di una pratica non a caso per lungo tempo emarginati e rimossi.

Su di lei grava l’infamia della “lue luxemburghiana”, da rimuoversi dal movimento operaio, grava l’accusa di menscevismo, sulla sua figura pesano incomprensioni e dimenticanze, le generiche formule di spontaneismo e romanticismo rivoluzionario.

Ancora nel 1949, la proposta di Lelio Basso, all’inizio del suo isolamento politico, di pubblicare le sue opere suscita scandalo.

Una lettera su questo problema sempre di Basso a Gyorgy Lukàcs non riceve risposta.

Di Rosa Luxemburg si parlerà molto nella seconda metà degli anni Sessanta, in coincidenza con il recupero del marxismo critico ed a tratti eretico, soprattutto nel movimento studentesco e non a caso in Germania.

Il film (1986) di Margarethe von Trotta la farà conoscere, anche se parzialmente, ad un pubblico più ampio.

CONTINUA …

Download saggio completo:

Download “Rosa Luxemburg, un altro comunismo? di S. Dalmasso” Calendario-del-Popolo-Numero-616-Rosa-Luxemburg.pdf – Scaricato 21448 volte – 131,50 KB

Il primo capitolo del libro di Sergio Dalmasso: Lelio Basso. La ragione militante

 

Lelio Basso, eminente figura del panorama politico e intellettuale italiano del XX secolo, si distinse come socialista laico, influenzato profondamente dalle idee marxiste.

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Primo capitolo del libro Lelio Basso, copertina del libroLa sua importanza è evidente nella redazione della Costituzione italiana, dove contribuì in modo significativo al secondo comma dell’articolo 3 e all’articolo 49.

Nonostante la sua affinità con il marxismo, Basso scelse di mantenere una certa distanza dall’allora Partito Comunista Italiano (PCI) a causa dei legami del partito con l’Unione Sovietica di Stalin.

Il suo atteggiamento critico nei confronti del PCI, pur rappresentando una scelta personale, rifletteva la sua inclinazione a evitare allineamenti ideologici rigidi e a perseguire un approccio più aperto e laico al socialismo.

L’eredità di Lelio Basso include anche il ruolo di grande divulgatore delle idee di Rosa Luxemburg in Italia.

Il libro di Sergio Dalmasso, “Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico“, offre uno sguardo approfondito su Basso attraverso le sue 182 pagine, esplorando la sua vita, dalle lotte operaie agli aspetti più intimi del suo impegno, con un’attenzione particolare alla diffusione del pensiero marxista di Rosa Luxemburg, la grande rivoluzionaria polacca trasferitesi in Germania.

In conclusione, Lelio Basso incarnava un socialismo laico, marxista e critico, che si distingueva per la sua autonomia di pensiero.

Il primo capitolo di questo libro è reso disponibile gratuitamente, offrendo a tutti l’opportunità di iniziare ad esplorare la vita e le idee di questa figura straordinaria.

Gli articoli 3 e 49 della Costituzione Italiana

 A. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

A. 49. Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale [cfr. artt. 18, 98 c. 3, XII c. 1].

Pubblicata l’introduzione di Sergio Dalmasso anche nella sezione del sito Collaborazione a testi Estratti, presente In Paul FRÖLICH, Rosa Luxemburg, Firenze, goWare, 2023.

Bisogna che sappiamo che poggiamo tutte, in qualche modo, sul corpo fracassato di Rosa Luxemburg (Rossana Rossanda)

Il comunismo ha sbagliato, ma non era sbagliato (Rossana Rossanda)

Un altro comunismo? Il messaggio di Rosa

Nello tsunami e nella assenza di riferimenti che ha colpito, non da oggi, il movimento di classe e le forze che tentano di richiamarsi al socialismo, nella giusta critica a tutti i regimi di socialismo reale e alla mancata transizione da essi operata, tre figure continuano ad essere non toccate da una critica radicale e sembrano ancora parlarci :

  • quella di Antonio Gramsci, che muore dopo anni di carcere e di clinica ed è il comunista a riflettere maggiormente sulle ragioni della mancata rivoluzione nell’Europa del primo dopoguerra e su possibilità e modalità di una trasformazione radicale nei paesi a capitalismo avanzato;

  • quella di Che Guevara che dobbiamo leggere superando la semplice immagine del guerrigliero eroico, cogliendo in lui soprattutto l’internazionalismo e la critica, in nuce, delle deformazioni burocratiche che hanno conosciuto tutte le esperienze di società post- capitaliste. Il suo fascino deriva anche dalla coerenza estrema che lo conduce a combattere per un “altro” paese, a vincere e, divenuto ministro, ad affrontare una nuova disperata avventura, in una dialettica continua che può avere termine solamente nella rivoluzione internazionale;

  • quella, appunto, di Rosa Luxemburg, uccisa in un tentativo rivoluzionario da lei stessa criticato, presente al suo posto, con e fra le masse, sino al sacrificio estremo, sempre avversa ai compromessi, ai cedimenti e – come nessun altr*, capace di cogliere i limiti profondi e intrinseci alle organizzazioni del movimento operaio, nei rischi di burocratizzazione e di omologazione.

La “fortuna”

Paul FRÖLICH, Rosa Luxemburg, Firenze, goWare, 2023, su Amazon, contiente il saggio Il messaggio di Rosa di Sergio Dalmasso.La scarsa attenzione prestata alla sua figura ed al suo pensiero è cartina di tornasole dei ritardi e dei drammatici errori di prospettiva compiuti, a livello politico e culturale, dalle forze maggioritarie del movimento operaio.

Non ha alcun diritto di richiamarsi a lei la socialdemocrazia, che infatti ne isola strumentalmente alcune specifiche opere (La rivoluzione russa, Problemi di organizzazione della socialdemocrazia russa).

Non solamente essa è complice della sua morte, ma è sempre oggetto delle polemiche sulla degenerazione politica, teorica e organizzativa, sull’abbandono della prospettiva rivoluzionaria e della cancellazione del marxismo teorico.

Non possono riferirsi a lei gli epigoni dello stalinismo che hanno irrigidito il marxismo a dogma, che hanno ridotto a catechismo il pensiero e l’opera di Lenin, senza mai coglierne le scelte contingenti e tattiche, inevitabilmente condizionate1.

Già nel 1925, l’Esecutivo allargato della terza Internazionale mette in guardia contro il luxemburghismo, sottolineando gli errori sulle questioni contadina e nazionale, ma soprattutto il modo non bolscevico in cui vengono trattate le questioni della spontaneità, della coscienza e dell’organizzazione.

Queste deformazioni impediscono l’assimilazione del leninismo (in realtà di quello che sta divenendo un dogma irrigidito).

È durissima Ruth Fischer, segretaria del Partito comunista tedesco: il luxemburghismo è malattia da estirpare, bacillo di sifilide.

È Stalin, nel 1931, a sintetizzare le colpe, in A proposito di alcuni problemi della storia del bolscevismo:

I sinistri della socialdemocrazia tedesca, Parvus e Rosa Luxemburg… fabbricarono lo schema utopistico e semimenscevico della rivoluzione permanente… più tardi questo schema venne ripreso da Trotskij (in parte da Martov) e trasformato in strumento di lotta contro il leninismo.

In questo quadro, la sua figura è ricordata, per decenni, quasi solamente per la tragica morte e sempre associata alle accuse di spontaneismo, romanticismo rivoluzionario, opposizione a Lenin su questioni centrali. Ancora in una biografia, edita in Italia nel 1953, si legge:

Il luxemburghismo non rappresenta altro che una variante del socialdemocratismo2.

Anche in Italia l’attenzione è scarsa. Nel 1921, su Critica comunista, rivista del PCd’I, compare un saggio di Gyorgy Lukacs3 che esalta in lei la categoria di totalità, per cui la totalità della forma di produzione capitalistica, dotata di una profonda logica interna, può essere interpretata, combattuta e superata solo dal punto di vista di un’altra totalità concreta, costituita dal punto di vista della classe operaia, senza il quale si cade nel pragmatismo e nel revisionismo.

In seguito, il quasi totale silenzio, rotto solamente dal singolare interesse da parte di Lelio Basso4.

Non è un caso che l’interesse per la grande rivoluzionaria rinasca negli anni ’60, in cui convivono l’emergere di una nuova generazione e la messa in discussione di un socialismo ossificato.

La denuncia dello stalinismo, lo scacco e del modello sovietico e di quello socialdemocratico, l’emergere di spinte e movimenti non “ortodossi” portano a cercare, nella storia delle organizzazioni operaie, figure e tematiche per lungo tempo rimosse.

Si riflette sul dibattito degli anni ’20, l’ondata rivoluzionaria mancata, sull’involuzione dell’URSS (ricompare il fantasma del vecchio Trotskij), si rilegge Gramsci in chiave diversa dall’interpretazione ufficiale, tornano alla luce le vecchie “eresie”, si considera con più attenzione il marxismo della periferia, alla luce delle lotte anticoloniali.

La figura di Rosa riemerge in tutta la sua grandezza. In Italia escono due antologie dei suoi scritti, curate (non è un caso) da esponenti della sinistra socialista, Luciano Amodio (1963) e Lelio Basso (1967); l’introduzione complessiva di Basso, sommata a quella ai singoli testi, è, a distanza di oltre mezzo secolo, uno dei maggiori contributi internazionali alla conoscenza della rivoluzionaria polacca.

In Francia è oggetto di grande attenzione da parte di “Socialisme ou barbarie” e del movimento trotskista5, in ogni paese i suoi ritratti compaiono nei cortei studenteschi.

Rudi Dutschke la legge come unica rifondatrice del pensiero rivoluzionario e definisce il Discorso sul programma come testo centrale per la ricostruzione, dalle fondamenta, della sinistra, nel rapporto tra base e vertice, basso e alto.

Non manca l’attenzione ad aspetti “non politici” della sua personalità, dall’interesse per la natura all’amore per gli animali (ecologismo e antispecismo?), dai suoi sentimenti personali alla specificità di genere. Karl Kraus parla dell’osservazione delle piante e degli animali come un abbraccio amoroso all’intera natura. Continua è la riflessione “femminista”6.

Note all’estratto dal saggio Il messaggio di Rosa di Sergio Dalmasso

1 I confusionisti del più recente modello di spontaneità hanno altrettanto poco il diritto di richiamarsi a Rosa Luxemburg quanto ne hanno i miserabili burocrati del Komintern di richiamarsi a Lenin (Leone TROTSKIJ, Rosa Luxemburg e la quarta Internazionale, 24 giugno 1935).

2 Fred OELSSNER, Rosa Luxemburg, Roma, Editori Riuniti, 1953.

3 È il primo dei tre saggi su Rosa che compaiono in Storia e coscienza di classe e che vedono un progressivo slittamento del filosofo ungherese verso posizioni “leniniste”.

4 Suoi un articolo sull’Avanti! nel 1946 e il numero della rivista “Quarto stato” nel 1949, trentesimo della morte.

5 Per limitarci a pochi nomi, il dibattito coinvolge Claude Lefort, Robert Paris, Daniel Bensaid, Daniel Guerin, Michael Lowy, Lucien Goldmann.

6 Cfr. La Rosa e le spine, atti del seminario del 4 dicembre 2004, Milano, ed. Punto rosso, 2005; La rosa d’inverno. Attualità di Rosa Luxemburg, atti del convegno del 24 ottobre 2009, Milano, ed. Punto rosso, 2010; Raya DUNAYEVSKAYA, Rosa Luxemburg, women’s liberation and Marx philosophy of revolution, inedito in italiano.

Scarica gratis il documento completo presente in: Collaborazione a testi Estratti

Download completo saggio di Sergio Dalmasso, Un altro comunismo? Il messaggio di Rosa

Download Il messaggio di Rosa Luxemburg di Sergio Dalmasso:

 

Download “Il messaggio di Rosa Luxemburg” in-Paul-FROLICH-Rosa-Luxemburg-Firenze-goWare-2023.pdf – Scaricato 23306 volte – 400,63 KB

Una Rosa che vive, estratto dal libro Rosa Luxemburg oggi, Lezioni teoriche vive, Pontassieve, ed. Prospettiva Edizioni Services & Publishing, 2023.

Sergio Dalmasso

Una Rosa che vive

Mi limito ad alcune considerazioni, brevi e sintetiche, sui motivi che rendono Rosa Luxemburg figura imprescindibile nella ricostruzione, anche se sempre più complessa, di un pensiero ed una pratica alternativi, in questo ventunesimo secolo.

Viene immediatamente alla luce come la più grande figura femminile nella storia del marxismo,

– quella che Lenin, pur nel dissenso, definì aquila e delle opere della quale ha consigliato lo studio alle giovani generazioni,
– quella che Trotskij chiese di preservare (Giù le mani) dall’uso strumentale di socialdemocratici e stalinisti,
– quella che Lukacs (e con lui Lelio Basso) lesse come la maggior continuatrice della concezione dialettica di Marx,
sia stata, per decenni, colpita da critiche e luoghi comuni, additata come portatrice di concezioni e teorie da emarginare (il luxemburghismo, la sifilide luxemburghiana).

Rosa Luxemburg Oggi, una Rosa che viveTutto in lei contrasta con le deformazioni che il pensiero marxista – la concezione per cui la liberazione del proletariato è opera del proletariato stesso – ha subito ad opera del gradualismo meccanicistico della Seconda internazionale e della distorsione staliniana a partire dagli anni ’20, sino alle tragedie dei decenni successivi (si pensi, ma non solamente, alle ondate di processi e alla distruzione di tutto il gruppo dirigente bolscevico).

Una Rosa Luxemburg atipica

Rosa è atipica, già in gioventù, nel movimento socialista polacco, quando rifiuta la priorità dell’impegno sulla questione nazionale.

La sua stessa tesi di laurea inquadra la questione polacca, al centro di tanti documenti dell’internazionale e di scritti di Marx, Engels e Lenin, in termini strutturali: la Polonia è divisa fra tre grandi imperi (Germania, Austria, Russia) e ognuna delle tre parti è legata, economicamente, allo stato di cui fa parte.

L’indipendenza nazionale cozzerebbe contro le strutture economiche ed è, comunque, da collocarsi in secondo piano, rispetto alla centralità della lotta di classe.

Elemento tattico

E’ chiaro come lei (Luxemburg) non colga, a differenza di Lenin, l’elemento tattico: le contraddizioni che la richiesta di indipendenza produce nel reazionario impero zarista. …

Continua …  Saggio completo Una rosa che vive catalogato nella sezione del sito Collaborazioni a testi. Estratti.

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Dettagli di Amazon del libro

Editore ‏ : ‎ Prospettiva Edizioni Services & Publishing (16 giugno 2023).

Lingua ‏ : ‎ Italiano.

Copertina flessibile ‏ : ‎ 220 pagine.

ISBN-10 ‏ : ‎ 8885562167

ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8885562165

Peso articolo ‏ : ‎ 218 g

Dimensioni ‏ : ‎ 20.8 x 1.7 x 15 cm.

Download Rosa Luxemburg Oggi, Una Rosa che vive

Introduzione al Libro Rosa Luxemburg Oggi, Conoscere, discutere, crescere, Claudio Olivieri

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Sergio Dalmasso nuovo segretario regionale del PRC Liguria

Dalmasso classe 1948, cuneese di nascita e genovese di adozione, è un insegnante di lettere in pensione che milita nel Partito della Rifondazione Comunista dalla sua fondazione

Dalmasso Segretario Regionale LIGURIA

Questa mattina si è riunito il nuovo comitato politico regionale ligure del Partito della Rifondazione Comunista, organismo eletto durante lo scorso congresso regionale del 27 Febbraio, con all’ordine del giorno l’elezione del nuovo segretario.

Il parlamentino del PRC ligure ha eletto Sergio Dalmasso nuovo segretario regionale.

Sergio, classe 1948, cuneese di nascita e genovese di adozione, è un insegnante in pensione che milita nel Partito della Rifondazione Comunista dalla sua fondazione, ha ricoperto incarichi politici come segretario provinciale della federazione di Cuneo all’inizio degli anni ’90 e degli anni 2000; ed istituzionali in qualità di consigliere comunale a Boves, Cuneo e come consigliere provinciale; mentre dal 2005 al 2010 è stato consigliere regionale per la Regione Piemonte.

In questi ultimi anni, all’attività politica ha accompagnato quella divulgativa in quanto autore di diversi saggi e riviste sul movimento operaio, quali i quaderni del Centro di Iniziativa Politica e Culturale, i libri su Lelio Basso, Rosa Luxemburg e Lucio Libertini, o quelli sulla storia del Partito della Rifondazione Comunista dalla sua fondazione sino agli anni più recenti.

Tutto il partito ligure fa gli auguri a Sergio di buon lavoro!

Fonte: Comitato Ligure del Partito della Rifondazione Comunista

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Download “Quaderno CIPEC Numero 31 (Libro sul primo decennio di Rifondazione di S. Dalmasso)” Quaderno-CIPEC-Numero-31.pdf – Scaricato 23841 volte – 1,03 MB Download “Capitolo 1 storia di Rifondazione Comunista” Storia-di-Rifondazone-Comunista-Capitolo-1.pdf – Scaricato 29702 volte – 402,02 KB Download “Capitolo primo RIVISTA LA SINISTRA” Opuscolo-La-Rivista-La-SINISTRA-capitolo-primo.pdf – Scaricato 29591 volte – 177,37 KB Download “Primo capitolo del libro Lelio Basso” Capitolo1-Lelio-Basso-La-ragione-militante.pdf – Scaricato 32996 volte – 308,09 KB

Intervista a Sergio Dalmasso Lelio Basso

Sergio Gavino Contu di “per Riconquistare l’Italia” intervista Sergio Dalmasso, professore, scrittore e storico del movimento operaio, Lelio Basso video.
Parleremo di Lelio Basso attraverso il suo pensiero e le sue idee: un grande protagonista della storia del ’900 in Italia.
A Lelio Basso si deve, tra le altre cose, la grande divulgazione delle opere di Rosa Luxemburg in Italia.
Fu uno dei padri della Costituzione Repubblicana, autore e coautore in particolare degli art. 3 e 49.
Lelio Basso – la ragione militante: vita ed opere di un socialista eretico” di Sergio Dalmasso ed. Red Star Press, Roma 2018.
Download “Primo capitolo del libro Lelio Basso” Capitolo1-Lelio-Basso-La-ragione-militante.pdf – Scaricato 32996 volte – 308,09 KB
Lo si può acquistare anche su Amazon al seguente:
Lelio Basso video e copertina libro
e-mail : info@lacostituzione.org
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La fede di un laico, in Alfonso Botti (a cura), Storia ed esperienza religiosa, Urbino, QuattroVenti,
2005.
Download “La fede di un laico. Dimensione religiosa, questione cattolica e democristiana nel pensiero e nell’opera di Lelio Basso” La-fede-di-un-laico-Storia-ed-esperienza-religiosa.pdf – Scaricato 17795 volte – 194,39 KB
Lelio Basso: un maestro scomodo
Download “Lelio Basso: un maestro scomodo (di S. Dalmasso)” Calendario-del-Popolo-N.-602-Lelio-Basso-un-maestro-scomodo.pdf – Scaricato 20148 volte – 109,47 KB
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Alcune informazioni da wikipedia su Lelio Basso

Da WIKIPEDIA: “Basso era uno dei fascinatori del Psi. Aveva scritto un libro di successo, Il Principe senza scettro, e si atteggiava a Lenin italiano (cui un poco somigliava) ricalcandone le mosse. Era un oratore formidabile, capace di battute e di ironia a non finire: una voce morbida, flessuosa, un po’ femminile che persuadeva e incantava. Le donne lo adoravano e lui adorava le donne.

La vita di Lelio Basso fu una miscela di attività e ricerca intellettuale, unita alla ricerca di uno strumento politico efficiente, il tutto su scala internazionale.

In qualità di esperto ed interprete del lavoro di Marx, egli adottò un approccio originale nella sua rielaborazione della visione del socialismo e attinse a diverse linee di pensiero che venivano dalla sfera del pensiero democratico, nel significato più ampio possibile del termine (la tradizione democratica francese, il “socialismo accademico” tedesco, il pensiero socialista italiano e gli Austromarxisti).

Durante il suo internamento egli lesse le opere di Rosa Luxemburg e lavorò poi instancabilmente, per promuovere una consapevolezza critica del suo pensiero in Italia.

Una approfondita ricostruzione del suo itinerario politico è stata fornita dallo storico Giancarlo Monina, anche grazie alle testimonianze dei parenti e alla documentazione disponibile presso la Fondazione Basso.

 Libertini Dalmasso

Presentazione del libro:

Lucio Libertini.

Lungo viaggio nella sinistra italiana

Video intervista di Sergio Contu all’autore del libro Sergio Dalmasso del 4 marzo 2021.

Titolo del libro.

LUCIO LIBERTINI.

Sottotitolo: Lungo viaggio nella sinistra italiana. Il sottotitolo rappresenta il volume a cui Libertini stava lavorando e che non poté pubblicare.

Dopo il testo su Lelio Basso, quello su Rosa Luxemburg esce il libro:

Libertini Dalmasso. Libro

Libertini ha militato in diversi partiti.

Dall’immediato dopoguerra alla morte, nella sinistra italiana, Lucio Libertini da una corrente socialista minoritaria alla sinistra socialdemocratica, dall’eresia dell’USI (Unione Socialisti Indipendenti) di Magnani e Cucchi alla sinistra socialista, dall’eretica collaborazione con Raniero Panzieri al PSIUP, dal PCI a Rifondazione comunista.

La postfazione del libro è di Luigi Vinci.

Membro della Federazione giovanile del Partito Socialista Italiano, nel 1946 diede vita alla corrente “Iniziativa socialista”.

Nella primavera 1952 comincia a collaborare a “Risorgimento Socialista”, il settimanale fondato da Aldo Cucchi e Valdo Magnani.

Settimanale di cui assume la direzione dal 18 dicembre 1954 fino alla chiusura (marzo 1957), occupandosi prevalentemente della politica estera, della decolonizzazione, dei movimenti socialisti a livello internazionale.

Nel 1968 Libertini fu eletto alla Camera dei deputati nelle liste del PSIUP.

Nel 1972 aderisce al Partito Comunista Italiano, divenendo membro del comitato centrale e dove rimase per tre anni.

Ritornò alla Camera dei deputati nel 1976.

Fu eletto questa volta con il Partito Comunista Italiano.

Nel corso della legislatura presiedette la commissione trasporti della Camera.

Alle elezioni del 1979  eletto Senatore con il Partito Comunista Italiano; rieletto nel 1983 e 1987.

Nel 1991 è tra i padri fondatori di Rifondazione Comunista.

In appendice al libro vi sono alcuni articoli di Libertini usciti sulla rivista “La sinistra“.

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Editore : Edizioni Punto Rosso (28 aprile 2020)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 250 pagine
ISBN-10 : 8883512413
ISBN-13 : 978-8883512414
Peso articolo : 340 g

Il libro è disponibile anche su Amazon

Download “Quaderno CIPEC N. 67 (Lucio Libertini. Interventi al consiglio regionale del Piemonte 1975-1976)” Quaderno-CIPEC-Numero-67.pdf – Scaricato 19739 volte – 1,72 MB