Red Star Press

Red Star Press cooperativa libraria Roma
“Quella della cooperativa editoriale Red Star Press è la storia di un piccolo gruppo di lavoratrici e lavoratori.

Lavoratori che dopo aver prestato a lungo il proprio braccio e la propria mente all’industria editoriale, prendono la decisione di fare una cosa diversa:

creare loro stessi, e senza padroni, una casa editrice in grado di dare il giusto spazio ai temi relativi alla storia e alla memoria del movimento operaio.

Correva l’anno 2012 e, nel mese di aprile, vedeva la luce il primo titolo con la stella in copertina.

Si trattava de “Il libretto rosso della Resistenza”, destinato a inaugurare la collana “I libretti rossi”.

Pensata per offrire in chiave divulgativa i testi dei giganti del pensiero politico rivoluzionario e in modo sintetico quelli che sono stati i grandi momenti di riscossa popolare.

Insieme ai “Libretti rossi”, nel giro di pochi mesi arrivano in libreria e negli infoshop di movimento i volumi della collana “Unaltrastoria” e “Tutte le strade”:

libri concepiti per durare nel tempo, concentrandosi, rispettivamente, sulla storia delle grandi lotte di liberazione e, in modo meno convenzionale,

su generi come il reportage, la biografia, il memoir, il fumetto, la narrativa e la poesia,

per tradurre con la carta e con l’inchiostro quelle che sono le aspirazioni di cambiamento provenienti da ogni tempo e da ogni paese.

Con gli anni, a questa programmazione, si sono affiancati i contenuti ospitati nelle collane “Le Fionde” (saggistica politica), “Barrio Chino” (urbanistica, geografia sociale e antropologia urbana) e,

dedicata ai bambini e alle bambine, la nuova collana “Red Star Kidz”.

Materiale che, fedeli alla nostra vocazione “stradaiola”,

abbiamo avuto l’occasione di diffondere nel corso dei principali appuntamenti dedicati ai libri in giro per l’Italia,

costruendo un punto di riferimento orgogliosamente antifascista, antisessista e antirazzista agli ingranaggi collettivi della memoria. ”

Cooperativa editoriale Red Star Press, Roma.

Articoli

Presentazione alla Les Mots Libreria ‎di Milano giovedì 24 gennaio 2019 alle ore 18.30:

Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico

Presentazione Milano libro Basso di  Sergio Dalmasso:

Lelio Basso. La ragione militante. Vita e opere di un socialista eretico, Red Star Press – Hellnation Libri

Presentazione Milano libro Basso, copertina del libro di Sergio Dalmasso

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Puoi acquistarlo anche su Amazon

Giovedì 24 gennaio 2019 ore 18.30 si presenta  alla libreria Les Mots di Milano “Lelio Basso. Socialismo, democrazia, internazionalismo. Vita, opere, cultura di un socialista eretico”. Avvocato, giornalista, antifascista, uno delle figure più importanti della storia del ‘900 italiano, uno dei massimi diffusori in Italia del pensiero di #RosaLuxemburg.

Libreria Les Mots

Relatori

Ne parliamo con il figlio di Lelio Basso: Piero Basso,

con Sergio Dalmasso, storico e autore del libro, e

con Giorgio Riolo, della Rete delle Alternative.

Les Mots Libreria
via carmagnola angolo via pepe, 20159 Milano

Sinossi

Non aveva ancora compiuto 25 anni, Lelio Basso, quando venne tratto in arresto e confinato all’isola di Ponza. La sua “colpa”, nel 1928, era quella di essere un convinto antifascista e di comportarsi come tale.

Intanto, se allo studioso Lelio Basso si dovrà, tra le tante cose, la diffusione del pensiero di Rosa Luxemburg in Italia, fu grazie alla sua visione della lotta partigiana se la Resistenza guadagnò un respiro di massa.

Ancora, per comprendere la complessità e l’importanza del personaggio, è a Lelio Basso, in quanto membro della Costituente, che si devono gli articoli 3 (secondo comma) e 49 della Costituzione mentre, da strenuo difensore dei diritti umani quale fu, diede un contributo fondamentale alla fondazione di organismi quali il Tribunale Russell, chiamato a giudicare i crimini statunitensi in Vietnam.

Con partecipazione e competenza, Sergio Dalmasso rievoca la vita di Lelio Basso, dà voce alle sue lotte e entra nei particolari del suo lavoro politico, spiegando le rielaborazione bassiana del materialismo storico e restituendo il giusto merito a una delle figure più importanti della storia italiana contemporanea.

La prefazione del libro è di Piero Basso.

Report di un incontro alla Sede dell’Anpi di Ivrea, giovedì 6 dicembre 2018

Una riflessione del professore Di Giorgi

(Anpi libro Dalmasso Lelio Basso ) … ogni contemporaneità, compresa la nostra, mostra sempre a chiare lettere che la comprensione o l’interpretazione del presente non basta perché non serve a cambiare il modo di pensare negli uomini e a farli maturare, al fine di evitare il ricadere negli stessi errori da essi compiuti nel passato…

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Sergio Dalmasso all’ANPI di Ivrea con un libro su Lelio Basso

Franco Di Giorgi, Sergio Dalmasso, Mario Beiletti

Da sinistra: Franco Di Giorgi, Sergio Dalmasso e Mario Beiletti

Il testo che Sergio Dalmasso ha dedicato a Lelio Basso (Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico, Red Star Press, Roma 2018) e che ha presentato giovedì 6 dicembre 2018 all’Anpi di Ivrea non è solo una monografia politica: è anche una biografia che, attraverso la ricostruzione della vita di un’importante figura della scena politica italiana del recente passato – dal 1921 (anno in cui il diciottenne varazzino prese la sua prima tessera socialista) al 1978 (anno della sua improvvisa morte) – parla al contempo del nostro presente prefigurando in filigrana persino l’inquietante futuro che si prospetta.

L’orizzonte storico e culturale relativo a quel periodo, a partire almeno dal primo dopoguerra, presenta infatti condizioni ed elementi che connotano anche la nostra contemporaneità.

Pur cambiando i personaggi e nonostante l’affannoso mutamento dei tempi, le problematiche che tale orizzonte disvela delineano in effetti un medesimo scenario: quello che vedrà l’insorgenza e l’affermazione del fascismo e con esso, naturalmente, pure del razzismo come suo naturale corollario; vedrà insomma l’avvio di una fase drammatica della nostra storia.

Guardare al passato, continuano a suggerirci gli storici, «serve anche a comprendere meglio il presente» (Claudio Vercelli, Francamente razzisti, Edizioni del Capricorno, Torino 2018).

Certo, è vero.

Ciò tuttavia solo in linea teorica, giacché ogni contemporaneità, compresa la nostra, mostra sempre a chiare lettere che la comprensione o l’interpretazione del presente non basta perché non serve a cambiare il modo di pensare negli uomini e a farli maturare, al fine di evitare il ricadere negli stessi errori da essi compiuti nel passato.

Il saggio monografico di Dalmasso consente altresì di apprendere il fermento oppositivo (politico e culturale) che si agitava e ribolliva, pur in tutti i suoi limiti, all’ombra del ventennio fascista.

Si trattava di un’opposizione che, malgrado la costante aspirazione alla costruzione di una solida unità delle sinistre, non era tuttavia in grado di edificare nulla, perché quel mero tentativo ricostruttivo era in realtà fondato su una profonda e insanabile ferita, quella che era stata arrecata nel corpo del socialismo italiano nel gennaio del 1921 al congresso di Livorno.

Una ferita che verrà riaperta nel 1947 da Saragat con la rottura di palazzo Barberini, a Roma, tra Psi e Psdi, e che, anche dopo quarant’anni, verrà persino ostentata versus i fratellastri del Pci da Craxi negli anni Ottanta con la “Milano da bere”.

Oggi, dopo il ventennio berlusconiano, non c’è più motivo per lottare e accapigliarsi per quell’unità delle sinistre perché non c’è neppure una sola sinistra, non c’è neppure lo spettro inquietante, l’ombra della sinistra.

Eppure di motivi per rivendicarne l’esistenza e per auspicarne la resurrezione ce ne sarebbero e come!

Oggi l’eretico Lelio Basso nella terra desolata della politica si aggirerebbe come un Don Chisciotte o come l’ibseniano Peer Gynt, di sicuro come un anacoreta.

Basso ci parla dall’interno dello stato nascente fascista – di cui ha subito a più riprese i duri contraccolpi –, ci parla dall’interno di un Paese che, a causa della sua coscienza cattolicamente intorpidita, si è entusiasmato e si è innamorato del velleitarismo fascista, il quale portava nel proprio seno la propria inclinazione al razzismo se non semitico almeno camitico, se pensiamo ai tentativi (dapprima falliti) in Africa orientale.

Ma ci parla anche nello stesso tempo della necessità di guardare religiosamente alla realtà spirituale dell’interiorità come condizione imprescindibile per cambiare le cose nella realtà esteriore attraverso la lotta di classe.

Una lotta che però non può e non potrà mai essere condotta a buon fine se la volontà non si fonda sulla fede in quella coscienza protestante a cui è assolutamente consustanziale lo spirito della libertà.

E in ciò, in questa mancata affermazione del protestantesimo in Italia, osteggiato con una dura e lunga controriforma, in questo vero e proprio “peccato originale” della storia italiana, il socialista Basso è in perfetta sintonia con l’amico liberale Piero Gobetti.

Per fortuna, però, l’Italia – ancora oggi! – non è solo quella che Alberto Moravia e Antonio Gramsci vedevano bivaccare nell’indifferenza, l’Italia che si metteva alla finestra ad aspettare e ad esultare a comando assecondando i desideri velleitari di qualcuno che amava parlare agitandosi da un balcone.

L’Italia, la migliore Italia, quella a cui oggi deve ancora continuare a guardare, è anche e soprattutto quella di Lelio Basso e di Piero Martinetti.

A un esame di filosofia morale, quest’ultimo (uno dei 12 docenti universitari che, su 1250, negò il proprio consenso al fascismo) diede il massimo dei voti al giovane venticinquenne di Varazze, perché con la sua condotta antifascista aveva saputo dimostrare che cosa intendesse in realtà Kant con l’imperativo categorico.

Ancora oggi, proprio come allora – si sappia! – l’Italia continuerà a contare sul modello di intransigenza esemplarmente fornito da questi due eretici, da questi due rappresentanti di una minoranza eroica.

Franco Di Giorgi

La foto sopra è di Rachele Chillemi

Libro consigliato e acquistabile in libreria e anche su Amazon

Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico

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Sergio DALMASSO

LELIO BASSO. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico

(Roma, Redstarpress, 2018)

Può sembrare anacronistico, nella attuale assenza di riferimenti e di richiami alle nostre radici, politiche e culturali, nella mancanza di riferimenti partitici e nello tsunami culturale che ha colpito e travolto la sinistra, tornare a riflettere su una grande figura del socialismo, dell’antifascismo e del movimento operaio italiano e internazionale quale Lelio Basso è stato dagli anni ’20 alla morte (1978).

Nascita del PCd’I

Socialista sin dalla gioventù, critico verso la scissione comunista (Livorno, 1921), antifascista, amico e collaboratore di Gobetti, attento alla moralità luterana, laureato in filosofia e giurisprudenza, viene confinato dal fascismo e – nel corso degli anni ’30 – partecipa al grande dibattito sulla rifondazione del pensiero socialista, stretto fra socialdemocrazia e stalinismo.

La necessità di cercare nuove strade, di uscire da quelle vecchie, sconfitte dall’avvento della dittatura fascista, lo porta, nel corso della guerra, a fondare il MUP (Movimento di unità proletaria) con forte impronta classista e ad essere critico verso la politica unitaria del CLN, incarnata in particolare dal P.C.I. (da qui le polemiche con Pietro Secchia).

Segretario nazionale PSI

Nonostante questo e nonostante una posizione non appiattita sull’URSS è segretario nazionale del Partito socialista sino alla sconfitta del Fronte popolare (1948), quando iniziano anni di isolamento e di emarginazione politica che terminano solamente alla metà del decennio successivo, quando crescono il suo impegno per l’alternativa socialista, posizione originale nel panorama nazionale, e l’opposizione alla scelta del PSI per la collaborazione governativa con la DC.

È Basso a motivare alla Camera il rifiuto della sinistra socialista verso il primo governo di centro sinistra e a divenire presidente del nuovo partito, il PSIUP (Partito socialista di unità proletaria).

Anche questo è un percorso colmo di contraddizioni che lo portano a scegliere dal 1969, di essere militante senza tessera, parlamentare della sinistra indipendente, attento ai grandi problemi internazionali (Tribunale Russell, condanna delle guerre e delle dittature, sostegno ai diritti dei popoli).

Costituzione

Il libro ripercorre la formazione di Basso, la sua posizione specifica nel corso della resistenza, l’impegno di costituzionalista, soprattutto nella scrittura degli articoli 3 e 49 della carta costituzionale, ma anche nella successiva denuncia delle inadempienze e degli stravolgimenti che essa ha subito.

Socialismo italiano nel dopoguerra

Ancora, i capitoli centrali offrono un compendio sulle vicende del socialismo italiano del dopoguerra e sul tentativo bassiano di offrire una risposta ai problemi della sinistra non solamente italiana.

Impegno internazionalista

L’ultima parte, oltre a ripercorrere l’impegno internazionalista (Vietnam, America latina…), documenta l’atipico interesse per la tematica religiosa, un laicismo senza compromessi, basato sul rifiuto della equazione Democrazia cristiana/partito cattolico e del rapporto privilegiato con essa, teso, al contrario, a proporre l’emancipazione dei lavoratori dalla sua egemonia.

Da qui la costante attenzione alla libertà delle minoranze religiose e la ferma richiesta di superamento del regime concordatario.

Ancora, Basso è, non solamente in Italia, il maggiore interprete di Rosa Luxemburg da lui letta come l’unica continuatrice del pensiero di Marx.

Il marxismo

La sua originale interpretazione del marxismo è presente nelle opere, negli scritti sulle sue riviste (in particolare “Problemi del socialismo”), nei convegni organizzati, nel lavoro della fondazione Basso da lui fondata.

Il testo, di un autore (fra i massimi conoscitori di Lelio Basso) che alla sinistra politica e sociale ha dedicato già altre opere, non è specialistico, ma costituisce una monografia agile e certamente molto utile per riscoprire, a quarant’anni dalla morte, una figura della nostra storia e per riproporre tematiche la cui attualità è, ancora oggi, quanto mai viva.

Nizza, 24 luglio 2018

Il libro è disponibile in tante librerie italiane e nei siti online: Amazon, IBS, Red Star Press, eccetera.

Gratis di seguito il primo capitolo del libro su Lelio Basso:

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Libro Lelio Basso

Basso in attesa di Luxemburg

Basso – attesa Luxemburg, Sto iniziando qualche presentazione del libro su Lelio Basso.

Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico (Roma, 2018, ed. Red Star Press).

Se qualche circolo, associazione, ente… fosse interessato, la presentazione servirebbe a far conoscere una grande figura della nostra storia e a ritornare su alcune tematiche che continuano ad essere attuali.

In autunno, raddoppierò: sarà pubblicato un breve testo su Rosa Luxemburg, prima del centesimo anniversario  della sua tragica morte.

Sentiamoci.

In facebook il link è QUI

 

Foto di giovane Lelio Basso

Lelio Basso

Basso - in attesa Luxemburg

Sergio Dalmasso

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Lelio Basso ed il terzo articolo della Costituzione Italiana – l’uguaglianza:

Questo è il mio libro, pubblicato il 16 maggio 2018.

Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico

 Sergio Dalmasso

Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico

Lo si troverà in tante librerie. Oltre che online. Non perdetevelo!

Editore: Red Star Press

Isbn: 9788867181964

Roma, 2018; br., pp. 182.

 

Descrizione:

Non aveva ancora compiuto 25 anni, Lelio Basso, quando venne tratto in arresto e confinato all’isola di Ponza. La sua “colpa”, nel 1928, era quella di essere un convinto antifascista e di comportarsi come tale. Un’attitudine che, nel corso di un memorabile esame di filosofia morale sostenuto da Basso, costrinse il professore da cui era interrogato ad affermare: “Io non ho alcun diritto d’interrogarla sull’etica kantiana: resistendo a un regime oppressivo lei ha dimostrato di conoscerla molto bene.

Qui il maestro è lei. Vada, trenta e lode”.

E se allo studioso Lelio Basso si dovrà, tra le tante cose, la diffusione del pensiero di Rosa Luxemburg in Italia, fu grazie alla sua visione della lotta partigiana se la Resistenza italiana guadagnò un respiro di massa. Ancora, per comprendere la complessità e l’importanza del personaggio, è a Lelio Basso, in quanto membro dell’Assemblea Costituente, che si devono gli articoli 3 e 9 della costituzione mentre, da strenuo difensore dei diritti umani quale fu, diede un contributo fondamentale alla costituzione di organismi quali il Tribunale Russell, chiamato a giudicare i crimini statunitensi in Vietnam.

Con partecipazione e competenza, Sergio Dalmasso rievoca la vita di Lelio Basso, dà voce alle sue lotte e entra nei particolari del suo lavoro politico, spiegando la rielaborazione bassiana del materialismo storico e restituendo il giusto merito a una delle figure più importanti della storia italiana contemporanea.

Piero Calamandrei in questo memorabile discorso ai giovani sulla Costituzione cita l’articolo 3 definendolo come il più importante (Milano, 26 gennaio 1955):

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Dal 19 gennaio 2024 è stato reso disponibile gratis in formato pdf il primo capitolo

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