Addio Piergiorgio Maggiorotti
Non passa un giorno senza una triste notizia. Mi scrivono da Torino della morte di Piergiorgio Maggiorotti. Piergiorgio è stato eletto consigliere regionale della allora DP nel 1990, come indipendente.
Da fine 1991, confluita DP in Rifondazione, era stato consigliere rifondarolo, sempre indipendente e con molte riserve sul processo di Rifondazione.
Disabile, attentissimo ai temi sociali era meno interessato ai temi ortodossi, tradizionali delle formazioni politiche della sinistra (nuova o tradizionale), ai loro linguaggi e riti.
Credo che i suoi interventi consiliari (forse sarebbe opportuno raccoglierli) testimonino queste scelte e questa formazione.
Ricordo ancora la visita,con lui, al carcere di Cuneo. Nel 1995 aveva terminato il mandato consiliare, continuando un impegno serio e documentato sui temi della disabilità, della salute.
Nei miei anni torinesi, lo avevo incontrato frequentemente. Avevamo presentato, scritte dalle lui e dalle associazioni che rappresentava, tre proposte di legge (2005) sul tema.
Neppure una è mai arrivata in aula.
Lo avevamo distaccato dal suo lavoro, alcune ore alla settimana, presso l’assessorato alla Sanità (assessore Mario Valpreda) perché occupasse della disabilità e fungesse da tramite tra assessorato e “partito”.
Era attivo, puntuale, competente, eccessivamente “timido” in questa politica di squali.
Ricordo un carattere dolce, una lettura sempre problematica delle cose, ben lontana dalle certezze assolute e dai personalismi, una grande idealità che, dalla sua condizione personale, trasferiva nell’impegno sociale.
È un altro pezzo della nostra piccola storia che se ne va.
Ho spesso l’impressione che la sconfitta collettiva e la fine di tante ricche storie personali siano legate fra loro.
Genova, 5 febbraio 2020